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Una canzone per la domenica (108). “Impressioni di settembre” della PFM

di Sandro Vitiello

Visto che Silveria Aroma ha anticipato con il suo scritto di sette giorni fa il mese che tra pochi giorni ci accoglierà, mi associo al suo pensare e vado a cercare tra i miei ricordi di ragazzino una canzone che ancora oggi riesce ad emozionarmi.

[1]

E’ un piccolo scrigno, nel testo -di Mauro Pagani e Mogol- e nella musica, con l’incredibile suono del Moog usato in precedenza solo dagli inglesi Emerson, Lake e Palmer.
Un’idea vincente di Franco Mussida.

Le parole di questa canzone mettono insieme le percezioni di una persona che esce di casa di prima mattina e che coglie i cambiamenti che sono nell’aria

Quante gocce di rugiada intorno a me,
cerco il sole ma non c’è…
Dorme ancora la campagna, forse no,
è sveglia, mi guarda, non so.
Già l’odore della terra odor di grano,
sale adagio verso me.
e la vita nel mio petto batte piano,
respira la nebbia, penso a te

..e poi cerca di capire se il cambiamento che c’è nell’aria, nella terra è anche un cambiamento del suo pensare

Quanto verde tutto intorno e ancor piú in là,
sembra quasi un mare l’erba,
e leggero il mio pensiero vola e va
ho quasi paura che si perda…
Un cavallo tende il collo verso il prato
resta fermo come me:
faccio un passo, lui mi vede, è già
fuggito…
Respiro la nebbia, penso a te.
No, cosa sono adesso non lo so
sono un uomo, sono un uomo in cerca di se stesso
no, cosa sono adesso non lo so
sono solo, solo il suono del mio passo…

E’ il passaggio fondamentale del testo: sono un uomo in cerca di se stesso.

[2]

E dentro questa frase ci può stare tutto; un uomo in crisi che abbandona i suoi sogni o una persona che coglie nel cambiamento della stagione una opportunità per rimettersi in gioco.

Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già:
il giorno come sempre sarà.

Ma intanto il sole esce dalle nebbie, comunque.
E’ un nuovo inizio, è il cambiamento che rinnova e fa trovare la voglia di ripartire

[3]

Un capolavoro -era il 1971- e in Italia gruppi come la PFM, i New Trolls, i Perigeo, le Orme, il Banco del Mutuo Soccorso e altri scrivevano pagine fondamentali nella storia della musica.

Basti pensare al “Concerto grosso” dei New Trolls.
Quella storia chiamata Progressive Rock.

Questa canzone era il retro di un “45 giri” che aveva sul lato A “La carrozza di Hans”.
Era il primo disco della Premiata Forneria Marconi.
Anche se erano già molto conosciuti nell’ambiente musicale non avevano ancora trovato la strada maestra.                I componenti erano e sono musicisti di grande valore: da Mauro Pagani a Franco Mussida, da Franz di Cioccio a Flavio Premoli per finire con Giorgio Piazza.
Una canzone scritta di getto, sul divano di casa con le parole di Mauro Pagani e Mogol e con la musica di Franco Mussida.
Niente ritornello anzi, la musica fa il ritornello.
E quello strumento nuovo che cambierà il corso delle cose; il Moog.
Usato in precedenza solo dalla band inglese degli Emerson, Lake e Palmer con la canzone “Lucky man” (leggi e ascolta qui) [4]. Era un qualcosa che ricordava e univa le tastiere e il flauto.
Funzionava e ancora oggi è un piacere unico ascoltare questa canzone, fino alle ultime note.