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Storia delle alienazioni a Ponza e fake-news

La Redazione

Riceviamo e pubblichiamo:

di Mario La Rocca

Nell’articolo pubblicato in data 1 novembre 2020 dal titolo “Storia delle alienazioni a Ponza [1]” l’autore, con tono:

riporta una notizia totalmente falsa riguardo alla provenienza dello scoglio Ravia, perché o da lui inventata o frutto di fonte di informazione non attendibile e, comunque, da lui non verificata, emergendone un’immagine del pittore Claus Wallner come quella di un qualche losco faccendiere o profittatore, non è dato sapere se, purtroppo, anche a Ponza presente in qualche esemplare.

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Claus Wallner

Una vera fake-news in sintonia con l’intuizione di Umberto Eco in merito al pericolo dell’uso dei social da parte di quelle che lui definiva “legioni di imbecilli”.

Si ritiene, pertanto, necessario ripristinare la verità, dando un’immagine del pittore Claus Wallner più coerente con la verità per quanto attiene al suo rapporto con l’isola di Ponza.

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Ursula Querner

Nel 1961 la coppia costituita dal pittore Claus Wallner e dalla scultrice Ursula Querner acquistò, da privati, lo scoglio Ravia con annesso manufatto con lo scopo di ristrutturarlo e destinarlo a loro atelier artistico e residenza estiva.

La ristrutturazione, con il fattivo aiuto di Pino D’Andrea, architetto, e Vincenzo Marcone, costruttore, venne eseguita nel rispetto di tutte le norme all’epoca vigenti e con l’acquisizione di tutti i necessari pareri e nulla-osta.

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Ponza Mia Anno 1 – N° 10 – Ottobre 1965

La coppia di artisti, con le loro due figlie Florentine e Dorothee, all’epoca bambine, trascorreva sullo scoglio Ravia fino a 4 mesi l’anno per realizzare, con lavoro quasi a tempo pieno, le loro opere che tanta notorietà hanno dato all’isola di Ponza, anche con servizi giornalistici, sia sulla stampa che in televisione, che, documentando la loro arte, illustravano anche il sito, l’ambiente e l’atmosfera in cui erano realizzate.

A Ponza i due artisti seppero immediatamente relazionarsi con moltissimi ponzesi con sincerità ed affetto, ricambiati, ed agire sempre come cittadini, sia pure, per adozione.

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La famiglia Wallner –Claus Wallner, Dorothee Wallner, Ursula Querner, e Florentine Wallner

Oggi tanti amici ponzesi hanno esposti nelle loro case disegni, incisioni, quadri e sculture, testimonianza dell’amore e dell’affetto nutrito da questi due artisti “di nazionalità germanica” per l’isola di Ponza.

Ad ulteriore riprova dell’affetto che Claus nutriva per tutta la collettività dell’isola di Ponza vi sono da ricordare le vetrate policrome, di cui lui è stato uno dei più grandi maestri in epoca moderna con importanti e grandiose opere realizzate nelle principali cattedrali e chiese della Germania, regalate, di cui una nella finestra della facciata frontale della Chiesa della SS. Trinità, in zona porto, raffigurante san Silverio, e le altre di ornamento, con simboli della cristianità, del confessionale della Chiesa di San Giuseppe in zona Santa Maria, entrambe rimosse perché deteriorate a causa, purtroppo, di carenza di manutenzione.

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Claus Wallner – Bozzetto per la vetrata con San Silverio

Nel frattempo lo scoglio Ravia è diventato “italo-tedesco” e, quindi, “europeo”, perché dal 1983 la figlia Florentine è sposata con Mario La Rocca, ingegnere di ltri, e, grazie al suo continuo impegno ed all’aiuto di amici, soprattutto ponzesi, in primis Peppino Marcone, si è continuamente operato perché “La Casa sull’lsolotto” (titolo della puntata del 9.07.2011 della trasmissione televisiva Linea Blu) resistesse alle intemperie, alle levantate ed alle mille difficoltà che si creano di continuo in un sito particolarmente esposto alle condizioni meteo-marine, e si conservasse “bella”, anche per una doverosa e rispettosa riconoscenza alle bellezze di Ponza.

La passione per l’arte e il legame affettivo con l’isola sono poi proseguiti con le figlie, come anche testimonia l’articolo a firma di Gino Usai pubblicato sul numero del 3 dicembre 2011 di questa testata  dal titolo “La Chiesa della SS. Trinità” dove è testualmente riportato: “Per ultimo è da annotare il pregevole affresco effettuato su un riquadro del tamburo, che rappresenta S. Silverio inginocchiato sull’arenile di Ponza in abito monacale, per mano della pittrice ponzese, di origine tedesca, Florentine Wallner.”

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Questo affresco, per il quale posò il marito della pittrice, fu realizzato per determinata volontà e grande devozione al Santo Patrono della signora Maria Di Fazio, anche per questo meritevole di perenne riconoscenza da parte di tutti i ponzesi, sia di nascita che per scelta.

Altra testimonianza di questo legame affettivo con l’isola di Ponza è, inoltre, fornita dal progetto, illustrato da Florentine nella citata puntata del 9.07.2011 della trasmissione televisiva Linea Blu, di organizzare, sull’isola, una sorte di “Settimana-vacanze” che prevedeva, sullo Scoglio Ravia, stages artistici e culinari dal titolo “Corso di pittura… e cucina: gemalt, gekocht, gegessen (dipinto, cucinato, mangiato)” rivolto al mondo artistico tedesco. Il progetto, presentato alla kunsthalle (museo) di Amburgo con vasto riscontro, si è poi arenato di fronte alle difficoltà dei collegamenti con Ponza.

Il progetto, peraltro, non era assolutamente mirato ad avviare attività di ricezione turistica sullo scoglio Ravia, sia per oggettiva mancanza di spazi nonostante sia “una grande villa”, sia per disinteresse e sia, soprattutto, perché abbiamo sempre ritenuto che noi, ospiti dell’isola, non dovessimo fare gli operatori turistici entrando in  concorrenza con i ponzesi.

Ancora oggi, a distanza di molti anni dalla loro scomparsa, i due artisti, con le loro opere, continuano a diffondere l’immagine di Ponza nel mondo. Risale, infatti, soltanto a pochi anni fa una mostra ad Amburgo dal titolo emblematico: Due artisti tra due mari, il mar del nord ed il mar mediterraneo, Ursula Querner e Claus Wallner, Amburgo e Ponza.

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Claus Wallner – Il bastimento Jazmin nella rada del porto di Ponza

Sono a conoscenza che non è nelle intenzioni delle figlie del pittore Claus Wallner, al momento, chiedere una doverosa smentita all’autore dell’articolo, pur avendone legittimamente diritto, fiduciose che la stessa avverrà per un sia pur suo minimo moto di orgoglio.

Non è da galantuomo, peraltro, gettare fango, con fake-news , su una persona che non c’è più e che, quindi, non è più in grado di difendersi e, successivamente, informato sulla la verità dei fatti, non ravvedersene riconoscendo, invece, che, in tutta, la sua vita, il pittore Claus Wallner ha sempre agito da persona  perbene.