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Un libro su Achille Campanile, ‘conteso’ da Velletri e Lariano

di Luisa Guarino

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Sta diventando un piccolo caso editoriale il libro “L’umorismo cosmico. Scritti su Achille Campanile” di Rocco Della Corte, pubblicato nel 2019 da Atlantide, casa editrice di Latina diretta da Dario Petti. L’opera è composta da saggi, contributi e testimonianze, e riapre a distanza di anni il filone di studi saggistici sul grande Maestro dell’umorismo italiano.
Nonostante la pandemia abbia posto molti ostacoli alle presentazioni, negli incontri che si sono potuti organizzare, il libro ha sempre incontrato l’apprezzamento del pubblico. E l’opera di Della Corte attualmente sta registrando un notevole interesse tra gli studiosi, testimoniato anche da un articolo apparso qualche giorno fa su Il Mattino di Napoli a firma di Monica Trotta, che parla di questo libro prendendo spunto dalle origini campane della famiglia Campanile, cui è dedicato un capitolo, nonché da quelle salernitane di Della Corte, che si è trasferito piccolissimo con la famiglia a Velletri.

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Achille Campanile

Achille Campanile, nato a Roma nel 1899 e morto a Lariano (Roma) nel 1977 (da Wikipedia), è un genio indiscusso del Novecento italiano, e ha vissuto un’esistenza sulla cresta dell’onda, pur facendo di calma e discrezione le sue doti peculiari.
Mai arrabbiato, sempre pacato, irriverente nei gesti e nelle battute, ha inaugurato un tipo di teatro nuovo – forse inizialmente non per tutti – ed è entrato nel Gotha della letteratura classica grazie a una prolifica produzione a dir poco originale. Come dimenticare infatti alcune sue battute fulminanti, come “Dove vai?”. “All’Arcivescovado. E tu?”. “Dall’Arcivescovengo”, o alcune espressioni diventate proverbiali, come “Centocinquanta, la gallina canta”, oppure “Se la luna mi porta fortuna”.

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Campanile comunque è sempre stato uno “scrittore al confine”: tra serio e scherzoso, tra classico e anticlassico, tra realista e surreale. Al confine anche in senso geografico, con il Lazio al centro: dopo una vita tra Milano e Roma infatti si rifugiò nelle campagne dei Castelli Romani, e scelse per la sua tranquilla vecchiaia insieme alla famiglia un antico casolare che si trova proprio sul confine tra Velletri e Lariano, in zona Arcioni. Il che offre l’innesco a un’altra sua considerazione sottilmente umoristica: “Mentre Omero era conteso da undici città – amava dire lo scrittore – a me basta essere diviso tra due, Velletri e Lariano”. Le quali, a oltre quarant’anni dalla sua morte, campanilisticamente e “campanilescamente” se lo sono conteso e se lo contendono. Essendo “uno scrittore al confine” del resto, non può che dividere e unire allo stesso tempo.

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Rocco Della Corte è nato nel 1992, si è laureato in Lettere all’Università La Sapienza di Roma, dove si è specializzato in Filologia moderna: è giornalista, ha pubblicato nel 2017 la monografia “Giorgio Bassani, professore ‘fuori le mura'” ed è autore di molti saggi di prefazione e postfazione per opere di autori contemporanei. Vive a Velletri, dove tra l’altro cura la manifestazione “Campaniliana” dedicata alla figura e all’opera di Achille Campanile.