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Epicrisi 300. Tanta voglia… di noi


di Luisa Guarino


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Si respira un’atmosfera come raccolta nelle pagine della settimana appena conclusa: sarà colpa, o merito, dell’autunno che ci fa indulgere alla riflessione, all’introspezione, al desiderio di ritrovarsi e recuperare i pensieri da cui un’estate particolarmente stralunata ci ha distolto. Fatto sta che la maggior parte degli scritti di questi giorni parlano di Ponza, di fatti e di persone ponzesi. Il che non vuol dire che argomenti diversi debbano essere considerati corpi estranei: il quadro complessivo è frutto di pennellate e colori differenti, ed è bello proprio per questo.

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Cominciamo purtroppo con due note tristi. E’ scomparsa la presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, Anpi, Carla Nespolo [2], di Novara, 77 anni: una figura che tanto ha dato alla causa antifascista, che ha lottato contro il razzismo e le differenze di genere, prima donna ad aver ricoperto questo importante ruolo nel nostro Paese. Anche Quino [3], famoso fumettista e papà della leggendaria Mafalda, ci ha lasciato: in effetti aveva finito di disegnare nel lontano 1973 la sua creatura, che rimane eterna e sopravviverà al suo inventore. Ricordiamo che in Italia è stato Umberto Eco a scrivere la prefazione del primo libro su questa ragazzina ‘contestataria’, pubblicato nel 1969 da Bompiani.

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Interrompe per il momento il racconto dedicato al ventennio fascista e propone un “Viaggio ai confini del confino [5]” Fabio Lambertucci: non solo le isole per tenere lontani i soggetti che il fascismo riteneva pericolosi, ma anche tanti borghi in Abruzzo e Molise, Sardegna e Calabria. Viene riportato un articolo di Marco Bracconi, che a sua volta si basa sul libro di Anna Foa “Andare per i luoghi di confino”. Non poteva mancare uno spazio per il cinema, con “La hija de un ladròn [6]” (La figlia di un ladro) di Belén Funes, nell’appassionata recensione di Lorenza Del Tosto. Mentre l’attualità e l’emergenza sanitaria vengono lette con lucidità da Francesco Carta, medico, in “Aumentano i contagi o vediamo uno scenario diverso? [7]“.

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Perfetto trait d’union tra i due ipotetici ’emisferi’ di questa epicrisi, la prima parte dello scritto “Il venditore ambulante e le vedove [9]” di Emilio Iodice, tratto dal suo libro “Attraverso il tempo e lo spazio”: in esso si raccontano le vicende del giovanissimo Silvio, nato e cresciuto a Ponza, che arriva a New York, nel quartiere dei suoi compaesani. Siamo nel 1931 e gli States sono in piena crisi: l’ambientazione è a metà strada tra Martin Scorsese e Francis Ford Coppola; leggeremo con curiosità i prossimi capitoli.

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Per quanto riguarda Ponza, tiene banco anche questa settimana, tra scritti e commenti, la questione Giancos [11], spiaggia balneabile sì o no, posta al centro del consiglio comunale che si è svolto ieri mattina: la cronaca è di Martina Carannante.  Dopo tanti tentennamenti, forse finalmente maggioranza e opposizione giungeranno a una soluzione, grazie all’istituzione di una commissione ad hoc: speriamo che si arrivi presto ad azioni concrete.

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Ma la settimana ha visto anche la proposta di un dissalatore mobile [13] che arriva da Napoli, per risolvere uno dei problemi cruciali dell’isola, l’approvvigionamento idrico. La natura si trasforma in poesia grazie a due pagine come “U stellone ‘i iuorne [14]” e “Storia di canti e piume [15]” di Silveria Aroma. E ci riempie d’orgoglio in quanto ponzesi la scelta di Mattia Coppa e Tommaso Puddu, due giovani di 28 anni, di operare nel campo della pesca: per farlo puntano su una bella barca, benedetta da Don Ramòn in mezzo a tanta gente, e che si chiama Madonna delle Ripe Rosse. [16]

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Dalle buone notizie… a quelle meno belle. Proprio ieri ha chiuso per qualche mese l’edicola di Sant’Antonio [18], l’unica dell’isola: Ricciolino, al secolo Antonio Vitiello, è stanco degli scarsi guadagni e di ore e ore trascorse senza vedere una persona, nel lungo periodo invernale. Resterà fermo per cinque mesi e ‘riaprirà le danze’ in aprile, quando sarà già primavera: un periodo davvero lunghissimo in un’isola che già non offre niente. E pensare che perfino durante il lockdown si poteva uscire per acquistare i giornali, ritenuti un bene indispensabile. La qualità della vita perde ancora altri punti, e la residenza invernale si fa ancora più difficile.

[19]
In questa carrellata a ritroso concludo riportando il primissimo articolo della settimana, scritto da Franco De Luca e intitolato “La poltrona del dialetto (32). Signo’… [20]“. Perché mai proprio in questo momento l’autore ‘riscopre’ il suo stesso filone interrotto oltre due anni fa (6 maggio 2018), mi sono subito chiesta? Personalmente interpreto quest’attitudine proprio con quel desiderio di guardarsi meglio dentro, di riappropriarsi di noi stessi, in quanto isolani ponzesi, cui accennavo all’inizio. Non per campanilismo, ma per necessità, e per amore.

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Mi piace però accomiatarmi da quest’epicrisi di quasi metà autunno ricordando l’esordio sulle pagine di Ponzaracconta nella rubrica “Una canzone per la domenica [22]” di Anna Oro, 19 anni, se non erro la più giovane tra i nostri collaboratori: la ringraziamo e la invitiamo a continuare, se l’esperienza le è stata gradita. Per quanto ci riguarda consideriamo il suo contributo un regalo prezioso.
A tutti l’augurio di una serena domenica.