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Epicrisi 301. Vediamoci un po’… da lontano

di Giuseppe Mazzella

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Forse siamo troppo immersi nel nostro quotidiano, stretti tra contingenze ed emergenze, non solo Covid, per avere quella calma necessaria per riflettere e valutare i problemi della nostra isola. A questo proposito arrivano i contributi, per nostra fortuna, da chi, magari, pur non essendo ponzese e vivendone lontano, ha dentro di sé un legame tenace e affettuoso con la nostra realtà, come la lettera accorata e basita di Paolo Grippo (leggi qui [2]), che si rivolge in maniera propositiva per dare un proprio contributo, senza peraltro ottenere risposta, almeno al momento. O la mail giunta in questa settimana da Simonetta Gatti (leggi qui [3]) sulla vexata quaestio dell’utilizzo della spiaggia di Giancos. Questo per dire: cerchiamo di sforzarci di essere più oggettivi, senza essere condizionati da visioni partitiche o da preconcetti. In fondo ognuno può contare se non altro sul buon senso che, unito alla conoscenza un po’ più accurata del problema, è in grado di individuare una soluzione adeguata e condivisa. E sul tema della partecipazione dei cittadini alla “cosa pubblica” si registra anche la richiesta di Assemblea pubblica [4] dei cittadini di Le Forna al Sindaco.

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Su una linea riflessiva è l’intervento ottobrino di Franco De Luca (leggi qui [6]) che sottolinea che l’economia non può essere l’unica regola vigente in una democrazia che non sia corroborata da una un etica sociale. O l’appello per la ricerca della verità di Paolo Iannuccelli (leggi qui [7]) sulla morte, improvvisa e ancora non chiarita avvenuta questa estate, del giovane Gianmarco Pozzi.
Assieme alla richiesta delle cause che hanno determinato la morte di Pozzi è arrivata in questi giorni la notizia della scomparsa di Pina Colella [8], il cui ricordo è legato in me alla frequentazione alla scuola, ormai preistorica se non mitica, di avviamento professionale di tipo marinaro. Eravamo in classe diverse, lei credo un paio d’anni più grande di me. Tra le materie che venivano impartite alle ragazze c’era l’educazione domestica che comprendeva, tra l’altro, la preparazione dei dolci. In quelle ore il profumo di quelle prelibatezze si diffondeva per tutto il “Camerone” e nei casi più fortunati erano proprio le nostre Pine a deliziare anche il nostro palato, offrendocele durante la ricreazione.

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Il nostro sito ricorda ancora l’opera promozionale di Raffaele Sandolo (leggi qui [10]) a quattro anni dalla scomparsa, tesa a rafforzare i legami tra i ponzesi residenti e quelli di Marina di Campo.

Tra tante notizie ferali una buona: la nascita di Oceano Dies [11], nomen omen direbbero i latini, che rinvia ad una vocazione che, si diceva un tempo, “gli deriva dalli rami”.

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Sulla linea dei problemi che meritano di essere affrontati e ci auguriamo anche prevenuti c’è quello rappresentato dal “cugino” ischitano Giuseppe Mazzella di Rurillo, che analizza i rischi idrogeologici, sismici e vulcanici di Ischia [13], ma che riguarda direttamente anche Ponza.

Quello che sorprende in senso positivo è che anche questa settimana è stata arricchita da molti contributi culturali, storici e politici. Franco De Luca con la sua rubrica “La poltrona del dialetto” (leggi qui [14]) ci offre e ci recita la sua ultima composizione in ponzese, riportandoci una riflessione sulle piccole grandi cose di ogni giorno, la bellezza a volte dimenticata e ritenuta scontata, i pensieri sul senso della vita.

Emilio Iodice ci parla di uno dei miti italo-americani, il grande tenore Mario Lanza (leggi qui [15]), proponendo per “la canzone della domenica”, una sua magistrale interpretazione della celeberrima “Passione”, per poi raccontarci con pochi tratti la sua vita e il suo stile, al quale fra l’altro lo stesso ha dedicato un libro di successo. Lo stesso Emilio ci offre, poi, alcune pagine del suo volume “Attraverso il tempo e lo spazio: Cronache di Coraggio, Speranza, Amore, Perseveranza e Leadership. Storie per noi, i nostri figli e nipoti”, (leggi qui [16]e qui [17]), nelle quali rievoca la vita umile e coraggiosa del padre in una New York preda della grande crisi economica del ‘29.

Silveria Aroma ci presenta il premio Nobel 2020 conferito alla poetessa e saggista americana Louise Elisabeth Gluck, (leggi qui [18]), proponendo alcune sue composizioni e sottolineandone la grande sensibilità. Ma non solo. Silveria ripercorre la lunga guerra di posizionamento di tutte le donne che sono state insignite del prestigioso riconoscimento, raccontando tra le righe quanta dura ma esaltante sia stata la loro crescita sociale e culturale in tutto il mondo.

Paolo Mennuni ci apre uno scenario su storie di streghe, di alberi e sortilegi (leggi qui [19]), che tanto hanno in comune con le nostre tradizioni isolane.

Antonio De Luca (leggi qui [20]), racconta e si racconta, attraverso i diari del padre navigante, la sua vita nel mare della vita e della poesia. Il volume “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin, è proposto a chi non lo conosce, suscitando il desiderio di leggerlo (leggi qui [21]), mentre Patrizia Maccotta approfondisce il tema della “negritudine” (leggi qui [22]), un tema a lei molto caro, al quale ha dedicato molto tempo della sua attività didattica.

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E ancora Fabio Lambertucci rievoca, nel 77° anniversario, la razzia nazista del Ghetto di Roma [24], dramma al quale si riallaccia la testimonianza “cinefila” [25] di Lia Levi.

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La nostra direttora Luisa Guarino, infine, ci illustra la “visita cinematografica” della troupe di Tornatore (leggi qui [27]) alla Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina, per alcune riprese sul rapporto tra Goffredo Petrassi e Ennio Morricone, scomparso di recente, al quale il regista sta dedicando un cortometraggio.

Tutto per ricordare a noi ponzesi, ma vale un po’ per tutti: guardiamoci un po’ da lontano e soprattutto… guardiamo lontano.