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La nostra Ponza

di Annalisa Vitiello

Le notizie che stanno arrivando in questi giorni da Ponza sono a dir poco sconcertanti e di una tristezza inaudita, orde di ragazzini giunti dalla capitale stanno letteralmente mettendo sotto sopra l’isola, combinandone di cotte e di crude ogni giorno tra risse, incidenti e danni all’ambiente.
La situazione sta diventando ingestibile e chi ci sta andando di mezzo sono i turisti che Ponza la vogliono “vivere” per davvero e, ovviamente, i ponzesi.

Aspettano tutto l’anno per potersi dedicare anima e corpo al lavoro estivo (avessi io la loro forza) e poi tutto viene vanificato da adolescenti che le parole civiltà e rispetto sanno solo che esistono nel dizionario.
Ponza non è questo.
Ponza non deve essere questo.

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Ponza è il sole che tramonta dietro Palmarola, Ponza sono gli aperitivi improvvisati con amici che vedi una volta all’anno, sono i profumi che escono dalle case a qualsiasi ora del giorno, è la passeggiata al porto dopo una giornata in barca mentre i pescatori escono per una lunga nottata di lavoro.

[2]
Ponza è la ginestra in fiore in primavera e le tempeste di mare invernali, Ponza è San Silverio con i suoi garofani rossi, è la malinconia che ti prende quando sali sulla nave e la felicità di sapere che ogni volta che ci tornerai nulla sarà cambiato.
Ponza è il luogo del cuore per tutti i ponzesi che non ci vivono, è dei ponzesi che ci vivono e la rendono ogni giorno un posto meraviglioso, Ponza è dei turisti che non se sono più andati perché innamorati persi dei suoi colori e della sua gente.

[3]
Ponza è il posto più bello del mondo e se non ci credete i ponzesi vi aspettano per dimostrarvi il contrario, magari davanti a un piatto di spaghetti.

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