Ambiente e Natura

Ponza, ex Infermeria e Municipio diventano beni comunali

di Luisa Guarino

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Buone notizie per il trasferimento dei beni del Demanio al Comune di Ponza, un iter che vede i primi contatti nell’estate 2017 e inizia a prendere forma nel febbraio dell’anno successivo: un cammino non breve né semplice, che comunque procede in maniera sempre più spedita, anche grazie alla grande sensibilità e attenzione mostrata fin dall’inizio nei confronti di Ponza e della sua Amministrazione comunale dal direttore regionale del Demanio, Giuseppe Pisciotta.
E’ di qualche giorno fa un incontro in videoconferenza del Tavolo tecnico operativo richiesto dal Comune di Ponza in materia di “Federalismo Demaniale Culturale”, per l’approvazione di massima dei due Programmi di valorizzazione presentati, riguardanti gli immobili demaniali denominati Padiglione Orologio Nuovo e Cenobio – ex Infermeria. Ad esso, presieduto dal rappresentante del Mibact, Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, hanno partecipato l’Agenzia regionale del Demanio, la Soprintendenza delle province di Frosinone, Latina e Rieti, il consigliere del Comune di Ponza Carlo Marcone, delegato al Demanio.



Al centro dell’incontro l’approvazione di massima dei “Programmi di valorizzazione” presentati dal Comune di Ponza lo scorso 30 luglio per l’acquisizione a titolo gratuito degli immobili demaniali denominati “Padiglione Orologio Nuovo”, corrispondente all’attuale Municipio, e “Cenobio – ex Infermeria” adiacente alla chiesa della SS. Trinità, su Via Roma.
La procedura di trasferimento dei beni di interesse storico-artistico – ai sensi dell’art.5, comma 5, del Decreto Legislativo n.85/2010 in materia di Federalismo demaniale culturale – prevede infatti la redazione di un Programma di valorizzazione per ciascun edificio interessato, che indichi, oltre agli obiettivi di tutela e conservazione del bene stesso, anche le attività di promozione culturale che vi si svolgeranno.



Dopo l’introduzione da parte del Mibact è stata data la parola all’ingegner Francesco Berardi, il professionista incaricato dal Comune di Ponza di elaborare il Programma di valorizzazione, il quale ne ha illustrato obiettivi, strategie, lavori previsti, piani di sviluppo culturale, modalità di attuazione, sostenibilità economica e tempi di realizzazione.
Al termine dell’esposizione tecnica, i presenti hanno commentato favorevolmente i due Programmi presentati; in particolare, il consigliere Marcone ha messo in evidenza l’impegno finanziario che il Comune sosterrà “per consentire a Ponza di migliorare la sua offerta culturale attraverso percorsi opportunamente studiati, che permetteranno agli abitanti e ai turisti di conoscere parte del patrimonio storico-archeologico, che è depositato in magazzini, senza possibilità di poterlo vedere”.

Dopo i vari interventi, i soggetti istituzionali presenti al Tavolo tecnico hanno dato all’unanimità l’approvazione di massima sui due Programmi di valorizzazione presentati.
Particolarmente entusiasta il consigliere Marcone, che ha espresso grande soddisfazione per questo importante risultato che consentirà a Ponza di intraprendere iniziative culturali di grande rilievo. In virtù del Federalismo demaniale culturale, e una volta che avrà la titolarità dei beni in questione finora inesistente, il Comune di Ponza, oltre a utilizzare i propri fondi di Bilancio, potrà chiedere un mutuo decennale alla Cassa depositi e prestiti.



Nel Programma di valorizzazione redatto dall’ingegner Berardi si prevede una tempistica di tre anni di lavori, a partire dalla cosiddetta “data zero”, che coinciderà con il trasferimento dal Demanio al patrimonio comunale, fino all’inizio dell’attività culturale vera e propria. Il Comune di Ponza dunque acquisirà l’intero palazzo del Municipio e l’ultimo piano dell’ex Infermeria, che a loro volta si trovano in pieno centro storico e non distanti dalla cosiddetta Cisterna del Corridoio, aperta qualche anno fa (anche se la scorsa estate essa è rimasta chiusa, così come quella della Dragonara). Tra gli obiettivi prioritari, come è facile intuire, ci sarà l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Il Municipio sarà quindi inserito in un percorso turistico-culturale grazie a visite guidate, con i locali fruibili al di fuori degli orari d’ufficio e di sabato e domenica, con una saletta multimediale in cui far sostare un numero limitato di persone. Questo tipo di attività verrà svolta da giugno a settembre: inoltre da ottobre e marzo essa sarà riservata ai residenti, in particolare agli studenti e alle associazioni.


1 Comment

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  1. Francesco De Luca

    30 Ottobre 2020 at 22:17

    E’ davvero una bellissima notizia. Perché significa che nell’Amministrazione si è compreso finalmente che per promuovere iniziative (a fini culturali e sociali) occorrono locali.
    E’ un concetto semplice ma se l’indifferenza o il tornaconto politico, e talvolta tutti e due assieme, prosperano nell’Amministrazione, si causano sciagure di cui apparentemente nessuno paga le conseguenze. E invece esse vengono sofferte dalla comunità intera, ovvero da tutti noi messi insieme.
    Non parlo a vanvera ma con cognizione di causa. Errori madornali si fecero quando si concesse la Torre dei Borbone ad un privato per trarci un albergo; oppure quando si alienò Zannone allo Stato senza averne valutato gli effetti futuri; oppure quando si concesse la villa delle Tortore alla Regione; oppure quando si lasciò lo stabile che aveva ospitato l’Orfanotrofio alla Guardia di Finanza.
    Errori enormi perché privarono la comunità isolana di locali che sarebbero potuti servire per funzioni sociali.
    Ponza manca di locali da poter utilizzare per iniziative pubbliche, prime fra tutte quelle utili agli anziani e ai giovani.
    Oggi, grazie a Ponza-racconta, si sta evidenziando la necessità che l’isola disponga di locali ove si possa accedere alla connessione internet gratuitamente e pubblicamente, per i giovani prioritariamente. Lo Smart Working sarebbe una favola… e proprio per questo va alimentata la richiesta. Straordinario sarebbe vederne condivisa l’idea.
    E dunque iniziative come questa di ritornare ad utilizzare i locali dell’ex-Cenobio sono espressioni di una avveduta consapevolezza. Così come quella di ritornare a disporre della villa delle Tortore.
    Rimane ancora da dire che sarebbe opportuno dare a persone affidabili la responsabilità di gestire i locali, se no divengono insano appannaggio di chiese private, o magazzini di materiale vario. Tutti posseggono la chiave e nessuno cura l’ordine (e se ne vedono gli squallidi effetti).
    Parlo con cognizione di causa perché ho più volte potuto disporre di locali comunali e ne ho fatto sede per mostre (quella sui Volti di san Silverio), o per incontri culturali (nell’inverno del 2012).
    Senza la responsabilità diretta e personale prende piede il ‘vogliamoci bene’ che favorisce alcuni e penalizza tutti.

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