Alongi Riccardo

Una canzone per la domenica (117). Il corpo del reato, di Iosonouncane

di Riccardo Alongi

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Questa è una canzone della domenica, della domenica mattina quando ancora tutti dormono. È la canzone del telefono che squilla fuori orario, che squilla alle prime luci dell’alba di una qualsiasi domenica e, ancor prima di rispondere, sul petto senti una pressione possente che ti lascia senza fiato.

È la canzone di quella maledetta domenica in cui passi dal sonno profondo alla veglia lucida in un baleno perché già lo senti. Già lo sai.
Il corpo del reato di Jacopo Incani – in arte Iosonouncane – è uno strazio. È lo strazio di chi vive il momento in cui perdi un amico, e sei solo, e non sai cosa fare, e non sai più niente, e ti abbandoni nel momento, tra momenti di isteria e di folle lucidità.
Il brano è contenuto in “La Macarena su Roma” disco – folle – d’esordio dell’autore.
Per chi volesse scoprire Iosonouncane consiglio DIE (2015) che credo rimarrà nella storia della musica italiana. È il racconto intimo dell’isola, dell’isola fatta di sale, dell’isola fatta di sudore e fame, fatta di sete, dell’isola fatta di mare, “di terra impastata e nera al sole”.

Alzati, andiamo,
non fare il cretino
non fare il bambino
ti porto a casa
ti porto in braccio
tornando a casa ci fermiamo a fare colazione
un cappuccino
le paste alla crema
una sigaretta
andiamo a casa
cosa vuoi fare?
vuoi stare lì tutta la notte sull’asfalto
vuoi riposare?
non lo senti il maestrale?
che umidità! mi spezza le ossa
mi sento male
andiamo a casa
lasciati andare
ti tengo forte
ve l’ho detto mille volte di rallentare,
andiamo non ci pensi a tua madre?
non ci pensi a tua madre?
ci sta aspettando
ha appena preso la pensione
ma pensa a tua madre
ma pensa a tua madre
è rimata lì inchiodata
crocefissa sul portone di casa
in bella mostra in mezzo alla strada
Attenti al cane! attenti al cane! no!
attenti a tua madre! attenti a tua madre! attenti a tua madre!
non dice niente non si lamenta
sospira soltanto
dovresti vederla
sulla pancia con lo spray le hanno scritto JUVE MERDA
JUVE MERDA
coi piedi coperti di fiori
si guarda la pancia,
la scritta intendo
e lo sa meglio di me lo sa meglio di te
che per un figlio appena dato
uno nuovo tale e quale è ricevuto
e me lo ha chiesto balbettando
di prendere in ostaggio il direttore di una qualche agenzia di viaggio
ma gliel’ho detto
non c’ho le palle,
non c’ho il coraggio
Alzati, andiamo
è quasi mattino
mi sto addormentando
pulisciti il viso mi fai impressione
mi stai spaventando
andiamo, lasciati sollevare
che pensi di fare?
se pensi di fare qualcosa di originale ti stai sbagliando
non c’è niente di più scontato
di più normale
è molto meno originale di quelle scarpe
che detto tra me e te davvero
le ho viste ai piedi di almeno 300 persone
andiamo, torniamo in paese
dovresti vedere cos’è successo,
ma non sei un po’ curioso?
ma te lo giuro,
sembra di stare in un posto nuovo
Dopo trent’anni abbiamo vinto le elezioni,
te lo giuro
è stato proprio un colpo duro per loro
mia madre ha pure pianto
ed io ho fatto lo stesso
si respira un’aria nuova
c’è un bell’entusiasmo
e da quest’anno si balla in un chiosco appena aperto sulla spiaggia
tutti i giorni
tutti a bere sulla sabbia
e i balli di gruppo, i latino americani,
poi fino all’alba con la techno
e stiamo già organizzando un bel torneo di pallavolo
di calcetto
di biliardo
la caccia al tesoro
la sagra del pane
del pesce
del maiale
e se ti perdi tutto questo
sei proprio un fesso
Allora hai deciso
sei proprio convinto di fare qualcosa
qualcosa di originale
non vuoi tornare
ma sai che ti dico?
sei proprio un cretino
non ci stupisci
non mi sorprendi
stammi ad ascoltare un pochino
quelli come te lo sappiamo
stanno al mondo solo perché c’è spazio
mani strappate all’enalotto le tue,
mani strappate all’enalotto
quelli come te lo sappiamo
son stati vivi solo quando sono morti
mani strappate al voto di scambio le tue,
mani strappate al voto di scambio
ma lasciati abbracciare, ti riporto a casa,
ti riporto da tua madre
ma guardami in faccia non mi riconosci?
andiamo a casa non farmi disperare
non so che cosa fare,
ormai non mi rispondi,
hai deciso
sei testardo
sei convinto
ascoltami bene ti stai sbagliando
ascoltami bene ti stai sbagliando
la verità sta nei dettagli
e allora te li elenco
ti regalo altri minuti del mio tempo
Strada provinciale centosessanta
in lontananza un pezzetto di mare
notte fonda cielo sereno
l’estate alle porte
un leggero maestrale
fiat punto nera del duemila
trecentomila i chilometri percorsi
cerchi in lega da quindici pollici
un impianto stereo davvero eccezionale
il corpo steso sulla schiena
di un trentenne sull’asfalto
ha già smesso di respirare
abbigliamento sportivo curato
costoso nella norma
niente di originale
nelle tasche cinque euro e pochi spicci
un mazzo di chiavi
due cellulari
sul braccio destro un tatuaggio tribale
e sulle mani calli e vesciche
profonde
da muratore.

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2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    2 Novembre 2020 at 19:12

    Non conoscevo iosonouncane. Mi ha subito incuriosito questo modo di recita cantata. Ho approfondito. Grazie

    http://ilbuioinsala.blogspot.com/2019/07/il-corpo-del-reato-quando-la-musica.html?m=1

  2. Sandro Russo – Vincenzo Ambrosino

    10 Novembre 2020 at 18:58

    Vincenzo ha messo un commento a questa canzone il 2 novembre scorso (v. sopra) – il giorno dopo la pubblicazione del brano di Iosonouncane in “Una canzone per la domenica – ma solo oggi per caso, scorrendo la “coda di SPAM”, ho notato che inspiegabilmente era finito lì.
    L’ho rimosso e pubblicato e ora mi scuso con lui a nome della Redazione.
    Per l’occasione ho aperto l’interessante link e riletto con nuova attenzione la canzone, che è impegnativa, urticante, ma molto suggestiva; forse non del tutto accessibile ad un ascolto superficiale
    Buona (ri)lettura a tutti.

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