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Nugae (3) Il pesce palla

di Pasquale Scarpati
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Il pesce palla si pavoneggiava. Pensando di essere inattaccabile, nuotava tronfio e pettoruto. Infatti oltre ad essere velenoso e pieno di aculei, se minacciato si gonfiava come un palloncino per sembrare più grande. Oltretutto era anche un trasformista avendo la facoltà di cambiare colore. Buffo a vedersi e goffo nei movimenti.

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Pieno di queste risorse: – “Sono il signore dei mari” – diceva al povero pesce pettine che se ne stava nascosto laggiù appiattito in mezzo alla sabbia con il suo dentino da neonato
– “Tu sei misero perché non potrai mai vedere nulla perché stai in basso”.

Si avvicinò una grossa cernia. Non sapendo le intenzioni del predatore immediatamente si gonfiò e salì in superficie. Ma quella nuotava nelle vicinanze forse incuriosita o forse per attaccarlo. Dopo un po’ il pesce palla cominciò a sgonfiarsi ed a scendere di nuovo verso gli abissi.
– “E’ tutta apparenza  e poca sostanza” – disse la cernia allontanandosi delusa e disgustata. Ma un pescecane, di tutte quelle prerogative non se ne diede per inteso e “zac” lo squartò.

Qualcuno invece pensò che la cernia non l’aveva attaccato sapendo che era velenoso e pieno di aculei.

Così palloni gonfiati credono di essere i padroni del mondo, ma non solo c’è sempre qualcuno che attenua le loro “pretese” ma, quando si sgonfiano, assumono la loro vera identità che, specialmente se paragonata alla precedente, risulta misera e gretta.

[Nugae (3) – Continua]