Ambiente e Natura

Il mare dell’umanità

proposto da Sandro Russo

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Tempi drammatici. Recrudescenza di naufragi nel Mediterraneo.
Con difficoltà i giornali riescono a ritagliare spazio per le notizia dell’ultima tragedia in mare, tra le tante altre di terra, ai tempi del Covid.
Qui sotto un ritaglio di giornale che si riferisce alle ultime settimane:

Recentissima (11 novembre) la notizia dell’ultimo naufragio al largo della Libia, con sei vittime tra cui un neonato di sei mesi, morto poche ore dopo il salvataggio, per assideramento, dopo essere stato tenuto miracolosamente a galla, per ore, dalla giovane madre. Il piccolo Joseph: sarà sepolto nel cimitero dei migranti di Lampedusa.

Da La Stampa dell’11 nov. 2020

Abbiamo cercato indietro, tra le pagine di Ponzaracconta, l’interesse che abbiamo dedicato a questi problemi. C’è sempre stato; semmai colpisce come articoli e denunce dei mesi passati non siano stati recepiti, visto che questi eventi si ripetono tal quali, a distanza di tempo.

Leggi qui, un articolo di Roberto Landolfi, del 2018.

Qui, un articolo dell’ottobre 2019 di Sandro Vitiello: Il cuore grande dei pescatori siciliani.

I problemi dei migranti e del soccorso in mare sono ancora tutti qui; nessun nodo è stato sciolto, se su la Repubblica di ieri 12 nov. 2020 Luigi Manconi, a nome di un comitato di probiviri convocati dal Governo a proposito della regolamentazione delle ONG, pubblicava questo articolo…

Il mare dell’umanità
di Luigi Manconi

Manifesto per le Ong

Luigi Ferrajoli è uno dei più autorevoli filosofi del diritto europei. Ha compiuto ottant’anni lo scorso agosto e ha appena consegnato all’editore Laterza un milione e trecentomila battute (spazi inclusi), equivalenti a oltre 500 dense pagine, dal titolo La costruzione della democrazia. Teoria del garantismo costituzionale, in libreria dal febbraio del 2021.
Tutto in lui suggerisce mitezza: la sottigliezza del profilo, la voce sempre misurata, la tonalità che, nell’argomentare, trasmette pacatezza. Ma quando, venerdì scorso, durante l’audizione presso la Camera dei Deputati, ha dovuto valutare le norme del recente Decreto Immigrazione, la voce di Ferrajoli si è fatta dura.
A suo avviso, l’articolo che limita o vieta l’accesso, il transito e la sosta delle Ong nel mare italiano, produce «l’abbassamento del senso morale a livello di massa».

Questo perché,
«con la penalizzazione di fatto dei soccorsi in mare», si determinano due conseguenze:
– La prima è l’ulteriore indebolimento del già fragile sistema di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, che perpetua le stragi e condanna migranti e profughi alla morte in mare o alla vendetta delle milizie libiche, ai campi di detenzione, alle torture.
Risale a poche ore fa la notizia di un naufragio, a 30 miglia a nord di Sabratha, e di numerose vittime, tra le quali un neonato di sei mesi.
– La seconda conseguenza delle norme punitive nei confronti dell’attività di soccorso è che viene messo in discussione, sospeso, talvolta penalizzato, quello che rappresenta un principio irrevocabile di civiltà giuridica: ovvero il mutuo aiuto come diritto-dovere, che fonda il legame sociale e segna il passaggio da individuo isolato a membro della comunità. In altre parole, il diritto al soccorso come prima espressione di quel diritto alla vita sul quale poggia l’intero sistema dei diritti fondamentali.

Sono queste le considerazioni che hanno indotto le Ong del MediterraneoSea-Watch, Open Arms, Medici Senza Frontiere, Mediterranea, SOS Méditerranée, Emergency, ResQ — a promuovere il Comitato per il diritto al soccorso, chiamato a svolgere una funzione di “tutela morale” delle attività di salvataggio e di difesa giuridica delle sue buone ragioni.

La scorsa settimana il Tribunale di Ragusa ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Open Arms per i fatti del marzo 2018 (salvataggio di 218 persone). Questa è solo l’ultima delle pronunce della giustizia italiana favorevoli alle Ong, al termine di una ininterrotta sequenza di azioni giudiziarie, conclusesi tutte senza una sola richiesta di rinvio a giudizio. E, tuttavia, l’ostilità verso le Ong si è manifestata attraverso una serie di provvedimenti da parte delle autorità italiane, spesso in collaborazione con altri stati membri Ue e con le istituzioni europee.

Ancora: le pressioni di parte italiana nei confronti di stati terzi per richiedere il ritiro della bandiera alle navi di soccorso; l’introduzione del divieto di accesso alle acque territoriali e ai porti italiani per i mezzi delle Ong, con relative sanzioni economiche; il ricorso sproporzionato ad attività di controllo ispettivo e il frequente sequestro delle imbarcazioni (attualmente sono sei quelle sottoposte a fermo amministrativo).

E il nuovo Decreto Immigrazione, come si è visto, riproduce numerose criticità. Ma ciò che più preoccupa è la campagna di delegittimazione in corso da tempo e che rischia di assimilare l’attività di soccorso a un’azione illegale da vietare e sanzionare. Risiede qui la ragione di questo Comitato composto da Vittorio Alessandro, Francesca De Vittor, Luigi Ferrajoli, Paola Gaeta, Federica Resta, Armando Spataro, Sandro Veronesi, Vladimiro Zagrebelsky e chi scrive.

Un organismo, una “lobby democratica”, che vuole contribuire a formare nell’opinione pubblica un costante orientamento di sostegno all’attività di salvataggio.
Un orientamento che solleciti il ripristino di un efficace sistema istituzionale di ricerca e soccorso.
Altra finalità del Comitato è quella di facilitare le relazioni tra le Ong e le istituzioni nazionali, con l’obiettivo di ricostituire condizioni minime di operatività e di collaborazione: sia con le autorità competenti (Ministero dell’Interno e Ministero dei Trasporti), sia con le strutture statuali dell’attività di salvataggio (Guardia Costiera).

Infine, appare urgente promuovere una discussione pubblica intorno al tema del diritto al soccorso come principio essenziale di civiltà giuridica e come legge universale, fondata sul diritto del mare e sul diritto internazionale.
La posta in gioco è cruciale: impedire che quel diritto irrinunciabile finisca sommerso dalle acque del Mediterraneo e dal nostro silenzio.

[Da la Repubblica del 12 novembre 2020]

Un libro di Luigi Ferrajoli, del 2016

***

Appendice del 16 novembre (cfr. Commento di Sandro Russo)

Luca Bottura. Joseph, ti chiedo perdono. Da la Repubblica del 14.11.2020.pdf

1 Comment

1 Comment

  1. Sandro Russo

    16 Novembre 2020 at 08:31

    Una personale (e universale) richiesta di perdono a Joseph (Youssuf), il bambino di sei mesi morto in mare qualche giorno fa.
    Di Luca Bottura, da la Repubblica del 14 novembre u.s.

    In file .pdf nell’articolo di base

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