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La cometa NEOWISE

di Antonio Francesco Piras

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Anche se in ritardo, non posso mancare di partecipare ai lettori di Ponzaracconta l’arrivo della cometa C/2020 F3 (NEOWISE)(*) scoperta il 27 marzo scorso dal telescopio spaziale WISE (**), da cui prende infatti il nome.
Si sta avvicinando alla Terra e tra il 22 e 23 luglio toccherà il punto ad essa più vicino (perigeo). Attualmente si trova sotto il Grande Carro.

Mostra una bellissima coda di polveri di colore giallastro in quanto riflette la luce del Sole e risulta essere una delle comete più brillanti degli ultimi 13 anni facendo meravigliare migliaia di appassionati.
Brilla come una stella di prima grandezza ed è possibile osservarla sia ad occhio nudo, sia tramite un normale binocolo.

Approfitto di questo evento per parlare non solo delle comete ma anche delle stelle cadenti che ammireremo nel mese di agosto.Come è ben noto nello spettacolo notturno dei cieli non ci sono soltanto le stelle, i pianeti e la luna. Vi sono anche altri soggetti: vagabondi celesti la cui imprevedibilità rende lo spettacolo più eccitante.
Si tratta di astri come comete, asteroidi e, naturalmente, meteore (chiamate impropriamente stelle cadenti).

Per capire le stelle cadenti bisogna prima sapere cosa sono le comete e, per comprendere le comete dobbiamo ritornare indietro nel tempo, a 5 miliardi di anni fa, alla nascita del sistema solare.

Inizialmente, da una nebulosa di gas e polveri, si formò il Sole. Quindi dagli elementi più pesanti nacquero i pianeti interni: piccoli mondi solidi come Mercurio, Venere, la Terra e Marte.
Quando il Sole divenne più caldo, iniziò a emanare il vento solare, che spinse gli elementi più leggeri al di là della fascia degli asteroidi dove si formarono i pianeti esterni: giganti gassosi come Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
E molto più lontano, ad un terzo della distanza dalla stella più vicina, si formò una vasta nube di detriti ghiacciati.
Come un guscio che avvolge i pianeti, questa nube è così poco densa che la si potrebbe attraversare senza notarla.
Questa è la nube di Oort, dove hanno origine le comete.
Keplero, più di quattro secoli fa, affermò che ci sono più comete in cielo che pesci nel mare e sicuramente aveva ragione.

Di tanto in tanto una cometa viene scalzata dalla sua posizione di equilibrio nella nube di Oort a causa di interazioni  gravitazionali tra il Sole e le sue stelle più vicine. Inizia così un viaggio verso i pianeti e la cometa viene attirata irresistibilmente verso il Sole.

Le comete vengono viste come viaggiatrici cosmiche che catturano l’attenzione per settimane o addirittura per mesi.
Si tratta di visitatori come la cometa di Halley che ritorna a farci visita ogni 76 anni. Le comete sono i nomadi del nostro sistema solare.
Alcune viaggiano su orbite ellittiche accidentali disintegrandosi sui pianeti. Le comete kamikaze si tuffano nel Sole; altre ne sfiorano la superficie.
Quando la cometa raggiunge la parte interna del sistema solare, si sviluppano le code di gas e polveri. Il ghiaccio vaporizza. Le sostanze fluiscono dal nucleo come gas fluorescente per milioni di chilometri nello spazio. E tutto questo scaturisce da un nucleo che potrebbe essere non più grande di un campo di calcio.
La coda si manifesta quando la cometa si trova a circa 200 milioni di chilometri dal Sole. La coda di gas è sempre in direzione opposta al Sole, poiché è dovuta al vento solare e alla pressione della luce del Sole.

Dopo essere passata vicino al Sole, la cometa ritorna nella fredda profondità dello spazio, dove la sua coda sparirà.
Viste dalla terra, le comete sembrano ferme nel cielo; in realtà esse si muovono alla velocità di circa 100 mila chilometri all’ora.
Ma le tensioni a cui la cometa è sottoposta nella parte interna del sistema solare, sono tali da poterne frantumare il nucleo, in questi casi i vari frammenti possono produrre una coda più vistosa e brillante.
Dal materiale disperso dalle comete si hanno le stelle cadenti, più correttamente note come meteore.

Quando la Terra attraversa le orbite delle comete, il materiale disperso brucia nell’atmosfera, provocando una pioggia meteorica.
Per alcuni secondi anche un piccolo granello può produrre una scia luminosa; frammenti più grandi, spesso provenienti da asteroidi, producono bolidi e, se arrivano fino al suolo, prendono il nome di meteoriti.

Il meteorite più famoso è probabilmente la Kaaba, situato in un cubo d’argento con la base nera. Alla Mecca al momento dell’apertura della Kaaba, milioni di fedeli affollano questo luogo, dove nacque Maometto. Come tutti i musulmani sparsi per il mondo, i pellegrini pregano verso la loro pietra sacra, che si ritiene sia stato un regalo dell’Arcangelo Gabriele ad Abramo.*
Ma vi è una spiegazione più materiale.
Secondo gli scienziati la pietra è uno degli innumerevoli  proiettili cosmici che hanno colpito la terra sin dalla sua nascita; in altre parole, un meteorite, con la sua parte esterna annerita per la fusione della sua crosta nell’attraversamento dell’atmosfera.

In conclusione, per noi piccole creature dell’universo che ci troviamo in una fase drammatica a causa della pandemia , questa cometa può significare una speranza chetutto vada per il meglio.

Da varie parti leggo cartelloni con su scritto: Andrà tutto bene”.
Secondo me andrebbe aggiunto: “…se ognuno farà bene ciò che ci consigliano gli esperti”.

Buona cometa a tutti da Antonio Francesco Piras alias Eclipse

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Note

(*) – NEO – Un oggetto near-Earth (in inglese near-Earth object – abbreviato NEO) è un oggetto del Sistema Solare la cui orbita può intersecare quella della Terra.

(**) Il WISE (Wide-Field Infrared Survey Explorer) è un telescopio spaziale lanciato dalla NASA il 14 dicembre 2009 nell’ambito del Programma Explorer.

L’ Autore – Antonio Francesco Piras è un vecchia conoscenza di Ponzaracconta (e amico della Redazione). Conosce bene Ponza. Ha partecipato con il gruppo di astrofili APA alle varie manifestazioni di Ponza sotto le stelle negli anni  tra il 2012 e il 2014.

Immagine di copertina. La cometa Neowise C2020 F3 fotografata da Gaia De Luca (leggi qui [3]) dal Monte Guardia: sullo sfondo Palmarola a sinistra e la costa laziale a destra

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Appendice del 23 luglio 2020
Due foto della cometa, di Dimitri Scripnic, inviate da Biagio Vitiello:

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