di Enzo Di Fazio
Scrivere un’epicrisi di ferragosto, in una giornata d’afa e di caldo umido che ti proietta nell’atmosfera della canzone Està di Libero Bovio (1883-1942) cantata da Peppe Servillo, non è proprio esaltante.
No no… cu stu sole, stu sole cucente, nun voglio fa niente, nun voglio fa niente recita una strofa della canzone che mi verrebbe da replicare. E’ vero. Nun vulesse fa niente ma mi tocca, per accordi presi tra noi della Redazione e anche perché mancavo all’appello da un po’ di tempo.
Eccomi quindi a raccontare una settimana bollente… in tutti i sensi, per le temperature che si stanno registrando in questi giorni e per i fatti che ci racconta l’isola.
I fatti della settimana.
Gli articoli non sono stati molti ma quei pochi che riguardano l’isola trattano tutti argomenti importanti.
I temi centrali sono stati la questione del dissalatore a Le Forna e quella della spiaggetta di Giancos, con l’apparizione di altre problematiche attraverso la posta dei Lettori e le incursioni di qualche commento a temi trattati anche in passato.
C’è poi l’onnipresente questione della movida estiva che, per le tante presenze che si registrano a Ponza, non poche preoccupazioni sta dando all’amministrazione e alle autorità portuali e di polizia.
Andiamo con ordine.
Del dissalatore ha scritto Sandro Vitiello ai margini di un’importante riunione che si è tenuta, presenti i rappresentanti delle associazioni locali, tra i dirigenti di Acqualatina, ATO4 e alcuni rappresentanti comunali.
Dissalatore di Ventotene
La storia la conosciamo. C’è un contenzioso in atto tra l’amministrazione comunale ed Acqualatina e bisogna tenerne conto. Purtroppo le scelte che sono state finora fatte, a volte sbagliate, a volte inopportune e approssimative, non hanno mai considerato prioritaria l’esigenza della comunità fornese che attende da anni il risanamento ambientale della zona della miniera e qualsiasi scelta di Acqualatina non può prescindere da questa necessità.
Manca a tutt’oggi ancora una destinazione urbanistica di quella zona; non si può pensare di impiantare ora una centrale elettrica, ora un dissalatore seppure provvisorio, ora un porto… se non si hanno le idee chiare di quale progetto si vuol realizzare per il riscatto di quella parte dell’isola, che, poi, significherebbe il riscatto di tutta l’isola liberandola dal congestionamento in cui, in alcuni periodi dell’anno, rimane ingabbiata.
A monte di tutto vanno considerati il delicato ecosistema, il cui equilibrio è continuamente insidiato da qualsiasi operazione di impatto ambientale, e la necessità di difenderlo.
Non si può non approfondire l’aspetto della gestione della salamoia che un impianto di dissalazione produce. Lo mette in evidenza Franco De Luca nel suo articolo Il dissalatore a Ponza: altre ragioni del NO, lo mette in evidenza il ministro dell’ambiente Sergio Costa che, in occasione di una visita all’isola dell’Elba, parla – citando anche Ponza – della necessità di dotare il paese Italia di una regolamentazione a livello nazionale della materia.
La difesa di un ecosistema, così fragile come quello delle nostro arcipelago, probabilmente deve passare attraverso la riconsiderazione delle possibilità ricettive di un’isola. Non dobbiamo pensare ad un’isola sempre in funzione dell’amplificazione della domanda. Sappiamo quali disagi l’isola sta vivendo oggi per un numero di presenze che va al di là di ogni possibile efficace gestione.
Se ne discute spesso ma fattivamente si fa poco.
Rimanendo al problema dell’acqua e alla necessità di averne sempre a disposizione perché non potenziare e ripristinare, come suggerisce ancora Franco, le piscine esistenti (familiari e di quartiere)?
Altro dibattito vivo della settimana è quello che si è sviluppato intorno all’utilizzo della spiaggia di Giancos.
Ben tre articoli hanno trattato il tema: due a firma di Franco De Luca (leggi qui e qui), uno a firma della Redazione.
Tra la metafora calcistica e i ricordi di un passato ancora vivo è venuto fuori anche qui come prioritario nelle scelte amministrative dovrebbe essere il rispetto dell’ambiente, della godibilità dell’isola e soprattutto del diritto dei cittadini, primi fra tutti gli isolani, di avere una spiaggia (l’unica!) raggiungibile a piedi.
Interprete di questa esigenza si è fatta anche la Pro Loco chiedendo il collocamento delle boe di delimitazione per la balneazione.
Gli amministratori? Tacciono. In questa situazione come in tante altre (almeno per quanto si sappia). Prendere posizione non è facile, è vero, ma se si vuole lasciare un buon segno bisogna farsi guidare dall’esigenza di anteporre l’interesse pubblico a quello privato e bisogna mettere in atto tutte le iniziative capaci di perseguire quell’obiettivo.
Altro problema cronico dell’isola è quello dello smaltimento dei rifiuti. Lo pone in evidenza, in maniera ironica ma efficace, Maria Conte. Cosa dire? Quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti è un problema cronico di Ponza. Chi più chi meno, ognuno di noi subisce le conseguenze delle disfunzioni, ma al di là delle considerazioni personali, c’è l’aspetto dell’immagine dell’isola che ne esce fortemente danneggiata. Mi chiedo se ci si è mai messi intorno ad un tavolo per considerare il problema e tentare di trovare delle soluzioni. Tempo fa c’erano state delle iniziative anche da parte delle associazioni volontarie ma poi non se ne è saputo più nulla. Certe problematiche vanno considerate in tempo e quando c’è tempo; ovviamente è impossibile affrontarle d’estate quando si è costretti a gestire l’emergenza quotidiana.
Non parliamo, poi, di questa estate contraddistinta dalla problematica Covid-19.
Ammetto che non è facile amministrare un’isola presa d’assalto le cui vicende hanno riempito le pagine dei giornali e interessato più volte la Tv nazionale, soprattutto con fatti di cronaca (vedi sequestro e dissequestro del Blue Moon, morte del ragazzo di 28 anni, imbarcazioni alla deriva o contro gli scogli, ecc).
Insomma alla ribalta delle cronache solo per fatti negativi quando invece Ventotene, la piccola Ventotene, dopo il riconoscimento di luogo della memoria, ambisce a diventare capitale d’Europa e prende posizione sull’arrivo dei turisti disponendo il divieto delle gite giornaliere, idea, per la verità, considerata – se non ricordo male – agli inizi di stagione anche dal nostro sindaco.
L’esempio di Ventotene forse suggerisce che se si è più piccoli (e più piccoli si può diventare limitando, per esempio, il numero delle auto che arrivano, o quello delle barche da noleggiare o frenando l’ampliamento dei pontili, o ponendo in essere controlli più serrati sui soggiorni) si vive meglio.
Ferragosto è passato, tra propaganda, malintesi e segnali di attenzione. Le raccomandazioni del sindaco e i controlli hanno funzionato se dalla movida non sono arrivati segnali negativi. .L’isola continua ad essere covid free e ci auguriamo che lo rimanga per sempre a dispetto della recrudescenza dei contagi un po’ dappertutto (è una settimana che sono in continua ascesa e il dato di ieri è di 629 casi).
Di cos’altro si è scritto nella settimana?
E’ tornata alla ribalta la questione della strada sulla collina dei Guarini in corso di realizzazione per servire un’abitazione privata in spregio, secondo l’esposto della minoranza, alle norme di tutela ambientale e non completa di tutti i titoli abilitativi necessari. Brutta storia su cui andrebbero date delle risposte e fatta chiarezza quanto prima, anche perché di mezzo c’è un disabile.
Ma non tutto è negativo. Parliamone attraverso qualche breve accenno agli articoli di cultura, storia, ricordi e attualità che ha proposto il sito.
Pasquale Scarpati con il racconto L’alga e l’erba corallina ci conduce per tutta l’isola e, con la capacità che contraddistingue i suoi scritti, arricchisce le storie con fatti, personaggi, usanze descrivendole in maniera talmente efficace da farne percepire i particolari e a volte anche le essenze.
Ritorna con i suoi ricordi anche Silverio Mazzella ‘i Bancarrotta, autentico discendente del Mattia che con la moglie e i sei figli, si stabilì per primo a Ponza proveniente da Campagnano d’Ischia.
La presenza di Mussolini e Nenni a Ponza attrae sempre. Questa volta ne parla Fabio Lambertucci anche se in alcuni passaggi con qualche approssimazione ed inesattezza. Come ad esempio quando descrive l’arrivo a Ponza del Duce e la reazione degli isolani. La notizia non era nota come asserisce l’autore dell’articolo ma si sparge solo all’arrivo della nave. Può essere utile rileggere al riguardo gli scritti di Antonio Usai (in particolare “Mussolini prigioniero a Ponza – 4″ ) e Rosanna Conte (Quel 28 luglio del 1943)
Passando all’attualità interessante è la notizia della cattura di un esemplare di Heptranchias perlo (una specie di squalo, raro dei nostri mari, dalle carni non commestibili e dagli aculei dorsali velenosi ) pescato nei fondali di Zannone. L’episodio ci riporta agli studi del prof. Adriano Madonna e a tutte le problematiche connesse con i cambiamenti climatici.
Ed infine, tra tutte le notizie negative riguardanti Ponza almeno tre che rincuorano:
l’apertura da questa stagione del nuovo ristorante Acqua Pazza di Gino Pesce e Patrizia Ronca nella storica location che fu del Mariroc ;
la pubblicazione della guida, a cura di Repubblica, sul Parco del Circeo.
L’ho comprata. E’ fatta bene, è interessante e, per quanto riguarda l’isola di Zannone la troviamo tra gli itinerari di storia e archeologia e tra quelli naturali;
l’annuncio del festival “Corti sul Mare” che si terrà dal 24 al 27 settembre.
E quasi a fine giornata è arrivato il saluto a Ponza, per il ferragosto, di Dante Taddia dal Mozambico. Nella maniera a lui più congeniale, quella del dialetto romanesco.
Continua a fare caldo e, con un po’ di fatica, finalmente ho portato a termine questa epicrisi.
E’ tardi, è buio e non c’è nemmeno un alito di vento. Ritornando alla canzone di Peppe Servillo…
Mò piglio, me spoglio,
Me metto int’o lietto,
Me leggo nu foglio, me metto a durmì.
Ma ‘a cammera ‘e lietto
Sta troppo luntano…
…va mmeglio ‘o ddivano!
…’nu passo e sto llà!
Buona domenica a tutti.
vincenzo
16 Agosto 2020 at 12:22
Caro Enzo, per quanto riguarda “i lavori alla collina Guarini” tu termini dicendo che: “bisogna stare attenti perché c’è di mezzo un disabile”. Il disabile in questione non abita stabilmente a Ponza ma comunque, visto che siamo sensibili ai diritti del disabile noi diciamo che una soluzione andava cercata a misura per il disabile. Per esempio un “monta scale”. In questo caso è il disabile, insieme a tutti i tecnici coinvolti, che non ha tenuto in nessuna considerazione le esigenze di sicurezza degli abitanti della casa sottostante, ma neanche dell’ambiente naturale. Una strada improbabile viste le pendenze proibitive. I lavori, dopo un secondo blitz con ruspa e martello pneumatico, hanno creato altre macerie che penzolano minacciose sulla casa. Hanno talmente martoriato la montagna, distruggendo macchia mediterranea, che adesso avranno problemi seri per terminare i lavori, se non usando cemento, assolutamente vietato dalle prescrizioni. Sono rimasto molto dispiaciuto che la relazione per la valutazione di incidenza ambientale, l’ha fatta una ponzese che si definisce naturalista. Secondo la naturalista ponzese, quel disastro è compatibile con le zone a protezione ambientale. Brava. Eppure a te, cara naturalista, spettava il compito di trovare soluzioni alternative compatibili veramente con le ZPS. Caro Enzo, questa estate va ricordata per i pariolini di terra, di cielo e di collina.