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Il ponte di Genova e il crollo di Cala Fonte. Similitudini e confronti

di Aniello Aprea

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Riceviamo in Redazione e pubblichiamo. Il documento originale, in file .pdf è allegato alla fine dell’articolo

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Al Sindaco di Ponza — Franco Ferraiuolo
e p.c. ai Consiglieri:
Fabio Aversano – Gianluca De Martino – Michele Nocerino
e p.c.:
Alla Minoranza Consiliare [email protected] [4]

 

Oggetto: il ponte di Genova

Il Comitato di Quartiere SAMIP 2012 nella riunione del 01/07/2020 ha così deliberato:


Premessa

Il depuratore di Giancos – scelta peraltro poco indovinata perché in pieno centro abitato e nelle immediate vicinanze di un panificio esistente, e a Ponza ne esistono al momento solo tre — emana in quest’ultimo periodo cattivi odori, molto dannosi in quanto lì sorge un semaforo rosso e la gente è costretta a fermarsi. L’Amministrazione Comunale è tenuta a farsi carico per risolvere il problema nel più breve tempo possibile.

– Altro problema è “la grotta del Serpente” in Santa Maria per la quale più d’una volta ci siamo fatti sentire: possibile che per un luogo di interesse storico così elevato non si trovi la strada di riaprirlo e renderlo fruibile al Pubblico?
Dirà l’A.C. che ha scritto, ma che ci sono problemi etc. etc. ma a Noi interessa la soluzione, non i problemi, e l’A.C. deve risolverli, è compito suo.

– E veniamo al “Ponte di Genova”. È crollato nell’agosto 2018, con 43 morti. A giugno 2020 , dopo soli 22 mesi è passata la prima macchina. È stato realizzato un nuovo ponte di 1067 m di lunghezza, alto 40 m con 19 piloni di appoggio, che sovrasta case e corsi d’acqua. Ma come è possibile!? Un ponte… Non ci sono stati problemi. Oppure sono stati risolti. Si è scelto un Commissario Straordinario di Genova —tale Marco Bucci – un Progettista pure di Genova – Arch. Renzo Piano – Non diciamo altro; ma vediamo i risultati. A luglio sarà aperto… al traffico.

– E Cala Fonte! C’è un “verbale di Giunta Comunale” del 11/01/2018. Con esso si deliberava l’incarico ad esperto geologico… indagini e studi… interventi urgenti… Incarico… Ma quanto si è speso finora? Indagini e studi?
Ma tutto è rimasto come al momento del dissesto dopo 30 mesi.
In 22 mesi a Genova si è fatto un ponte che ha dovuto affrontare problemi ben più grossi e risolverli.

A Ponza invece non ci si è rivolti a Maestranze Locali come hanno fatto a Genova; ma a Tecnici di Fiducia dell’A.C. con nessun risultato visibile. Ma io mi chiedo: perché un Geologo? Per un po’ di terra franata e sedutasi a valle; a che serve il Geologo? Esso serve, e con tutto il rispetto, quando si deve appurare la consistenza del terreno, magari per fare fondazioni; ma in questo caso occorreva un’altra figura tecnica, magari l’ingegnere per asportare il terreno caduto e dargli una giusta sistemazione e assetto.

In Ingegneria, mi hanno insegnato, si copia sempre. Vedi Genova. Perché Noi non abbiamo saputo farlo?
Insomma Cala Fonte è per l’economia locale un tassello importantissimo che non si deve sottovalutare. Bisogna operare e subito, ora che la stagione estiva è appena iniziata.

Il piazzale di parcheggio delle macchine. Non è stato interessato in alcun modo dalla frana. Esso va liberato da divieti di qualsiasi tipo.
La scala di discesa al mare. Essa negli scalini non è interessata alla frana; nella parte successiva, pianeggiante, costeggia il terreno caduto, che va protetto con opportuno sbarramento per evitare il transito nella parte di ponente. Comunque va mantenuta la discesa a mare.
Lo specchio d’acqua dove si faceva il bagno e si ormeggiavano le barche. È rimasto inalterato come prima della frana. Va restituito alla funzione di prima della frana.
Lo scoglio dei bagnanti. Non è stato per niente interessato dal movimento franoso, che si è svolto nelle vicinanze. Per cui va ridato ai… bagnanti senza limitazioni.
– Il ristorante che si trova a monte (Igino) ha visto la frana sul retro senza che ne fosse interessato. Si potrebbe momentaneamente riaprire senza alcun pericolo e col precetto dì creare un muro di contenimento a valle, nel canale che più d’una volta è stato usato come discesa di pala meccanica, danno questo creato dall’uomo e che va riparato, ampliando nel contempo il piazzale di parcheggio.

Concludendo. Il divieto attuale va rifatto, dando alla zona tutta la fruibilità necessaria per un corretto uso del territorio. Il segnale di divieto va posto a valle, a fianco del terreno caduto, per evitare il passaggio ad andare oltre.
La zona ormai non crea problemi, quello che è caduto rimane caduto e non c’è pericolo per la restante area.

P.S.
Prima del Bagno Vecchio a confine con la spiaggia della Parata è franato un pezzo di roccia sullo sperone, dove l’uomo, in illo tempore, aveva scavato per costruire delle grotte.
L’A.C. intervenga chiamando un Geologo per vedere il da farsi.

Ponza 01/07/2020

PROT. COMUNE DI PONZA – 03 LUG. 2020 – n° 0006363

COMITATO di QUARTIERE SAMIP 2012

Il Presidente
Ing. Aniello Aprea

Il documento originale: SAMIP. 1° luglio 2020.pdf [5]

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