Ambiente e Natura

Nugae (1). Il gatto e il topo

di Pasquale Scarpati

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Pasquale ci ha inviato una serie di brevi scritti che hanno per protagonisti degli animali. Ha dato a questa serie di componimenti il titolo generale di Nugae, un termine latino (rubato a Catullo e Petrarca) che significa “inezie”, “cose da poco”. In un’altra occasione avevamo parlato di lui (Pasquale) come di un Esopo ponzese…
La Redazione
 

Il gatto e il topo

Un giorno un gatto agguantò un topo. Si mise a giocare con lui alla maniera dei gatti: prima lo teneva stretto tra le zampe, poi lo lasciava, in attesa che quello tentasse di fuggire. Come il poverino tentava la fuga così lui lo afferrava di nuovo. Stando immobile, con la preda tra gli artigli, si guardava in giro come per chiedere l’approvazione di chi gli stava intorno o forse per dare l’illusione al prigioniero di essere distratto. Poi di nuovo lo lasciava, illudendolo. Molte volte attuò lo stesso giochino; della serie “giocare come fa il gatto con il topo”. Allorché, stanco, stava per dargli la zampata finale, il poverino lo implorò: “Fammi vivere – gli disse – io metterò al mondo una numerosa prole così da sfamare te e tanti come te”.
Il gatto pensò un poco, poi gli rispose: “Fossi matto! E’ vero quello che dici: è conveniente assai perché abbiamo tutti da guadagnare,  ma a me conviene ucciderti perché a noi gatti è stata data questa “missione”.  E in batter d’occhio gli spezzò il collo.

Qualcuno, malignamente, suppose che il felino più che alla sua missione avesse pensato agli elogi e alle carezze del padrone, il quale oltretutto, per gratitudine, gli avrebbe elargito croccantini ed altre prelibatezze senza che lui faticasse e inoltre avrebbe goduto della stima presso i suoi simili.
Così a volte la convenienza si ammanta di morale, questa, a sua volta, dissimula la convenienza.

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