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Rosso a Calacaparra

di Francesco De Luca

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C’era un rosso accecante mentre ascendevo il sentiero e, ogni volta che alzavo lo sguardo verso Palmarola, gli occhi si riempivano di luce e… non vedevo più niente. E’ così che accade: gli occhi, che catturano la luce, la scovano e se ne appropriano, gli occhi, quando la luce li soffoca… non distinguono più nulla.

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Salivo a passo piano un sentiero che ho conosciuto in altri tempi come ristretto, intasato di sterpi, sconnesso, sporco, e mi sono rallegrato che si stia insinuando in noi Ponzesi l’impegno per la cura del territorio, perché questo era largo, pulito, adattato all’escursione. E poi, Palmarola stava lì, all’orizzonte di sinistra, visibile per i tratti che il sole rosso permetteva.

Rosso perché vespertino, rosso perché foriero di bel tempo. Il bel tempo che sta accompagnando questa estate agli sgoccioli.
Un sentiero segnato da una balaustra in legno, con targhe indicative.
Dove stavo andando? Stavo salendo  ‘a chiana ‘u Cienzo.

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Piana dell’Incenso! Che busillis!

Che sia un pianoro è evidente: il terreno è piatto e la vegetazione rasata. Dal vento che naturalmente la squassa. Ed innaturali sono invece alcuni pini mediterranei piantati da poco, e che s’innalzano (fino a quando il vento – io spero – li troncherà ).

Ma  ‘incenso’  da dove viene quel nome? Non mi è stato ancora possibile capirlo, anche perché già in una pianta delle isole ponziane del 1500, riportata da Vincenzo Bonifacio nel suo  ‘Pontio, l’isola di Pilato’, riporta la denominazione di  ‘punta incenso’.

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Cosa potrà aver legato l’incenso a questo posto? Prima o poi verrà scoperto!

Questo luogo oggi ha acquistato un’importanza diversa e maggiore. E’ stato istituito il primo  ‘percorso naturalistico’ in Ponza. E’ una conquista per chi da anni sta predicando che l’isola merita d’essere apprezzata non soltanto per il suo meraviglioso mare.

La natura dell’isola ha aspetti minuti, non eclatanti, che vanno però evidenziati. Accompagnati, come sono, da spettacolari paesaggi. Come questo di cui ho goduto, anche per l’apporto del sole, ora di un rosso attutito, giacché ha declinato dietro la collina di Palmarola.

E’ merito della Comunità Arcipelago la messa in sicurezza del percorso. E’ un ottimo intervento che mi dicono si sia valso della collaborazione di alcuni Fornesi che su quel pianoro profondono le loro fatiche per trarre cibi tipici di Ponza come lenticchie e cicerchie. E poi, non posso non citare il vino rosso di  Pallone, lì prodotto e vinificato e… beato chi lo gusta.

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Questo articolo, per quello che vale, vuole dare merito alle forze istituzionali locali che tendono a migliorare le strutture in loco e a indicare prospettive economiche legate al turismo e insieme a esaltare il territorio.

A tale proposito voglio suggerire a chi ha orecchie per intendere che su quel pianoro, procedendo verso Zannone e a picco su Cala Felci, ci sono resti di muri, risalenti probabilmente ( ma la mia ignoranza va corretta ) all’insediamento monastico nelle nostre isole. E dunque al 1200. Ecco, si potrebbe ripristinare il sentiero che vi porta, si potrebbe circoscrivere il sito e, dopo aver studiato le carte, imbastirci un discorsetto storico. Il percorso naturalistico potrebbe arricchirsi anche dell’aggettivo ‘storico’.

Evito di attribuire meriti alle persone se no, come accade con noi ponzesi, c’è chi contesta, chi allude, chi rosica.

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Si vada su Piana d’Incenso. Si vada perché merita.

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Appendice del 25 settembre

Riceviamo in Redazione da Vincenzo Ambrosino, e pubblichiamo, un “foto-film” di Peter Alt (di 12 min. circa) postato il 24 settembre, di una benedizione seguita da breve cerimonia religiosa, alla Specola di San Silverio a Punta Incenso. Il documento è una testimonianza della tradizione locale e della fede in San Silverio, in un luogo dal panorama incomparabile. Molte persone vi si riconosceranno.

Video da YouTube:

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