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Una lettura in filigrana del primo dibattito Trump-Biden. Così come molte altre persone in tutto il mondo ho assistito all’incontro/scontro tra Trump e Biden. Ho fatto molta attenzione al linguaggio corporeo, alla fraseologia, alla forma e alla sostanza. A differenza della maggior parte degli storici, giornalisti e analisti delle elezioni politiche americane, non sono restato sorpreso. Ho sorriso, mentre guardavo quel che succedeva. Mi era familiare. Quello che mi ha divertito è stata la reazione di stupore da parte dei media americani e del mondo intero; ha mostrato ingenuità e scarsa comprensione del mondo della politica come la intende Donald Trump Anche dire che Biden “ha vinto” il dibattito per un giudizio più favorevole del pubblico nei suoi confronti ed è sembrato “presidenziale”, è falso e non indica correttamente il terreno di scontro in cui Trump è veramente impegnato. Sono cresciuto a New York City dove abbiamo avuto la nostra parte di bulli e prepotenti da strada. Io non sono stato uno di quelli; Donald Trump lo è stato, nel campo degli affari. Siamo stati insieme alla Fordham University nei primi anni ’60. Ero membro del Gruppo di Discussione della scuola e ho imparato a valutare a colpo d’occhio le capacità in un dibattito pubblico e gli argomenti vincenti. Il nostro modo di procedere era gentile, aderente ai fatti e preciso. Ma per vincere si usano anche altri sistemi. Una tecnica che io non ho mai utilizzato, ma a cui sempre ho fatto attenzione era quella del “Bullo”. Ho sempre ritenuto che fosse poco etico e in definitiva sbagliato usare questi metodi. Esso tira fuori il peggio di un dibattito, sottolinea le nostre debolezze e spesso crea delle situazioni in cui entrambi i contendenti sono perdenti. Ai miei occhi mostra mancanza di carattere, che è sinonimo di bullo. Trump usa aggressivamente questo sistema con costanza e determinazione, sia che si tratti di una negoziazione d’affari, di una conferenza stampa o di un confronto con un avversario politico. Lasciatemi spiegare alcuni dei mezzi che egli usa: sono classici e sono stati approfonditi in testi, nella letteratura, in articoli sui negoziati, etc (1).
Due altri dibattiti devono ancora svolgersi. Joe Biden non si dovrebbe cullare sugli allori delle previsioni che lo mostrano in vantaggio. Al contrario dovrebbe affinare le sue capacità, comprendere meglio i metodi del suo avversario e evitare le trappole che Trump gli preparerà. Traduzione a cura della redazione di Ponzaracconta
Emilio Iodice è autore di When Courage Was the Essence of Leadership: Lessons from History. His new book is entitled, The Commander in Chief, the Qualities Needed of Freedom Loving Nations in the 21st Century: Lessons from American Presidential History. Note (1) – https://thepowermoves.com/ben-shapiro-debate-techniques/ Emilio Iodice “I shall pass this way but once; any good that I can do or any kindness I can show to any human being; let me do it now. Let me not defer nor neglect it, for I shall not pass this way again”. (Etienne de Grellet, Quaker Missionary) “You can’t win today’s games with yesterday’s home runs.” ENGLISH VERSION A Look Behind the First Trump-Biden Debate by Emilio Iodice Like many people around the world, I watched the encounter between Trump and Biden. I took care to study body language, phraseology, form and substance. Unlike most historians, journalists and analysts of US presidential politics, I was not surprised. I smiled watching what was happening. It was familiar. What amazed me was the level of astonishment on the part of the US and global media. It showed naiveté and a lack of understanding of the world of politics according to Donald Trump. Also, to say that Biden “won” the debate by increased poll numbers and looking more “presidential” is disingenuous and does not address what Trump is truly engaged in. His objective is to show his opponent is weak. In this way, he solidifies his base and wins over independents. This is not rocket science. I grew up in New York City where we had our share of bullies and street fighters. I was not one of them. Donald Trump was, in his sphere of business. We were both at Fordham University together in the early 1960s. I was a member of the Debate Society and learned firsthand skills of public speaking and winning arguments. Our manner was gentle, factual and precise. Other ways were also used to win. One technique I never employed, but saw constantly was that of the “Bully.” I believed it was unethical and wrong to use these methods. It brings out the worst in the process, highlights our weaknesses and rarely creates a win-win situation. For me, it shows a lack of character, which is synonymous with a bully. The method was designed to frighten, belittle and weaken an opponent into giving up. Trump aggressively uses it constantly and consistently whether it is a business negotiation, a press conference or a confrontation with a political enemy. This is not a criticism. It is a fact. Let me explain some of the devices he used which are classic and have been articulated in texts, literature, articles on negotiation, etc. (1).
Two more debates are up ahead. Joe Biden should not rest on the laurels of polls that show he is ahead. Instead he should sharpen his skills, understand his opponent and avoid the traps Trump will set for him.
Emilio Iodice is author of When Courage Was the Essence of Leadership: Lessons from History. His new book is entitled, The Commander in Chief, the Qualities Needed of Freedom Loving Nations in the 21st Century: Lessons from American Presidential History. Emilio Iodice “I shall pass this way but once; any good that I can do or any kindness I can show to any human being; let me do it now. Let me not defer nor neglect it, for I shall not pass this way again.” “You can’t win today’s games with yesterday’s home runs.” 2 commenti per Una lettura in filigrana del primo dibattito Trump-BidenDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Ho apprezzato molto l’analisi in chiave di psicologia della comunicazione che fa Emilio Iodice del dibattito Trump – Biden (primo match).
Seguo molto le vicende americane… Una volta si diceva che tutto quello che succede in America dopo cinquant’anni arriva anche qui da noi. Adesso il ritardo si è molto ridotto… Cinque anni? Qualche mese?
Comunque sulla stampa odierna ho letto diversi articoli che ridimensionavano quella che a caldo era stata definita una netta vittoria per Biden (ho sentito numeri in libertà, tipo 70 a 30) e bene fa Emilio a mettere in guardia i detrattori di Trump contro l’eccessivo ottimismo.
Di un bell’articolo di Federico Rampini su la Repubblica di oggi riprendo una frase centrale e il finale.
“Forse non aveva alternative, ma Biden ha scelto di dimenticare il consiglio che diede quattro anni fa Michelle Obama: «Quando loro scendono in basso, dobbiamo volare alto» (traduzione elegante di un antico detto americano: «Non metterti a lottare con un maiale, perché finirete tutt’e due nel fango, ma lui ci trova gusto»).
E conclude così:
“L’America non si è risvegliata da un incubo, l’incubo continua a occhi aperti”.
Cambiando registro, una cosa di sinistra sulle elezioni americane la scrive Michele Serra, su la Repubblica di oggi.
L’amaca
Elezioni precedenti
di Michele Serra
Due maschi bianchi anziani, della upper class. Uno cafonissimo, l’altro più gentile, ma è questo che passa il convento della più famosa democrazia del mondo, nell’anno 2020: due maschi bianchi anziani, della upper class.
Difficile avere nostalgia di Hillary Clinton, che non era esattamente una forza fresca, una ventata che spalanca le finestre. Ma la malinconia è notevole, il senso di decadenza fortissimo, l’America, nel confronto Trump-Biden, sembra decrepita.
Muffa, la muffa odiosa del tycoon cialtrone (figura vecchia come il mondo, eppure sempre di grande impatto popolare), la muffa perbenista della borghesia con le tasse a posto e le parole giuste.
Si fa il tifo per Biden, ovvio, perché si fa il tifo per la civilizzazione e contro la barbarie, per l’educazione e contro l’ignoranza.
Meglio morire con dignità che morire scalciando, maledicendo, mentendo, imbrogliando. Meglio morire rispettabili che morire da ossessi. Rimane il dubbio, però, che da qualche parte ci sia vita. Ci sia novità, ci sia energia. Forse le donne, forse i giovani. Forse l’ambientalismo, forse la sobrietà. Forse lo spirito dell’uguaglianza, forse l’anima mundi che si risolleva dopo decenni di umiliazione e di spoliazione, e dice: tutto deve cambiare, ma proprio tutto, e sia maledetto chi non lo capisce.
Non lo so, non si sa. Certo, queste elezioni americane sono ancora nel segno di un vecchio problema. Sono elezioni precedenti. Chissà quando, e se, avremo la fortuna di assistere a uno scontro politico che ha il profumo del futuro.
Da la Repubblica di oggi 2 ottobre 2020