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Una lettera al Corriere della sera sulle elezioni americane

segnalato dalla Redazione

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Pubblichiamo una lettera di un lettore del Corriere della sera (edizione odierna), Aldo Cazzullo, titolare della rubrica, cita nella sua risposta il più recente libro di Emilio Iodice.

Corriere della Sera
Rubrica“Lo dico al Corriere”
Mercoledì 11 novembre 2020

Perché Reagan fu rieletto e Donald Trump no
risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
in molti stanno festeggiando il cambio alla Casa Bianca. Ma se Trump era il problema dei progressisti, davvero Biden sarà la soluzione ai populismi? Ci sono questioni, Covid a parte, che implicano interventi, soprattutto militari, che l’incapace Europa ha sempre delegato e che gli Usa hanno ridotto o smesso di fare! Usa che al proprio interno mantengono ancora molte di quelle contraddizioni economico e razziali che periodicamente esplodono! In fin dei conti, mi chiedo e le chiedo: quali dovrebbero essere le caratteristiche di un buon presidente?
Mario Taliani

Caro Mario,
Per rispondere alla sua domanda ho ripreso in mano il libro di Emilio Iodice The Commander in chief, pubblicato negli Stati Uniti e ora disponibile in italiano su Amazon, con il titolo Il comandante in capo.
Iodice è uno studioso e diplomatico americano, orgoglioso delle proprie radici nell’isola di Ponza, che è stato consigliere di sei presidenti degli Stati Uniti, da Jimmy Carter a Obama.
La sua idea di base è che il «comandante in capo» debba essere capace di empatia con il popolo che l’ha eletto, debba essere magnanimo e «compassionevole». Poi certo contano il carattere, la capacità di decidere, il sangue freddo nell’affrontare le crisi.
Trump ha avuto una buona gestione dell’economia, ma una pessima gestione della pandemia.
Posto di fronte alla prima vera crisi del suo mandato, ha oscillato tra negazionismo e prove di forza, confermando di saper costruire una salda alleanza con il suo elettorato, con il «suo» popolo, ma di faticare ad andare oltre lo steccato che lui stesso si è costruito.
Trump non ha dialogato con l’intero popolo americano, non ci ha neppure provato, consapevole anche di scontrarsi contro un muro di ostilità, che si era fabbricato con le proprie mani.
Essere magnanimo e compassionevole non fa parte del personaggio. Altri repubblicani, da Lincoln a Theodore Roosevelt, ne furono capaci. Ronald Reagan, per citare un presidente che Iodice ha conosciuto bene, non era forse così compassionevole, ma era certo empatico; non a caso fu rieletto trionfalmente e votato da molti democratici (i politologi coniarono per lui la categoria di «Reagan’s Democrats»).
Trump non c’è riuscito. Anche se il sovranismo, come lei signor Taliani fa giustamente notare, non finisce certo con lui.

 

Questo il link al “Corriere”: https://www.corriere.it/lodicoalcorriere/?ssoAt=

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