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Giornate FAI all’aperto. Nel weekend torna l’appuntamento con la natura

Proposto dalla Redazione

 

Da la Repubblica di oggi 23 giugno l’articolo di Giacomo Talignani sull’appuntamento del FAI con la natura  in un inizio estate che sa ancora di primavera.

A giugno e all’aperto. Nel weekend le Giornate Fai della ripartenza [1]

Cancellato dall’emergenza covid, l’appuntamento primaverile del Fondo per l’Ambiente si ripresenta in versione adattata alla stagione. Duecento meraviglie da scoprire. Ma a numero chiuso e solo su prenotazione

 

Ripartire dalle bellezze dell’Italia, mettendo al centro il nostro patrimonio paesaggistico, ambientale, storico. Così il FAI, Fondo Ambiente Italiano, ha deciso di promuovere una edizione speciale delle sue famose giornate, dedicandola alle “Giornate FAI all’aperto” che si terranno – in tutta sicurezza – sabato 27 e domenica 28 giugno in oltre 200 luoghi e in più di 150 località d’Italia.

Sarà una due giorni tutta dedicata a parchi e giardini storici monumentali, alle riserve naturali, ai boschi, le campagne, gli orti botanici. A quegli spazi aperti da scoprire, che ospitano magari alberi millenari o piante rare, oppure sentieri poco conosciuti o monumenti immersi nella natura. Per l’occasione, gli esperti e i volontari del FAI, sveleranno tutti i segreti di questi luoghi, dal sito dove si trova la sequoia gigante sopravvissuta al disastro del Vajont nel 1963 fino al Semenzaio che ogni anno produce il verde urbano della città di Roma.

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Roma. Aranciera e semenzaio di San Sisto Vecchio

Le regole

Una edizione particolare, quella voluta dal FAI, che nell’anno terribile del Covid-19 impone nuove regole e attenzioni per questa versione “all’aperto”. Per esempio sarà necessario prenotare: le visite avranno un contributo minimo – da 3 o 5 euro – per sostenere l’iniziativa, e la prenotazione è obbligatoria, effettuabile su www.giornatefai.it [3] fino a esaurimento posti ed entro venerdì 26 giugno alle ore 15. A causa del regolamento legato alla pandemia, il numero di ingressi per visita è limitato e previsto in gruppi ristretti per garantire così le norme di sicurezza necessarie.

Grazie all’aiuto dei volontari FAI chi si prenoterà e parteciperà all’evento, avrà modo di scoprire luoghi incantevoli come – con un’apertura anticipata eccezionale  –  i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo “un nuovo Bene della Fondazione che apre al pubblico: un omaggio alla città che ha sofferto drammaticamente l’emergenza sanitaria e che merita di ritrovare il benessere che anche la cultura può dare”. Le donazioni da parte dei visitatori per le Giornate del FAI all’aperto, evento di raccolta pubblica di fondi, saranno un modo per “supportare concretamente la Fondazione e la sua missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano, offrendo un prezioso contributo per sostenerne le attività istituzionali, il restauro e la conservazione dei Beni e la loro regolare apertura al pubblico, in tutta sicurezza” spiegano dal FAI.

Naturalmente è ben comprensibile come negli oltre due mesi e mezzo di chiusura tutte le attività, i restauri e le visite siano state interrotte e come ora sia necessaria una spinta per ripartire, dato che “siamo in difficoltà economica” fanno sapere dalla Fondazione.

“Per questo motivo, oltre al contributo minimo – 3 euro per chi è già iscritto al FAI, 5 euro per i non iscritti – richiesto all’atto della prenotazione online, i visitatori potranno offrire un contributo aggiuntivo sia all’atto di prenotazione che in piazza: un piccolo gesto di generosità che per la Fondazione è oggi ancora più importante, vitale, e che testimonia concretamente l’amore nei confronti del nostro Paese con un aiuto in particolare al settore culturale che opera come il FAI per tutelare e valorizzare un patrimonio che è risorsa cruciale per il futuro dell’Italia”.

https://www.youtube.com/watch?v=tjYJe1BJlK8&feature=youtu.be [4]

(cliccare sul link per vedere lo spot di presentazione)

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Luoghi e natura

Fra gli scopi dichiarati dell’iniziativa ci sarà quello di “riavvicinare gli italiani alla natura” e  coltivare una vera e propria “cultura della natura” da cui ripartire. Per scoprire quali luoghi saranno visitabili basterà contattare il sito delle Giornate del FAI all’aperto dove vengono indicati anche diversi itinerari possibili, dalla campagna sino alla montagna.

Si potranno conoscere ad esempio il Platano di Vrisi a Curinga (CZ) con i suoi 18 metri di circonferenza del tronco, piantato secondo la tradizione dai monaci del vicino monastero medievale di Sant’Elia Vecchio; oppure le riserve naturali  del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi (TE) e  di Castellaro Lagusello a Monzambano (MN). E ancora: passeggiare, con tanto di guida, tra i borghi storici come Monesteroli a La Spezia, a picco sul mare, luogo senza elettricità dove si vive solo grazie a energie rinnovabili.

Ma sarà anche possibile camminare fra alcuni tra i più votati Luoghi del Cuore del FAI, come ad esempio Borgo Universo a Aielli (AQ), o tra i monumenti di Eremo di S. Onofrio al Morrone e Santuario romano di Ercole Curino a Sulmona (AQ) o nel Villaggio operaio Pirelli a Milano,  sobborgo di “ventisei villette costruite nel 1920-1923 per i lavoratori della Pirelli secondo un modello romantico di città-giardino e una concezione ottocentesca di casa-azienda”.

Tante anche le opzioni per gli orti botanici o i musei d’arte nella natura, dall’Art Park La Court a Castelnuovo Calcea (AT) sino al Giardino e Collezione Gori-Fattoria di Celle a Pistoia (PT). E poi, essendo all’aperto, naturalmente i giardini urbani: da Torino a Genova, da Bologna a Taranto, sino all’Aranciera e il Semenzaio di San Sisto Vecchio a Roma, dove dal 1810 si coltivano le piante per il verde pubblico di Roma.

Tra lezioni di botanica, visite organizzate da esperti agronomi, e aneddoti raccontati da storici ed esperti di paesaggio, il tema dell’iniziativa sarà sempre incentrato sul rapporto uomo-natura.  Per esempio a Villa del Balbianello sul Lago di Como sarà raccontato il “verde violentato”, la natura forzata dalla mano dell’uomo in forme innaturali e ardite, “dal grande leccio potato “a ombrello” al ficus ripens che avvolge in una spirale le colonne della Loggia Durini” spiegano dal FAI. In Puglia, all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce i visitatori saranno invece testimoni del “verde malato”, a causa dell’epidemia di Xylella. In Sicilia invece, sull’isola di Pantelleria, il Giardino Pantesco di Donnafugata “rappresenta nella sua tipicità un “verde primigenio”, il prototipo del giardino, costituito da un solo albero di arancio protetto da un muro a secco in pietra lavica, che ne garantisce la sopravvivenza secondo un antichissimo metodo di coltivazione”.

Di “verdi” tutti da scoprire, in totale  sicurezza, ce ne sono davvero a decine: l’invito, rivolto dal FAI agli italiani, è quello di venire ad esplorarli ripartendo proprio dalla consapevolezza di voler aiutare e proteggere le nostre bellezze “all’aperto”.