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Gli stracci del centro destra

la Redazione
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Cominciano a volare gli stracci nel centro destra. E a nostro avviso nel modo peggiore. Autori sicuramente rappresentativi: D’Amico, quale responsabile territoriale di Fratelli d’Italia, e Piero Vigorelli, ex di tutto: ex sindaco di Ponza, ex paladino di Forza Italia ora “simpatizzante” della Lega.
Il post di Vigorelli, a cui il giovane D’Amico ha reagito “obbligatoriamente” d’impeto, rende l’idea di quale sia lo spirito che anima la politica ponzese, ed in qualche modo ufficializza lo scontro elettorale prossimo venturo. Il fatto che tale scontro venga anticipato così tanto, rende l’idea inoltre di quanta poca fiducia si nutra nell’attuale amministrazione, a più di un anno e mezzo dalla naturale scadenza del mandato…

Ponza vive una stagione difficilissima, con un futuro stretto tra epidemia; turismo “sbagliato”, a sua volta frutto di una incapacità programmatica amministrativa; uguale incapacità di relazionarsi con successo con gli enti.

Ciò che rimarrà nell’immagine collettiva isolana è un territorio abbandonato sia strutturalmente che socialmente. Si dirà che questo è un effetto della politica degli ultimi decenni, in cui non solo i partiti sono entrati in crisi, ma anche le associazioni di categoria e di cittadini: viviamo nell’era dei social, perbacco!

Il problema è che i social non sostituiscono né risolvono i problemi degli abitanti. “Stiamo lavorando per voi”, ma di questo lavoro non vi è traccia alcuna, aldilà delle esternazioni di facciata. Il PAI che da “rosso” doveva diventare quanto meno “rosa” (ricordate il proclama di Vigorelli?), è rimasto rosso fuoco, così come i sogni di riaprire Chiaia di Luna, o Cala Fonte. Così come i rapporti come Acqualatina, o i collegamenti inefficienti, e potremmo continuare all’infinito.

Ma la cosa forse più importante e un’altra: se c’è una cosa che sentiamo come trait d’union tra i sindaci Vigorelli e Ferraiuolo è l’incapacità di rapportarsi ai cittadini ed ai loro problemi.
Il palazzo comunale è lontanissimo, e non certo da oggi, dai bisogni e dai sogni della gente.

Che lezione ha tratto Vigorelli da questa esperienza? Da come si pronuncia sembra nessuna. Mettersi a sottilizzare di “fascisti” e “comunisti” in un’isola turisticamente a terra, aldilà della sbornia degli ultimi due mesi, è imbarazzante.

Quello che si sta delineando è un rapporto sempre più malato con chi sorregge l’economia isolana: non si facciano illusioni, i fautori del mercato selvaggio, il benessere è di facciata.

I “pariolini” sono solo il segno di un degrado ben più profondo, che investe il tessuto socioeconomico i cui effetti i vedono e si vedranno sempre più negli anni a seguire. Attività storiche chiuderanno, perché non c’è spazio per loro in un mercato senza regole e senza pluralità di fruitori. Altre chiuderanno semplicemente perché non ci sono più gli spazi, ad esempio le discese a mare, che davano lavoro.

Vogliamo convertire tutti gli operatori al mordi e fuggi, trasformare Ponza in un enorme “Billionaire” o Papeete?

Bene, sappiano i nostri rappresentanti politici che di strada se ne farà poca. Ponza ha (aveva?!) appeal per la varietà e qualità di proposte, per una biodiversità ambientale, culturale, gastronomica. Di tutto ciò restano macerie che sarà difficile ricostruire senza una nuova classe dirigente seria.

Altro che dissertare di “fascisti” e “comunisti”.