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A tre anni dal terremoto di Ischia

a cura della Redazione
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Ieri l’altro è stato l’anniversario del terremoto di Ischia: 21 agosto 2017.
Ne scrive con vibrante partecipazione il “nostro” Giuseppe Mazzella di Rurillo di cui abbiamo selezionato l’incipit e una citazione di Carlo Levi ripresi da un lungo articolo che si può leggere nella sua completezza su Ischianews & Eventi [2] (edizione on-line)

Casamicciola ed il Majo: Cristo si è fermato alla Marina
di Giuseppe Mazzella di Rurillo

L’epicentro – IX grado della SMS – fu lo stesso del terribile terremoto del 28 luglio 1883 – XI grado della SMS – cioè la zona del Majo-La Rita-Fango. Un’area di circa 2 Km2 che si potrebbe chiamare “Casamicciola Alta” e “Lacco Ameno Alta” a circa 100-120 metri sul livello del mare. Ma le onde distruttive – come il cammino di un sergente – si estesero a tutta Casamicciola, a Lacco Ameno e solo a Forio Alta. A Casamicciola “Bassa” – la Marina, Perrone, Piazza dei Bagni – fu un terremoto dall’ VIII al VII grado della SMS. Per conoscere l’epicentro – ci vollero cinque giorni e lo rilevò il prof. Giuseppe Luongo, vulcanologo, che ha dedicato 40 anni allo studio geologico dell’isola d’Ischia. Quella conferenza stampa del 26 agosto è contenuta nel mio libro “I sei secondi che sconvolsero Ischia”. E’ Storica.

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Luongo e Mazzella alla presentazione dell’instant book

I sei secondi in cui la terra tremò causarono due morti, 45 feriti, oltre mille edifici colpiti con la viabilità ferita – la strada provinciale Borbonica, Via d’ Aloisio, Via Spezieria, via Casa Mennella, Via Principessa Margherita ed altre -. I danni non hanno mai avuto un calcolo preciso. Forse 400 milioni di euro. I “decisori politici” stanno ancora discutendo senza agire. Le Macerie sono al sole, al vento, alla pioggia e soprattutto sono nella Memoria quotidiana di chi passa ancora per lavoro o necessità per quei luoghi che sono una “città morta”. I terremotati rimasti qui hanno “innalzato” un baraccone con l’enorme scritta: “Basta con le chiacchiere, vogliamo i fatti”. Il baraccone espone anche una grande immagine della Madonna dei Dolori che Santa Madre Chiesa chiama “Santa Maria del Suffragio”. Ma qui molto semplicemente è l’ “Addolorata”. La chiesa in Via D’ Aloisio che qui si chiama “il Purgatorio” fu dedicata dopo il terremoto terribile del 1883 proprio all’ “Addolorata” e la località – tra Piazza Majo e La Rita – fu chiamata “Purgatorio”. Segni della coscienza popolare: l’epicentro di tutti i terremoti dell’isola d’Ischia è sempre lì ed è un “Purgatorio” perennemente sospeso tra l’Inferno ed il Paradiso e la “protezione divina” è chiesta alla “Madonna Addolorata” cioè fra le varie Madonne questa esprime il Dolore anche con il suo abito nero. (…).

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Quel che resta di Casamicciola ormai è solo la zona della Marina – risparmiata dal terremoto – dove c’è il porto commerciale con gli aliscafi ed i traghetti ed il porto turistico pieno di barche.
Ma Cristo si è fermato alla Marina.
Nella sterminata letteratura meridionalistica trovo insuperabile per potenza di denuncia e bellezza di scrittura l’incipit di “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi.
“Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare la Storia. Spinto qua e là alla ventura, non ho potuto finora mantenere la promessa fatta, lasciandoli, ai miei contadini, di tornare fra loro, e non so davvero se e quando potrò mantenerla. Ma, chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la memoria a quell’altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte.
– Noi non siamo cristiani – essi dicono – Cristo si è fermato ad Eboli”… non siamo uomini… perché noi dobbiamo invece subire il mondo dei cristiani, che sono di là dell’orizzonte, e sopportarne il peso ed il confronto” (…).

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La tour Eiffel di Ischia


L’anniversario su la Repubblica on line del 21 agosto

L’anniversario del terremoto che devastò Casamicciola d’Ischia il 21 agosto del 2017: gli sfollati sono ancora 2300, circa 1100 gli immobili inagibili, di cui 175 edifici in zona rossa. E ben 14 milioni spesi per una sistemazione alle famiglie ancora negli alberghi o in affitto. Pesa sui ritardi il fatto che la gran parte delle case crollate erano abusive, ma nel complesso l’opera di  ricostruzione procede con estrema lentezza. Tra illusioni e promesse tradite. Qui di seguito (al link) una impressionante sequenza di 17 foto.

Ischia, ricostruzione flop: dopo tre anni le macerie sono ancora lì [5]

di Pasquale Raicaldo
L’autore del fotoreportage è Pasquale Gargano.