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Epicrisi (296) del tempo… fuori dal tempo

di Enzo Di Giovanni

 

Istruzioni per l’uso:
mettersi un paio di cuffie, ascoltare fino allo sfinimento una canzone che non ricordavo, quella di questa domenica [1].

Io…voglio una vita serena
Perchè è da quando sono nato che è
Disperata, spericolata

[2]

E’ umano cercare un luogo del cuore, un buen retiro che consenta una vita serena.
E’ una ricerca che nasce – ma questo lo si scopre solo in prossimità della saggezza – prima in noi stessi, imparando a poter fare a meno di tutto senza dover rinunciare a nulla.
(… A proposito di saggezza, leggevo, qualche giorno fa su quel mondaccio virtuale di Facebook, che come tutti i luoghi malfamati a volte cela anche belle sorprese, un pensiero di Alden Albert Nowlan riportato da una amica: si diventa adulti quando si perdonano gli adulti, si diventa saggi quando, da adulti, si è capaci di perdonare se stessi).
Noi isolani – brutta razza! – abbiamo invece una strana sorte, la nostra croce e delizia: una maledizione ed un dono allo stesso tempo. Perchè, per quanto cerchiamo, ed è naturale che lo si faccia, non riusciamo ad approdare troppo lontano da dove siamo nati.
Anzi.

Per scelta, per convinzione, per struggimento.
Per ricerca, per disperazione, per debolezza.
Per naufragio.

La nostra amica Anna Mazzella, che col coraggio il piacere e la follia che la saggezza permette, ha aperto una Galleria d’arte a Ponza in questi strani tempi di covid e movida, oggi ci regala il mare di Ponza [3]: un abbraccio poetico ed ovviamente anche pittorico, come pittorica è l’impronta della foto d’apertura di Teresa Rotondo che a me ricorda tanto il “Palmarolino” del nostro amico Ruggiero Di Lollo, folgorato… sulla via di Palmarola tanti anni fa.

[4]

La foto di Teresa Rotondo

[5]

Il Palmarolino di Ruggiero Di Lollo

Se ne sono andati Agostino Pilato [6] e Mimmo Vitiello [7].
Del partecipato ricordo di Emilio Iodice [8] mi ha colpito l’episodio in cui Agostino tornando da Ischia dice a Don Ramon che il suo vero luogo di appartenenza era Ponza e nessun’altra parte.

[9]

Su Mimmo invece faccio fatica a scrivere qualsiasi cosa. Anzi, faccio fatica a pensare, da quando l’altra mattina ho saputo. Fa parte del mio mondo da bambino, quando, lui, fratelli e sorelle, rendevano viva e vivace… la nostra strada: questo il commento di Maria Conte in Ciao, Mimmo [10].
Quella strada, quel quartiere, è anche il mio. “Quando” rimanda ad un tempo che non esiste più, in cui c’erano voci, odori, comunanza. Quando andavo a casa di Cesira perchè tra i tanti figli c’era anche il mio coetaneo ed amico Geppo – che a quei tempi era ancora Giuseppe – ed il tempo che condividevamo insieme era fatto di cose semplici, come mangiare pane burro e zucchero. O giocare con le figurine, o con tappi di bottiglia da spingere col dito su un muretto senza farli cadere per terra, vince chi arriva più lontano…
Tanto doveva bastare. E tanto bastava davvero.

Ho sempre pensato
Quando avrò questo sarò saziato
Ma poi avevo questo, ed era lo stesso.

Eppure quel pane e zucchero…

Ci sono poi le belle notizie: un fiocco rosa [11] ed un fiocco azzurro [12]. Benvenuti Luigi Conte e Violante Scotti!

[13]

Tano Pirrone e Sandro Russo [14] ci parlano di un racconto, Fiori per Algernoon, dalla trama piuttosto intrigante. L’analisi di Sandro, impietosa ma vera, è che la società non sa accettare le persone per quello che sono. Mi viene da aggiungere che nel mondo ultra-competitivo in cui siamo immersi ciò accade perchè non accettiamo, cioè temiamo, il confronto. Non dovrebbe essere così però in una comunità circoscritta come la nostra. O almeno, non era così quando ci si conosceva ed il confronto non era perciò necessario.

[15]

Da segnalare, questa settimana, due iniziative a Procida e Maenza: a Procida per “ripensare l’uomo partendo dal mare [16]”, a Maenza invece per valorizzare “i borghi dell’arte e della lettura [17]”.
Non sono cose nuove; di parchi letterari, di attrattori culturali si parla da decenni.
Ma a Ponza dobbiamo ancora diventare adulti, prima che saggi.
Per il momento possiamo solo segnalare un progetto, promosso dal RIDE – Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo che si propone il recupero della Villa delle Tortore [18].

[19]

C’è spazio questa settimana per un paio di pezzi sulla politica nazionale: un intervento di Mazzella di Rurillo [20] per le ragioni del NO al referendum, ed una acuta analisi di Rosanna Conte [21]sulla funzione del berlusconismo. E’ indubbio che il populismo come lo conosciamo oggi nel nostro paese sia nato con Forza Italia. Una crisi di valori, di etica politica culminata in Mani Pulite, in cui Berlusconi si è infilato a meraviglia, con indubbie capacità e fiuto nazional-popolare, come si suol dire. Ma il suo successo corrisponde anche alla sua/nostra sconfitta, se dopo 26 anni siamo sempre più immersi in un pantano putrido privo di progetti e idee a lungo respiro, cosa inevitabile quando si scambia un malessere per la soluzione.

[22]

L’immagine più bella della settimana ce la regala la segnalazione di Sandro Vitiello, sempre attento alle storie del mare. La storia della “sposa del mare [23]”, che da 84 anni vive in un perfetto equilibrio sul mare è di quelle straordinarie, che vanno coltivate con cura.

[24]

Anzi: è la quadratura del cerchio da cui siamo partiti, cioè trovare il nostro posto nel mondo: perchè “quando il tempo si ferma, diventa luogo” – Chawki Abdelamir.

Troverò il mare e sarò bagnato
Il mare ho trovato, ma nulla è cambiato… nulla

Qua ti sbagli Tricarico.
Ma ti perdoniamo, perchè sei di Milano, e non conosci il mare.

Potete togliervi le cuffie, grazie.