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Note alla lettera di Matteo Berlucchi

Lettera pervenuta sulla posta del sito da Fabrizio Castellani  (giornalista)

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Sono arrivato sull’Isola nel 1948 a soli 7 anni con i miei genitori su indicazione di Piero Taruffi. Andammo da Rosa Verde, ultima casa a sinistra prima del tunnel per Giancos. Quando non cucinava mamma si scendeva da “O chiattone”. Sotto casa. Faceva delle mozzarelle in carrozza incredibili!
Salvo rarissime eccezioni sono tornato tutte le estati. Dopo 72 anni penso d’essere più “ponzese” di chi c’è nato. Anche perché la mia, è stata una scelta di vita e d’amore. Per l’Isola!
Scontato dire che era un’altra cosa. Genuina, semplice, solare. Le persone erano di un’ affabilità sconcertante. Disponibili ed essenzialmente tutte sempre molto rispettose…

Che le cose siano cambiate e purtroppo in peggio, è sotto gli occhi di tutti. Per la responsabilità di tutti. Nessuno escluso. Perché chi poteva non sempre ha fatto il suo dovere e moltissimi hanno fatto finta di non capire. Non vedere. Gravissimo!

Matteo Berlucchi ha perfettamente ragione. Siamo in una vera, preoccupante  emergenza. Gli isolani debbono capire cosa vogliono fare della loro Isola. Molto rapidamente. Iniziando dalle cose  più semplici ed urgenti.

Fare una raccolta differenziata dei rifiuti, mettere cestini e potenziare gli operatori ecologici.

Spiagge per bambini, anziani… Non tutti hanno le barche.

Chiaia di Luna. Riesaminare concretamente  il progetto di un’intelligente diga sotto il mediomare, per fare in modo che la spiaggia diventi più grande. Che l’entrata in acqua si allontani dalla falesia. Con un’uscita “protetta” dal tunnel romano che porti i bagnati in sicurezza da ipotetiche frane. Una stupenda risorsa abbandonata, della quale l’Isola ha assolutamente necessità.

Creare nuovi posti barca restituendo la spiaggia di Sant’Antonio ai bagnanti.
La famigerata diga contro il levante fuori dal vecchio porto, in un colpo solo  ci avrebbe protetto da un ciclico pericolo creando nuovi posti. All’epoca c’era anche il contributo della C.E. Un’occasione persa da riesaminare con molta urgenza.
Immaginandola di proporzioni maggiori rispetto al passato.

Creare all’aperto e lontano dai centri abitati, spazi per la “movida” giovanile. Fortunatamente ne abbiamo ancora tanti. Nessun manufatto fuori terra, solo sovrastrutture essenziali in prefabbricati e/o strutture mobili. A scarso impatto ambientale.  Con concessioni di lungo termine molti sarebbero interessati ad investire. Portando lavoro e risolvendo un problema molto serio e pericoloso per l’Isola:
Il caos notturno che l’ha profondamente snaturata!

Riportare il fantastico centro storico ed il Porto borbonico al quale dobbiamo buona parte della notorietà dell’Isola, all’antica magia.
Luci psichedeliche  e “musica” tecno fino all’alba, non c’entrano nulla!

Riprendere il progetto di un nuovo porto sull’altro versante. Peccato non valorizzarlo e tenere tutti i collegamenti anche di “servizio” concentrati sulla vecchia struttura ormai chiaramente inadeguata.

Affrancarsi dall’altro grande problema che è l’acqua potabile. Una qualsiasi grande nave da crociera oggi autoproduce una quantità d’acqua potabile analoga a quella che consumiamo noi. Si guardi avanti. Il progresso vola. Gli ambientalisti pretendano garanzie ma… I nostri cugini di Ventotene già ci sono arrivati e non solo su questo argomento.

Si potenzino i collegamenti in rete. Chi lavora non ne può più fare a meno. Mai!

Cisterne romane. Un patrimonio archeologico veramente unico e parzialmente recuperato ma chiuso “sembra” per Covid! Con centinaia di giovani che tutte le sere si accalcano ovunque per ore e senza nessuna protezione. Facendo schiamazzi fino a molto tardi e disturbando il riposo di chi avrebbe diritto di dormire! Dopo le ore 21 non ci sono più controlli di nessun tipo. L’Isola è abbandonata a se stessa! Un’amministrazione che tollera simili soprusi non assolve al mandato che gli è stato dato dai propri elettori!

Certamente tanti argomenti perché tanti sono anche i problemi. Molti però volendo, sarebbero risolvibili con “semplici” decreti amministrativi. Altri con dei bandi, autofinanziabili. Altri più complessi e noti, si potrebbe almeno cominciare a rimettere concretamente in discussione. Intelligentemente e con spirito costruttivo. Guardando avanti. TUTTI!
I miopi interessi di pochissimi, non uccidano quel che ancora resta dell’Isola.
A metterci la “faccia” come ha fatto Matteo Berrlucchi, ci vuole temperamento. Non è da tutti. Peccato che sino ad ora, i più diretti interessati non si siano fatti sentire.
Se ne traggano le dovute conclusioni.
Fabrizio Castellani