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Vocca rossa… ‘U tiempo passa…

di Francesco De Luca

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Continuo con questo giochino estivo:
a  – presento un verso dal significato plurimo;
b  – anticipo un trasferimento di significato;
c  – invito i lettori a sbizzarrirsi nell’utilizzo del verso a loro piacimento.

Oggi il verso è questo. Vocca rossa, ‘u tiempo passa.

Due concetti, uno esplicito e uno espresso da una immagine. Quello esplicito si riferisce al tempo, nel senso del suo scorrere. L’evidenza più avvilente riguarda gli effetti che lo scorrere del tempo provoca sul fisico, sulla mente, sulle emozioni. Col tempo la vita si produce e si esalta, e nel tempo avvilisce e muore. Una ovvietà che, ove riportata alla coscienza, incupisce e addolora.

Non c’è espediente, non c’è forza che possa fermare il cammino del tempo. I Greci, nella loro attenta analisi della dimensione umana, elaborarono miti che dessero sollievo agli uomini, giacché la macina del tempo non si ferma davanti a nulla: dolori, amori, dubbi, speranze, tutto col tempo si trasforma, assume forme diverse, si deforma, muta.

Già… e muta anche il fascino che suscita ‘a vocca rossa. Simbolo di giovinezza, di femminilità, di attrazione.

E’ la cultura napoletana, in verità, che ha ricalcato l’immagine della  ‘bocca rossa’, per significare il fascino della giovinezza femminile.
‘A vocca rossa  la possiede la giovane che la promuove come un’attrattiva. E’ un fiore aperto per chi ama il dolce del polline, la stretta dell’abbraccio carnale.
Ma dura poco. Anche per la fanciulla in fiore il tempo è implacabile e presto il rosso sulla bocca deperirà.

E fin qui ho esaudito il punto a e il punto b. Ma quanti significati non letterari possono essere allusi dalla ‘bocca rossa’. Tutto quanto possieda le caratteristiche della vivacità, dell’esaltazione, della procacità, tutto ciò può essere rappresentato come una  ‘bocca rossa’. Rosso per il sangue da versare o già versato, rosso per il vino da trangugiare o trangugiato, per il sole tramontato o nell’atto del tramontare. Amori, guerre, rivoluzioni, ferite, abbandoni, fusioni, armi e profumi: quante altre immagini possono essere evocate e quante storie ricordate, e volti e fatti e vicende. Tutto a vostra disposizione, collegando  ‘a vocca rossa  al  tiempo passa.

A voi, lettori, la mossa.

Un aiutino? Beh… la  ‘bocca rossa’  la si può avvicinare alla  ‘passione politica’. Rossa come la rivoluzione, come la foga verso l’ingiustizia sociale. E’ un sentimento che noi Italiani non coltiviamo, tanto è vero che come nazione all’Italia manca nella storia una convinta, unanime rivolta popolare. Siamo bravi nell’acconciarci, nell’accomodarci, nello smussare le spigolature. E infatti, di solito, siamo acquartierati nel pantano, nell’acqua morta. Come situazione nazionale, dico. Manchiamo, da italiani, di spirito risolutore. Così che ci sentiamo attratti da chi urla, sbraita, sbatte i pugni, sputa livore. Pensando così di appagare la carenza di qualità personale con la sbruffoneria di un nullafacente.

Riferimenti all’attualità politica? Non ci penso proprio… e se lo pensassi non lo espleterei.

Per non togliervi il piacere di farlo fare a voi, gentili lettori !