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Una canzone per la domenica (119). Per sempre giovani, tre volte

di Sandro Russo
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La memoria, nella mia fantasia, funziona come un caleidoscopio. Un po’ come il confuso miscuglio di vetrini colorati che nel momento in cui applichi l’occhio si compongono in una struttura perfetta.

Con un’altra immagine mi figuro le associazioni che la memoria compie: non sono verità scientifiche, solo come mi rappresento io il fenomeno. Per me la continua meraviglia delle associazione avviene come per un fenomeno di risonanza acustica. Chi ha esperienze di strumenti musicali potrà capire meglio: “Il fenomeno della risonanza è sfruttato in maniera singolare in alcuni strumenti musicali a corda come la viola di bordone, il sitar e la viola d’amore. Questi strumenti hanno un doppio ordine di corde: il primo – quello direttamente suonato dall’esecutore – funge da sorgente sonora, il secondo ordine di corde vibra “per simpatia”, entrando in risonanza a determinate frequenze” (da Wikipedia).

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Il doppio ordine di corde di una viola d’amore

Ora, per farmi questa rappresentazione visiva e acustica della complessa fisiologia dei neuroni (l’unità cellulare che costituisce il tessuto nervoso), non avevo certo bisogno dello studio matto e disperatissimo della Medicina per anni – o forse anche quello ha influito – sta di fatto che mi sono rappresentato in questo modo il funzionamento della mente… le accensioni di idee, gli oscuramenti, le sovrapposizioni e gli echi… insomma il gran casino nella mia testa.
Immagino che per ognuno funzioni diversamente.

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Inside Out è un film d’animazione del 2015 realizzato da Pixar Animation Studios (leggi qui [4]) e distribuito dalla Walt Disney Pictures, diretto da Pete Docter – Un film che porterà gli spettatori in un luogo che tutti conoscono ma nessuno ha mai visto: il mondo all’interno della mente umana – recita la pubblicità. Un capolavoro!

Tutto questo discorso per introdurre una semplice canzone della domenica?
E’ stata tutta colpa (…o merito?) di un articolo di Rosanna Conte [5], di pochi giorni fa. Parlava del valore degli anziani nella nostra società e riportava un articolo da Avvenire [6] con una citazione di Forever Young di Bob Dylan.
Certo la conoscevo, ma sono andato a risentirla volentieri.
Eccola nell’esecuzione dell’Autore, con i testi inglese e italiano a seguire (per tutti i testi, anche quelli riportati in seguito, cliccare per ingrandire). La canzone è del 1973, dall’album «Planet Waves» del 1974.

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Però…
Mica è l’unica canzone su questo tema e con questo titolo (o molto simile)! Me ne sono venute in mente altre due, che anche presenterò.

Perché una “Canzone per la domenica” può interessare, oltre che per il richiamo musicale, anche per il tema che tratta.
“Vivere per sempre” è il desiderio bruciante dell’umanità che ha attraversato i millenni, creato religioni, dato luogo a capolavori letterari, ben prima di essere tradotto in canzonette.

Il pezzo di Bob Dylan appare più come una lezione morale, una speranza per le nuove generazioni… Mi ha ricordato la famosa poesia If di Rudyard Kipling (quello de Il libro della jungla e di Kim) indirizzata al figlio John che condensava l’etica dello stoicismo vittoriano, del 1895:

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Ascoltiamo invece, e seguiamo il testo, di questa ben più famosa canzone: Forever Young, una canzone della band synth-pop tedesca Alphaville uscita nel 1984 e contenuta nell’album di debutto del gruppo, dal titolo omonimo.

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E di seguito con un titolo che ripropone lo stesso tormento, ecco Freddie Mercury con i Queen in Who wants to live forever, pubblicato nel settembre 1986 come singolo, ma presente nel loro dodicesimo album in studio: A Kind of Magic. 

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Siamo in pieno clima romantico, con il prometeismo dell’uomo moderno che viene fuori dirompente. Non è un pensiero di oggi; questo tema mi ha sempre attirato: il mio articolo sul pezzo dei Queen [12] è del 2014.

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