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Il sapore dell’estate

di Francesco De Luca

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3 luglio, estate nella sua pienezza. Ho l’età di chi poteva fare il bagno tassativamente dopo la ricorrenza di San Giovanni (lo ha ricordato pure Maria Conte). Non chiedete perché, erano obblighi che si trascinavano nelle leggende, e le leggende erano verità. Negli anni posteriori abbiamo sondato sia le ragioni ancestrali sia la loro inconsistenza sia il loro fascino (leggi al riguardo Divieto di balneazione e Santi castigatori [2], di Isidoro Feola).

L’isola per noi ragazzi si liberava della chiusura invernale e si dischiudeva all’intemperanza giovanile.

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I tuffi a Sant’Antonio. Da Gennarino a mare

Oh Dio, sono ad un passo dal cadere nella nostalgia, dovrò stare attento a tenermene lontano. Non so se ce la faccio a non sottolineare come non ci fosse caletta, scoglio, grotta a mare, spiaggetta che non vedessero noi ragazzi a tormentarne le acque, a irrompere coi gridi, a squassare con tuffi, gare, giochi.

L’estate  era il tavolo dove giocavamo la nostra fanciullezza, nella dimensione fisica, corporale, naturale.
Il bagno era un rito giornaliero che esigeva entusiasmo, slancio, rischio, temerarietà e dava piacere e appagamento.
Ecco perché quando gli amici coetanei sul sito riportano ricordi di mare, di rena, di anfratti negli scogli, di spigliatezza compagnona, una identica consonanza trascorre nei nostri ricordi.

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I giochi e i tuffi dallo scoglio di Frisio

Noi abbiamo conosciuto il sapore del mare e sappiamo di cosa parliamo. Non è una nostra esclusiva prerogativa no, anche altre generazioni hanno goduto dello stesso privilegio. Ma il sapore che stagna nella nostra mente è solamente nostro.

L’isola è cambiata, noi siamo cambiati e anche il rapporto con l’isola è cambiato. Ma nel ricordo no, nel ricordo ’u summariello ha la sua attrattiva, la Caletta il suo richiamo, le grotte di Pilato il loro impegno, la Parata era  chiena ’i purpe, ’a scarrupata brillava di cobalto, chiailuna divertimento puro fra i cavalloni.

Isola magica, vedo questa espressione usata come slogan e… noi conosciamo bene quella magìa. Noi che l’abbiamo vissuta.

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Dietro la Caletta