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Vento nell’animo

di Francesco De Luca

 

Scendo verso il Centro storico e il vento mi aggredisce. Stamane c’è un levante che va crescendo insieme al sole in salita nel cielo. Questo tratto di strada, chiuso dai muri, crea un corridoio esaltante per l’aria che prende vigore. Mi costringe ad abbottonare il giubbotto ma non posso frenarne l’impeto che crea nella mente. Vento odioso. Vento provvido… perché travolge le sequenzialità dei propositi, la temporalità dei ricordi, la connessione razionale.

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Scendo, e la mascherina non l’ho indossata bene, poco male tanto non incontrerò nessuno con cui scambiare pareri, e no… se c’è qualcuno dell’Amministrazione gli chiederò se il Sindaco ha firmato l’ordinanza per bloccare i lavori di Acqualatina giù a Cala dell’Acqua, e se mi imbatterò in qualche signora, di quelle in agitazione a Le Forna, forse dovrò ancora spendermi per portarla a considerare che la battaglia per non permettere l’istallazione del dissalatore è persa. Persa per l’assoggettamento della Regione alle pressioni delle Multinazionali, per l’indifferenza della passata amministrazione comunale, per l’inconcludenza dell’attuale.

Un batticoda bianco precede i miei passi e si oppone con saltelli alle raffiche, avvisandomi, forse, che talora contro la potenza vince la leggerezza.

La discesa di via Madonna mi obbliga a guardare dove metto i piedi. E’ ntruppecosa, come sarà la celebrazione della festività dell’Immacolata. Quest’anno non si potrà effettuare la processione con la statua e soprattutto non si rinnoverà la  ‘sveglia’  mattutina coi canti degli uomini.

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E’ un periodo in cui i divieti superano i permessi. Ma questo non vale per la mente, e i pensieri, sulla spinta del levante incursore, tracimano dai percorsi usuali. Si portano e mi portano nell’inconsistenza dei ricordi. Ieri la statua dell’Immacolata è stata tolta dalla nicchia abituale e disposta in bella mostra su un apposito tronetto. Ideato e realizzato da Luigi, con la stessa volontà di dieci… di venti anni fa. Perché la forza della passione vince l’età. Oggi ne ha ottanta di anni e ancora, come sempre, ci tiene avvinti, lui e il suo ostinato entusiasmo, a seguirlo. Non dirò nulla dell’afflato che ci teneva legati da piccoli. Ogni periodo della vita ha i suoi entusiasmi, e la gioventù segue i suoi richiami. Che dico… le gioventù… perché ogni generazione ha la sua e si nutre di cibi propri e diversi.

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Oggi Facebook è ambito come il pane e, nonostante sia pervaso di menzogne, è prescelto come mezzo di espressione personale. E rimangono nascoste le cifre identificative della propria personalità… Tutti belli, pimpanti, disponibili, ricchi e gradassi. E poi disdegniamo la mascherina che garantisce gli altri da noi, ci ingolfiamo la testa per le compere natalizie, per il cenone, lasciando che il buon senso sia frantumato in malo modo da chi grida al complotto contro l’umanità.

Ahi… questo vento infido mi fa traballare… sto in piazza e la signora Rita mi saluta… ricambio… e l’arco del porto evidenzia la realtà. Nuda… senza volti, esangue… senza nemmeno il battito della coda di un uccellino.