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Epicrisi 297. Cambiare tutto per non cambiare niente

di Sandro Vitiello

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“Avevo tre cose contro di me. Primo: ero un’ebrea. Secondo: ero una donna. Ma la cosa peggiore era la terza: avevo un figlio di quattro anni”. Negli Stati Uniti d’America è morta ieri Ruth Bader Ginsburg, professoressa di diritto, avvocata ed attivista per la difesa dei diritti delle donne. Giudice della Corte Suprema dal 1993, ha segnato la giurisprudenza della Corte con sentenze sulle pari opportunità, sull’autodeterminazione delle donne nella scelta di interrompere una gravidanza e in favore dei matrimoni gay.
“Non chiedo favori per il mio sesso, chiedo solo che smettano di calpestarci” – non è solo una delle sue frasi più famose, è molto di più: è il riassunto di più di cento anni di cammino e l’imperativo di oggi per tutte noi donne, ad ogni latitudine del pianeta.

Tutte noi che, oggi, siamo un po’ più sole.
(Simona Flavia Malpezzi)

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Salutiamo questa importante figura femminile con le parole di una donna.

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Ruth Bader Ginsburg

Oggi si vota.

C’è un referendum che dovrebbe – se vincono i Sì – ridurre in maniera significativa la rappresentanza del popolo italiano nelle aule parlamentari. Il tutto doveva essere associato ad una legge che redistribuiva i rappresentanti del popolo, i seggi elettorali e i criteri che avrebbero permesso il formarsi di maggioranze stabili in parlamento.
Tutto questo deve ancora avvenire.

Come si dice a Ponza?
Andiamo a fare il battesimo senza ‘a criatura.

 

[2]

Sul sito nei giorni scorsi abbiamo ospitato i pareri dei sostenitori del Si (Franco De Luca con il suo articolo ‘Al Referendum voto Sì’) [3] e i pareri di chi è favorevole al No (Rosanna Conte con  ‘Perché voto No’) [4]
E in ossequio al massimo della espressione di pensiero c’è stato anche chi predica l’astensionismo (Biagio Vitiello con ‘Terzo parere sul Referendum’) [5]

Andiamo ai fatti ponzesi.

Tiene banco la vicenda del recupero della villa delle Tortore. [6]

Dal Corriere della Sera apprendiamo che c’è in ballo un progetto importante, con contributi stanziati, che porterà quel luogo ad essere laboratorio di ricerca e formazione su sicurezza alimentare, economia circolare e risanamento globale.

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San Silverio nella villa delle Tortore

Una cosa più comprensibile al nostro piccolo mondo non si poteva inventare?
Capisco che bisogna volare alto ma a volte ci si può perdere in queste parole roboanti.
Una cosetta tipo “tutela del patrimonio alimentare e della economia rurale nelle piccole isole del mediterraneo”, era così fuori luogo?
Speriamo non sia un’altra di quelle iniziative che tra un po’ di tempo non se ne parla più.

Ricordo solo che Ponza ha aderito nel 2016 – sindaco Vigorelli – al progetto “isole slow” proposto e portato avanti da Slow Food. C’era stato un incontro a Ventotene e il comune di Ponza aveva anche stanziato mille euro.

Soldi che sarebbero serviti anche a pagare l’evento di novembre 2017 organizzato presso il Ristorante Punta Incenso a Le Forna.

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Incontro a punta Incenso con Slow Food

Ad oggi non abbiamo nessun riscontro.

Comunque la nostra isola non smette mai di stupirci.

Abbiamo avuto la fortuna di essere partecipi virtualmente di una bella vendemmia al Fieno, nelle terre di Antonietta Migliaccio.

Sia Rosanna [9] che Franco de Luca [10] ne hanno scritto, con due modi di raccontare quella bellissima giornata.

Le tante foto che arricchiscono i testi ci fanno venire il rimpianto di non essere stati lì con loro.

[11]

La vendemmia al Fieno

Abbiamo la fortuna come Ponza Racconta di raccontare il presente ma abbiamo anche la possibilità di dare uno sguardo verso il passato e farlo diventare memoria collettiva.

Franco De Luca con un suo scritto in quattro puntate ci rende partecipi di come la nostra isola ha vissuto la vicenda della spedizione di Carlo Pisacane.
Cosa ha significato per la gente di Ponza l’arrivo di quegli uomini? Perché da Ponza è partita una barca che di fatto ha messo in allarme le truppe borboniche sulla costa?

Franco ce lo racconta aggiungendo qualche scampolo di memoria familiare.

Queste sono le quattro puntate: prima [12], seconda [13], terza [14] e quarta [15].
E ci ragiona anche Biagio Vitiello con uno scritto [16] che analizza il confronto storico tra i vari gruppi d’interesse che hanno dominato l’isola nella sua storia.

La storia è fatta anche di piccole-grandi vicende che ci appartengono quotidianamente.

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Bunaria, la panettiera

Penso a quanto scrive Silveria raccontando le vicende familiari e professionali di Bunaria [18], la capostipite del forno di Santa Maria, ancora molto attivo.

E’ storia odierna l’apertura del ristorante “Punta Bianca” [19] dei fratelli Flavio e Salvatore Coppa.

Il racconto di Luisa ce ne rende partecipi.

[20]

Flavio e Salvatore Coppa

Purtroppo raccontiamo anche di Civita Romano [21] che ci ha lasciato nei giorni scorsi; abitava proprio davanti al ristorante “Punta Bianca”.
Ma raccontiamo pure l’arrivo di Nicholas a Nettuno, sangue ponzese. Figlio di Maria Vitiello e di Stefano.

Chiudiamo con uno scritto di Patrizia Maccotta [22]che racconta la storia dell’abitazione in cui vive.
E’ bello sapere che la storia degli uomini è anche legata ai luoghi in cui hanno vissuto e in cui hanno lasciato un loro personale segno. Come una casa in pietra.

[23]

Un vecchio casale in Sabina

Buona domenica a tutti.