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Lunga vita a libere e giuste elezioni

di Emilio Iodice

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L’opinione di Emilio Iodice all’indomani dei risultati delle elezioni americane.
Articolo tradotto dall’inglese a cura della Redazione. Originale inglese allegato

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Sono in sintonia con le idee espresse da Ezio Mauro nel suo articolo su la Repubblica del 9 novembre (ieri): “Il bene fragile della democrazia” (leggi in file .pdf in fondo al presente articolo).

Gli americani, come tutti coloro che vivono in sistemi democratici considerano la libertà come garantita. Essi danno per scontato che un sistema con delle libere elezioni e una giustizia che si sforza di promuovere uguaglianza e opportunità per lavorare e vivere in pace, continuino, con o senza i punti essenziali citati da Kamala Harris: la partecipazione al processo è essenziale

Negli ultimi quattro anni, milioni di americani si sono svegliati nel pensiero che la democrazia era a rischio. La preoccupazione si è trasformata in attivismo e l’attivismo in partecipazione per proteggere e difendere i diritti sanciti nella Costituzione, come Mauro scrive.

Al tempo della Guerra Civile Americana, Lincoln spiegava a un paese diviso e a un Congresso impaurito che i Padri Fondatori della nazione avevano trasformato “le pallottole in voti” durante la Rivoluzione. Sangue e lacrime erano stati versati per rimuovere il giogo della tirannia britannica così che gli Americani avrebbero potuto votare e scegliere chi li avrebbe governati.

Libere elezioni esistevano negli Stati Uniti nel 1860. Avevano dei difetti, ma erano, per lo più, libere e giuste. Il Sud aveva avuto l’opportunità di fare delle scelte e a causa di ciò, non aveva più avuto la prerogativa di ribellarsi come i coloni avevano fatto nel 1776. É il diritto di voto, che fa la differenza.

Non temo di non poter mantenere la nostra libertà finché abbiamo libere elezioni per scegliere i nostri leader e poterli mandare a casa se non siamo soddisfatti del loro operato.
Se perdiamo questo diritto, allora tutto è perduto e la democrazia finisce.

Le elezioni americane sono state spesso contestate, com’è il caso delle attuali. È un fenomeno salutare che adempie a un profonda funzione di democrazia, dal momento che unisce la partecipazione con la giustizia e la ricerca della verità.

Dovremmo considerare con favore il fatto che Trump voglia una verifica dei voti.
Quando ciò accade dovrebbe enfatizzare il processo elettorale che sarebbe rinforzato dalla norma di legge, specialmente se le decisioni raggiungono la Corte Suprema.

La manomissione dei voti è un crimine grave punibile con pesanti pene e anni di prigione. L’FBI spiega le politiche e sanzioni e ha un “numero verde” per smascherare le violazioni. Maggiori informazioni si possono ottenere a questo sito:
https://www.fbi.gov/scams-and-safety/common-scams-and-crimes/election-crimes-and-security [2]

Nel 2017 un articolo del New York Times (*) ha “misurato” il livello di democrazia in America, poco dopo l’elezione di Donald Trump avvenuta nel 2016. Ha rivelato che “libere e giuste elezioni” costituivano il cuore del mantenimento della libertà.
Sarà lo stesso anche stavolta. Una volta che abbiamo provato che il voto è stato valido, onesto e sicuro, la democrazia tornerà più forte e valida, rinsaldata per affrontare le prove di un futuro incerto

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Michigan. Una manifestazione dei supporter di Trump (Foto da la Repubblica)

Long Live Free and Fair Elections
by Emilio Iodice

I am in accord with the ideas expressed by Ezio Mauro in his article, “Il bene fragile della democrazia”, from la Repubblica.

Americans, like many who live in democracies, take freedom for granted. They assume that the system of free elections, justice that strives to promote equality and opportunities to work and live peacefully continue, with or without the key point made by Kamala Harris: active participation in the process is essential.

In the last four years, millions of Americans woke to the thought that democracy was at risk. Concern turned to activism and activism into participation to protect and defend those rights articulated in the Constitution, as Mauro writes.

On the eve of the American Civil War, Lincoln explained to a divided country and a fearful Congress that the founding fathers of the nation, “turned bullets into ballots” during the Revolution. Blood and tears were shed to remove the yoke of British tyranny so Americans could vote and choose who would govern them.

Free elections existed in the United States in 1860. They had flaws but were, for the most part, fair and just. The South had the chance to make choices and because of this, it did not have the privilege to rebel like the colonists did in 1776.
It is the right to vote that makes the difference.

I am not afraid of preserving our freedom, as long as we have fair elections to select our leaders and can send them home when we are not satisfied with their performance.
If we lose this right, than all is lost and democracy ends.

American elections have often been contested, as this one is now. It is a healthy phenomenon that fulfills the deepest sentiment of democracy because it unites participation with justice and the search for truth.

We should welcome the fact that Trump wants a recount.
When it happens, it should emphasize the electoral process which will be reinforced by the rule of law, especially if decisions reach the Supreme Court.

Tampering with votes is a serious felony punishable by heavy fines and years in jail. The FBI explains the policies and penalties and has a “hot line” to unmask violations and can be found on this site: https://www.fbi.gov/scams-and-safety/common-scams-and-crimes/election-crimes-and-security [2]

A 2017 article in the New York Times “measured” the level of democracy in America, shortly after the 2016 election of Donald Trump. They discovered that “fair and free elections” were at the heart of the process of liberty.
It will be the case this time as well. Once we prove the voting was honest, safe and secure, democracy will return, stronger, healthier and better able to deal with an uncertain future.


Note

(*) – Articolo dal New York Times:
Democracy in America: How Is It Doing?
(Democrazia in America: come sta andando?)
by Claire Cain Miller and Kevin Quealy – 23 febbraio 2017
https://www.nytimes.com/2017/02/23/upshot/democracy-in-america-how-is-it-doing.html [4]

Articolo da la Repubblica del 9 novembre 2020: Editoriale Ezio Mauro. Il bene fragile della democrazia [5]

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Aggiornamento del 23 novembre

Riceviamo in redazione la comunicazione di questo appuntamento in video, della B.I.L.S. Bocconi-students International Law Society, per il 24 novembre p.v. [6]

24 NOVEMBRE 18:00-19:30
US ELECTIONS 2020:
Conseguenze per l’Italia tra economia, geopolitica e relazioni internazionali

SPEAKERS:
Dott. Stefano Graziosi (La Verità)
Prof. Emilio Iodice (Fondazione Italia-USA).
Prof. Paolo Magri (Direttore ISPI)

Il relativo video sarà visionabile sul sito appena disponibile in YouTube