Archivio

Mussolini e Hitler. Due dittatori a confronto (4). L’ultimo incontro

di Stefano Cecini

.

Per l’articolo precedente, leggi qui

Ultimo incontro (Rastemburg, 20 luglio 1944)

L’ultimo incontro tra i due dittatori è segnato dal fallito attentato a Hitler da parte di congiurati facenti capo al colonnello Klaus Von Stauffemberg. Ci si è chiesti se i congiurati avessero in animo di arrestare anche il duce una volta preso il potere. È quindi un Hitler scosso e ferito alla mano destra che accoglie Mussolini alla stazione.
Il duce mostra un volto scarno, sui cui forse appare un pallido sorriso di compiacimento per non essere – da questo momento – l’unico ad aver subito l’onta del tradimento.

In questo incontro Mussolini chiede di fermare l’avanzata degli alleati sugli Appennini, di far entrare in azione sul territorio italiano le 4 divisioni addestrate in Germania e, soprattutto, di risolvere la questione degli internati italiani in Germania. Pur ricevendo le rassicurazioni del Fuhrer sull’accoglimento di tali richieste, Mussolini non vedrà soddisfatta nessuna di esse.

Il saluto di natura fanciullesca che Mussolini, affacciato al finestrino del suo scompartimento indirizza a un affaticato Hitler, incornicia un imbarazzante e doloroso quadro del tragico epilogo del più drammatico avvenimento dell’età contemporanea.

Di seguito un link a un filmato di quella giornata in cui nei primi due minuti è possibile vedere le immagini dell’ultimo incontro tra i due dittatori (successivamente il filmato mostra altre immagini e quindi lo schermo nero).

Hitler e Mussolini a Rastemburg:

.

YouTube player

.

[Mussolini e Hitler. Due dittatori a confronto (4) – Fine]

Appendice (Cfr. commento a cura di Sandro Russo)

Impressionante questo epilogo e la conclusione della serie degli incontri tra Mussolini e il Fürer del 20 luglio 1944.

Il “tradimento” vissuto dal Duce, cui il testo accenna, è la sua deposizione da parte
del Gran Consiglio del Fascismo del 24-25 luglio del ’43, dopo la quale Mussolini fu messo sotto scorta e – per decisione del re Vittorio Emanuele III – sostituito come Capo del Governo con il maresciallo Pietro Badoglio.
Dopo un breve permanenza in una caserma dei carabinieri di Roma, Mussolini fu trasferito proprio a Ponza (dal 28 luglio al 7 agosto).
E qui si inserisce la dettagliata cronaca fatta sul sito da Antonio Usai:

https://www.ponzaracconta.it/2011/03/22/mussolini-prigioniero-a-ponza-1/
http://www.ponzaracconta.it/2011/03/26/mussolini-prigioniero-a-ponza-2/
http://www.ponzaracconta.it/2011/04/01/mussolini-prigioniero-a-ponza-3/
http://www.ponzaracconta.it/2011/04/07/mussolini-prigioniero-a-ponza-4/

Dopo di allora la parabola discendente dell’ex-capo del Fascismo conobbe altre tappe: il trasferimento da Ponza alla Maddalena; quindi per essere stato giudicato questo luogo non sicuro da eventuali tentativi di liberazione da parte dei tedeschi, il 27 agosto, Mussolini fu trasferito a Campo Imperatore, sul Gran Sasso in Abruzzo, luogo ritenuto inattaccabile dall’esterno.
Ma proprio qui fu “liberato”, il 12 settembre, da un commando di paracadutisti tedeschi (Operazione Quercia); quindi subito tradotto in aereo in Germania, dove il 14 settembre incontrò Hitler al suo quartier generale di Rastenburg [un primo incontro a Rastenburg, il quartier generale del Fürer – la Tana del lupo (in tedesco, Wolfsschanze), attualmente in territorio polacco].
Qui Hitler lo “invitò” a formare una repubblica protetta dai tedeschi.
Questa fu la Repubblica Sociale Italiana – RSI (conosciuta anche come Repubblica di Salò) uno Stato di fatto controllato dai tedeschi in cui a Mussolini venne concessa poca libertà di azione [leggere sul sito, per il clima di quel tempo, un articolo su una canzone di De Gregori, Il cuoco di Salò

Di rilevante ancora, nel gennaio 1944 si tenne il processo di Verona, nel quale vennero giudicati i gerarchi “traditori” che si erano schierati contro Mussolini il 25 luglio 1943: tra questi, fu condannato a morte il genero del duce, Galeazzo Ciano.

Per tornare all’incontro di Rastenburg del 20 luglio ’44, è un Mussolini politicamente dimidiato e anche fisicamente provato quello che incontra Hitler, a sua volta appena scampato a un attentato.

Appena qualche parola sulla “vendetta” del Fürer nei confronti dei suoi attentatori: furono trucidati in modo feroce, insieme alle loro famiglie; chi immediatamente, chi dopo qualche tempo, mentre veniva ricostruita, da parte della polizia, la rete dei conniventi e fiancheggiatori.
Questa tragedia nella tragedia è stata oggetto di molte analisi, considerazioni etiche e letteratura.

Giusto per avere un’idea del tempo che ancora restava ai due dittatori e rilevare altre analogie…
Mussolini venne fucilato assieme a Claretta Petacci il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra, nei pressi di Dongo (CO); a 62 anni.
Hitler si suicidò nel suo bunker di Berlino, intorno alle ore 15.30 del 30 aprile 1945, insieme all’amante Eva Braun che aveva sposato il giorno prima; aveva cinquantasei anni.

***

Appendice dell’11 luglio 2020 (Cfr. Commento della Redazione)

Gli incontri di Mussolini con Hitler su Rai3 la sera del 10 luglio (recuperabile su Rayplay)

 

7 Comments

7 Comments

  1. Sandro Russo

    30 Giugno 2020 at 08:28

    Impressionante questo epilogo e la conclusione della serie degli incontri tra Mussolini e il Fürer.
    Ho inserito nell’articolo di base altre informazioni utili per collegare l’incontro di Rastenburg del luglio ’44 a quello che era successo prima (inclusa la breve prigionia a Ponza: luglio-agosto 1943) e a quello che seguì, fino al tragico epilogo.

  2. Annalisa Gaudenzi

    30 Giugno 2020 at 20:43

    Se posso, vorrei stuzzicare lo storico Stefano Cecini su un argomento, credo stranamente o non completamente narrato, in generale, in Italia. O forse sbaglio?
    Premetto: ho visto ultimamente un film, Cigarettes et bas nylons, di Fabrice Cazeneuve (2010), che racconta di un gruppetto di donne, spose di guerra francesi, fatte migrare negli Stati Uniti. Vicende vere. E non tutte a lieto fine.
    Si parla quasi sempre di uomini in merito alle guerre: i protagonisti assoluti, vincitori o vinti.
    D’accordo che l’avete inventata voi, la guerra, però uno spazietto concedetecelo! Ne abbiamo da dire, sapete?
    Insomma, cosa è successo alle nostre italiane sposate con militari stranieri, nella prima e seconda guerra?

  3. Gianni Sarro

    1 Luglio 2020 at 16:08

    Una riflessione sulla fine dei due dittatori. Di quella di Mussolini sappiamo molto. Dal tentativo di fuga del duce da Milano, alla cattura, alla fucilazione, all’esibizione del cadavere a piazzale Loreto. Di quella del Fuhrer sappiamo molto meno. Al cinema non sono tanti i film che hanno affrontato l’epilogo della stagione hitleriana. «La caduta» di Oliver Hirschbiegel (2004), con uno strepitoso Bruno Ganz, è forse il migliore di tutti.

  4. Gabriella Nardacci

    5 Luglio 2020 at 20:53

    Condivido con Annalisa Gaudenzi, l’attenzione e l’interesse per le vicende delle donne durante il periodo delle guerre mondiali. Di alcune di loro ho letto qualcosa.
    Numerosi sono i casi di donne ‘usate’ e uccise in tali periodi.
    Potrei ricordare le ‘assaggiatrici’ usate da Hitler per testare il suo cibo. Erano in 15 e l’unica testimone sopravvissuta si chiama Margot Wolk. Ha raccontato che dapprima veniva prelevata da casa e portata presso la ‘Tana del lupo’ insieme alle altre 14. In seguito furono tutte costrette a vivere all’interno della struttura. Un ufficiale le aiutò a fuggire verso Berlino, ma quando questa capitolò per mano dell’Armata Rossa, i Russi le presero, le chiusero in una stanza e le violentarono tutte per 14 giorni consecutivi. A molte di loro come a Margot, fu tolta la possibilità di diventare madri. Ora vive da sola ancora scossa da questi brutti ricordi.
    Da questa storia vera il romanzo “Le assaggiatrici” di Rossella Postorino (Feltrinelli; 2018)

    Da ricordare anche una certa Sophie Scholl che faceva parte del movimento chiamato “La rosa bianca”, che insieme ad altri quattro studenti (tra cui suo fratello) e a un professore, lottarono in modo pacifico (tra l’altro erano ferventi cristiani) per un’Europa federale e uno Stato di diritto. La loro unica arma furono alcuni opuscoli diffusi clandestinamente.
    Furono tutti ghigliottinati dopo processi-farsa del regime nazista. Sophie fu la prima e di lei si racconta il coraggio e la fierezza.

    Di donne che sposarono militari, ce ne sono state tantissime e di diverse nazionalità:: fräulein tedesche, francesi, filippine, coreane, cinesi. le donne italiane che sposarono militari statunitensi furono quasi 9000.
    Il libro Operazione spose di guerra, di Silvia Cassamagnaghi, riporta tante storie individuali e altre questioni relative alle suindicate coppie, al loro adattamento e disadattamento e a sentimenti vari.
    È un libro basato su fatti storici accertati.

    Ringrazio Stefano Cecini per queste pagine di storia così ben esposte. Ogni tanto occorrerebbe rileggere queste vicende del passato recente…

  5. Emilio Iodice

    6 Luglio 2020 at 12:41

    Questi importanti articoli sono utili per noi per continuare a ricordare la brutalità del nostro passato, guidati da uomini che avevano una visione irrazionale e mostruosa del mondo, dell’universo e dell’umanità, dove sopravvivono solo predatori forti, astuti e famelici.

    Non dovremmo dimenticare l’agonia, il dolore, la distruzione e la miseria che si sono lasciati alle spalle.

    Una citazione di Matthew Kneale, corrispondente del Manchester Guardian a Roma, riassume l’eredità di Benito Mussolini:

    “Più rimango qui e ascolto gli italiani parlare del passato del loro paese, più non sono d’accordo. Che cosa succede se dimentichiamo Hitler e Stalin per un momento e manteniamo Mussolini da solo? Tutto in una volta, il suo disco è meno divertente. Ha guadagnato potere attraverso bande di ex soldati che hanno picchiato o ucciso chiunque si trovasse sulla loro strada. Durante il suo dominio, gli oppositori sono stati umiliati, picchiati, paralizzati, incarcerati e assassinati. L’aggressione italiana in Libia e in Abissinia ha provocato almeno 100.000 morti. vantandosi, il suo governo non era nemmeno efficiente, ma corrotto e incompetente.Il suo regime di cigni negli ultimi anni di guerra, lo stato di groppa appoggiato dai nazisti della Repubblica di Salò, era famoso per la sua vendicativa omicida. Mussolini non era migliore di un Pinochet o Ceausescu. E, naturalmente, furono le innovazioni politiche di Mussolini a ispirare Hitler, il suo entusiasta discepolo.”

  6. Sandro Russo

    6 Luglio 2020 at 15:54

    Al riguardo, anche se ho omesso di segnalarlo prima, un film apparentemente frivolo – ma mica tanto – degli anni della formazione di un bambino negli anni dell’indottrinamento hitleriano.
    Ne ho parlato a proposito dei due brani – dei Beatles e di David Bowie – che rispettivamente aprono e chiudono il film.
    Ma in trasparenza, com’era la vita quotidiana di quei tempi si vede bene, anche se attraverso gli occhi di un bambino di 10 anni.
    Il film è JoJo Rabbit (2019), premio Oscar e premio BAFTA, entrambi per la miglior sceneggiatura non originale (del regista Taika Waititi, anche attore) … – leggi e ascolta qui – dal romanzo del 2004 Come semi d’autunno (Caging Skies) di Christine Leunens.

  7. La Redazione

    11 Luglio 2020 at 07:59

    Amici comuni hanno inviato in redazione una locandina (allegata all’articolo di riferimento) con la segnalazione di una trasmissione su RAI tre, che ricalca gli argomenti trattati recentemente sul sito (con l’ironico commento: “Ma RAI Tre ci copia?”)

    Su Rai3 “La Grande Storia” con Paolo Mieli
    “Quasi amici”… Mussolini e Hitler

    Rai – Ufficio Stampa
    10 luglio 2020, 21:10

    Terzo appuntamento, in prima serata su Rai3, con “La Grande Storia”, venerdì 10 luglio alle 21.10. Attraverso immagini esclusive, le voci dei protagonisti e dei grandi storici, nei luoghi che hanno fatto il Novecento e non solo. Con il racconto in studio di Paolo Mieli e i servizi dell’inviato nella storia Fabio Toncelli, una serie di documentari inediti per raccontare i grandi eventi che hanno fatto il nostro tempo.
    “Quasi amici” è il titolo della puntata che racconta il rapporto tra Benito Mussolini e Adolf Hitler. Si sono incontrati ben 17 volte. La prima a Venezia, nel 1934: Mussolini in smagliante divisa, Hitler con un modesto impermeabile. L’ultima, dieci anni dopo, quando il Duce è un “cadavere vivente”, diventato ostaggio del Führer. Nel mezzo una guerra disastrosa, ma anche i sogni di grandezza, le immense sfilate, le accoglienze imperiali. E sempre, l’ammirazione infinita del dittatore tedesco verso il suo maestro italiano. È stata un’amicizia? O l’inevitabile alleanza tra due dittatori?

    Stalin e Mussolini, invece, non si sono mai incontrati. Eppure, incredibilmente, di rapporti tra Italia fascista e Russia dei soviet ce ne sono stati. E tanti… Tra le prime nazioni, già nel 1924, l’Italia riconosce ufficialmente l’Unione sovietica. Nel 1929, l’ex squadrista Italo Balbo viene accolto con tutti gli onori a Odessa, sul Mar Nero. Umberto Nobile costruisce dirigibili per lo stato sovietico. Mentre Giovanni Agnelli senior realizza la più grande fabbrica di cuscinetti a sfera del mondo proprio a Mosca. Fino alla guerra civile spagnola nel 1936. Quando lo scontro diventerà diretto, ideologico, insanabile.

    Nota della Redazione
    La puntata si può rivedere integralmente su Rayplay (1 h e 54 min.), dopo essersi registratati (gratuitamente).

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top