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Storia delle alienazioni a Ponza

di Biagio Vitiello

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Nelle alienazioni dei beni dello Stato, le amministrazioni Ponzesi di errori  ne hanno fatto sempre tanti, e sappiamo il perché (bisogna non “distorcere” la realtà dei fatti…).

Quando l’amministrazione Sandolo permise ad un privato (il prof. Silvio Baridon) che acquistasse la Torre dei Borbone (per due milioni di lire), permise anche ad un altro privato, di nazionalità  germanica, che acquistasse lo scoglio Ravia (ex fortino Bentik) per farvi una “bella” e grande villa.

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La Ravia

Riguardo a Zannone, l’inclusione nel Parco del Circeo, per volontà dell’amministrazione Vitiello (e sappiamo bene il perché: un uomo molto influente di quella amministrazione non poteva più andarvi a caccia, e quindi…), non ha mai portato alcun beneficio alla collettività ponzese. Infatti la villa comunale è diventata un rudere pur essendo stata utilizzata dal Parco.
Di chi è la colpa? Dell’amministrazione o del Parco..? Poi non si fece mai nulla per recuperare il Faro di Capo Negro, pur essendo l’isola originariamente tutta del comune di Ponza, e il Parco lo ha preso dalla Marina Militare in comodato d’uso ad eccezione di un appartamento e della lanterna.

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Il faro di Zannone

Per quanto riguarda l’ex Infermeria di via Roma, l’amministrazione Balzano si batté strenuamente per evitare che passasse alla Guardia di Finanza, ma non vi riuscì. Mentre non fece nulla per alienare a proprio favore il Carcere mandamentale, il Posto di guardia Fascista al Fieno, la Cisterna romana alle spalle del Comune, ecc.

Sempre Balzano non permise che la villa delle Tortore venisse assegnata, con un’asta fallimentare, ad un privato, procedendo ad acquistarla. Poi, l’amministrazione  Porzio fu costretta a venderla alla Regione Lazio, per rimpinguare le casse comunali ridotte all’osso.

Sempre l’amministrazione Porzio prese il Semaforo della Guardia per farvi un centro studi polivalente, ma non avendo portato a compimento quel progetto, lo Stato lo ha rivoluto indietro.
Spero che questo non porti ad una grande speculazione, visto il tentativo poi sfumato, sempre di un privato (durante l’amministrazione Sandolo), di voler fare del Semaforo un albergo a cinque stelle, collegato al porto con una funivia.

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Il Semaforo di Monte Guardia

Durante la precedente amministrazione non si è pensato di alienare, per una fruizione pubblica, il Faro della Guardia, ma si è preferito impegnarsi per un progetto di messa in sicurezza della strada, comunque poi mai realizzato.  Così quel faro, attraverso il progetto Valore Paese-Fari, andrà in fitto ad una società privata, con il rischio di un’operazione speculativa, se non vengono rispettati i vari vincoli previsti. Speriamo che non accada mai di vedere in quel luogo una pista di atterraggio per elicotteri e un porticciolo alla base del Faraglione. Ne uscirebbe stravolto. Il luogo, sappiamo, è interessato dal PAI ed è in zona di serbatoio genetico  secondo il Piano Regolatore di Ponza (ma siamo a Ponza… e chi è “potente” ha costruito e costruisce dove gli pare).

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Il faro della Guardia

Ora, di edifici storici ancora da alienare  ne rimangono ancora pochi: alcuni locali-depositi intorno al faro del porto, attraverso il cui recupero ed utilizzo si potrebbero fare tante iniziative culturali ed economiche.

Purtroppo, le amministrazioni non hanno mai fatto nulla  (o hanno fatto poco) per rivalutare i monumenti storici, né fatto buon uso dei beni recuperati (tranne quella di Vigorelli con le cisterne Romane, ora chiuse). Bisognerebbe che questa e le future amministrazioni si impegnassero a promuovere, soprattutto con il coinvolgimento dei privati in operazioni di partenariato, azioni di restauro e recupero per una pubblica fruizione, quello che ci resta ancora di antico: la cisterna della Parata, quella del Serpente, la necropoli ai Guarini e quella del Bagno Vecchio, il Forte Papa e quello di Frontone ecc.

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Ingresso Grotta del Serpente

Tutto questo avrebbe un grande senso culturale e costituirebbe un interessante polo di attrazione turistica, diversa da quella tipicamente balneare.