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Fatta la legge, trovato l’inganno

di Piero Vigorelli

 

Ringrazio Luisa Guarino per la sua cortese chiosa alla mia “Doverosa precisazione”  (leggi qui) [1] riguardo un suo testo riguardante l’ex Infermeria e il Municipio che diventeranno beni comunali (leggi qui) [2].

Mi permetto anche di ringraziare il Dott. Biagio Vitiello che ha ampliato il ragionamento sulle “alienazioni” (leggi qui) [3], citando esempi negativi del passato, – dalla Villa Comunale di Zannone distrutta dal Parco, alla Villa delle Tortore.
Il Dott. Vitiello ha citato anche l’esempio positivo dell’apertura al pubblico di due cisterne romane (ora ri-chiuse), realizzata dall’Amministrazione Vigorelli.
Tuttavia anche il Dott. Vitiello è incorso in un’inesattezza, che impone un’altra doverosa precisazione. Infatti, il Dott. Vitiello ha rimproverato garbatamente l’Amministrazione Vigorelli di non aver pensato di alienare (acquisire) il Faro della Guardia per una fruizione  pubblica.
Non è vero, come documenterò più avanti.

[4]

Devo anche dire che mi fa piacere che si sia aperto questo dibattito sulla possibilità che aveva il Comune di Ponza (come tutti i Comuni) di poter acquisire al proprio patrimonio alcune proprietà appartenenti allo Stato/Demanio.

Non bisogna vedere la cosa come un semplice “passaggio di proprietà”.
Un Comune, arricchendo il suo patrimonio, diventa più solvente, può valorizzare il nuovo bene, può utilizzarlo per fini pubblici o sociali o culturali. Può anche darlo in affitto o venderlo, per assicurare nuove entrate per il bilancio (quello di Ponza è disastrato e ne avrebbe urgente bisogno).
Tutto questo – a regola – doveva essere il risultato di un Decreto Legge sul Federalismo Demaniale (DL n. 69 del 21.06.2013) del governo Letta.

LE NOSTRE RICHIESTE DI ALIENAZIONE
La nostra Amministrazione, una volta approvato il Decreto Legge del governo Letta, si è subito attivata facendo una ricognizione dei beni (proprietà) appartenenti allo Stato/Demanio e nel giro di quattro mesi ha cominciato a produrre richieste al Demanio Nazionale di alienazione dei seguenti beni:

– Padiglione dell’Orologio (cioè la Sede del Comune), in data 16 ottobre 2013, quale bene da “destinare a finalità pubbliche-istituzionali dell’Ente (sedi istituzionali, di rappresentanza, uffici)”.

– Cenobio (ex infermeria),in data 30 ottobre 2013, quale bene da “destinare a finalità pubbliche-istituzionali”. Ipotizzavamo un utilizzo come foresteria e uffici.

– Annesso del Semaforo del Monte Guardia, in data 16 ottobre 2013, quale bene “da valorizzare in ottica di mercato o dell’alienazione”.

Non è l’edificio principale, che è stato oggetto di trasferimento al Comune nel febbraio 2012, quando a Ponza c’era il Commissario Prefettizio. E’ appunto l’edificio più piccolo, che il Commissario si era dimenticato di chiedere.

– Arenile di Sant’Antonio (sarebbe il marciapiede dove insiste il “Rifugio dei Naviganti”), in data 16 ottobre 2013, quale bene da “destinare a finalità pubblico-sociali ad uso diretto o indiretto della collettività”. Pensavamo a una ristrutturazione del marciapiede, per dare continuità di decoro con l’altro versante lungo la spiaggia, mantenendo le attività produttive esistenti.

– Faro della Guardia, in data 30 ottobre 2013, quale “bene da valorizzare in ottica di mercato ai fini di una messa a reddito o alienazione, nell’interesse diretto o indiretto della collettività”.

Il Dott. Biagio Vitiello evidentemente non era quindi informato di questa nostra richiesta.

– Ex Caserma della GdF al Molo Musco, in data 22 novembre 2013, quale bene “da destinare a finalità pubblico-istituzionali dell’Ente”. Sapevamo che sarebbe stata dura, ma volevamo provarci.

– sede della Pro Loco al Molo Musco, in data 29 novembre 2013, quale bene “da destinare a finalità pubblico-sociali” (da confermare in uso alla Pro Loco).

– piccolo locale al lato del faro del Molo Musco, in data 28 novembre 2013, quale bene “da destinare a finalità pubblico-sociali”. Avevamo ipotizzato di assegnarlo come ufficio agli Ormeggiatori di Ponza.

– terreno a Cala Feola (zona Villaggio dei Pescatori), in data19 novembre 2013, quale bene destinato a realizzare un parcheggio per i residenti.

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In totale, l’Amministrazione Vigorelli ha presentato ben 9 (nove) richieste di trasferimento al Comune di proprietà dello Stato/Demanio.

L’OTTUSITA’ DEI BUROCRATI
Fatto questo, ci siamo scontrati con quella malattia peggiore del Covid rappresentata dalla burocrazia invasiva e dal rimpallo delle responsabilità, che uccide lentamente e inesorabilmente qualsiasi iniziativa tesa alla valorizzazione di beni che lo Stato/Demanio spesso non ha in alcuna cura.
Un’ottusità sconcertante.
Ad esempio, il Demanio ha negato il trasferimento del locale della Pro Loco, “considerato che la Capitaneria di Porto di Ponza ha la necessità di ulteriori spazi”.
Che cosa state mai dicendo, – abbiamo risposto chiedendo un riesame della pratica il 20 gennaio 2017. “Un buco di pochi metri quadrati, è poco credibile che possa risolvere i problemi di spazio della Capitaneria”. Niente da fare.
Altro esempio, il diniego del terreno a Cala Feola. Il Demanio ha rigettato il trasferimento sostenendo che si trattava di un terreno classificato come “minerario”.
Guardate – abbiamo replicato nella nostra domanda di riesame -, che la miniera è a Cala dell’Acqua e non a Cala Feola! Niente da fare.

C’è stato un SI, riguardante il marciapiede di Sant’Antonio, che dal 2014 è quindi di proprietà comunale.
NO assoluto, invece, del Demanio Nazionale per il Faro della Guardia. Con lettera dell’11 aprile 2014, ci hanno risposto che “il bene dal 10.06.1968 è in consegna al ministero della Difesa, che interpellato ha confermato che i beni in esame risultano necessari per lo svolgimento di attività istituzionali dell’Amministrazione della Difesa”.
Come tutti i Ponzesi sanno, lo stesso Ministero della Difesa ha poi acconsentito a che il Faro della Guardia fosse messo a reddito per 19 anni da parte di privati. Anche questa è una “attività istituzionale”?
E sta di fatto che il privato vincitore del bando, che doveva ristrutturale e mettere a reddito il Faro, al momento non ha messo neanche un mattone o un chiodo. E il Faro è lì che langue.
Altro NO assoluto per l’ex Caserma della GdF, che tuttavia ora è stata ristrutturata per ospitare il nucleo navale della Finanza.

Per quanto invece si riferisce al Padiglione dell’orologio (sede del Comune), al Cenobio e all’annesso del semaforo del Monte Guardia, il Demanio Nazionale ha classificato questi tre beni come di “interesse storico e artistico”.
Questo voleva dire che le proprietà non potevano essere trasferite al Comune sulla base del federalismo demaniale (DL di Letta del 2013), bensì sulla base della legge del 2010 del governo Berlusconi, riguardante appunto questi beni storico-artistici. Secondo l’art. 5 di questa legge, il trasferimento è possibile solo a seguito di un “piano di valorizzazione”.

[6]

Tuttavia, – ci spiegava il Demanio nel 2014 -, l’art. 5 della legge del 2010 non poteva essere attivato dal Comune, perché non erano state ancora varate le norme attuative a firma del Presidente del Consiglio (cioè, in ordine, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi).

Capito come spesso funzionano le cose in Italia?

Le norme attuative sono arrivate a fine 2016 (dopo sei anni dall’approvazione della legge !) e il 21 marzo 2017 l’Amministrazione Vigorelli ha così potuto fare richiesta di attivare la procedura dell’art. 5.
L’attuale amministrazione ha poi portato avanti questa pratica per quanto si riferisce al Padiglione dell’orologio e al Cenobio. Ma non per il Semaforo del Monte Guardia..

La conclusione dev’essere molto amara.
E’ stata approvata una legge sul federalismo demaniale che si è impedito di applicare.