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Epicrisi 284. San Silverio è arrivato… tante grazie abbiamo cercato

di Sandro Vitiello

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Ho sempre vissuto con un po’ di malinconia il giorno successivo alla festa più importante della nostra isola.
Si passa tanto tempo ad aspettare questa giornata, che poi passa troppo in fretta. Come se per fare festa si dovesse aspettare un altro anno.
Questo nel tempo della mia infanzia.
Poi, cresciuto e andato altrove, la fine della festa significava per me il dover ripartire e, anche se l’ho fatto tante volte, non mi è mai piaciuto andare via da Ponza.
“E perché non ci rimani stabilmente, adesso che puoi?”
Bella domanda. – Mai dire mai – è la risposta.

Quest’anno, come abbiamo scritto con diversi contributi, festa in tono ridotto per colpa del virus.

Ne scrive Martina [1] aggiungendo diverse foto dell’isola in questi giorni.

[2]

Se la devozione non si ferma davanti a nulla, la parte popolare di questa giornata è stata fortemente limitata dalle prescrizioni per contenere l’epidemia.

Rimane tra i ricordi da conservare la processione di auto e furgoni che hanno portato il santo lungo tutte le strade dell’isola.
Mia cognata Lina mi racconta con un certo orgoglio del bel mazzo di fiori che è stato donato a San Silverio da lei e dai suoi vicini di casa, a cala Caparra, dove finisce la strada.
Anche questo è senso di comunità.

[3]

Segnaliamo anche il flash-mob proposto da Silverio Guarino [4] che ha chiesto ai ponzesi dispersi nel mondo di fermarsi alle dodici – ora di Ponza – e di volgere idealmente lo sguardo verso la nostra isola. Sarebbe bello avere qualche foto; rivolgo l’invito a quanti hanno aderito.
Intanto Franco Zecca [5] riferisce del suo personale atto di devozione, dal terrazzo condominiale della sua casa di Latina, guardando in direzione di Ponza.

La notizia che ha maggiormente condizionato il dibattito sulle nostre pagine nella settimana appena passata è legata alle nuove assunzioni al comune di Ponza.
Ne abbiamo parlato andando a cercare tra gli atti dell’amministrazione comunale [6].
In successione ci sono stati una serie di interventi abbastanza critici, con sfumature diverse.
Ha cominciato Franco De Luca che l’ha presa un po’ alla larga [7] ma era là che andava a parare.
Silverio Lamonica l’ha messa in versi [8] ma la musica era la stessa.

[9]

Ponza Racconta ci ha aggiunto una sua considerazione [10] che ruota intorno alla domanda: “sarà pure legittima l’assunzione in comune di persone facenti parte dell’amministrazione, di persone imparentate con amministratori, ma è opportuno questo? La creanza c’è ancora sulla nostra isola o se la sono smarrita?”
Aggiungo: c’è ancora l’etica nella politica e nella pubblica amministrazione? Possiamo ancora avere il diritto di pretendere che chi vuole fare il sindaco o l’assessore metta da parte gli interessi personali, la famiglia, gli amici, i comitati che l’hanno portato a vincere?
C’è ancora un’idea di bene collettivo? Esiste un orizzonte comune, un’idea che metta al centro i bisogni di chi ha di meno?  C’è la possibilità di credere che a Ponza ci salviamo o tutti assieme o niente?
E che ci salviamo solo se saremo anche capaci di tutelare la nostra isola, il suo fragile equilibrio, la sua storia, la sua memoria.

Invece – sembra una maledizione biblica – gira e rigira torniamo sempre al punto di partenza.
Il messaggio forte che passa è che, alla fine, a comandare c’è sempre “il partito dei c… suoi”.
Non è una critica rivolta esclusivamente all’attuale sindaco o a qualche suo assessore; è un modo di pensare ponzese che non funziona.
Ponza da questo punto di vista è in buona compagnia perché in tante parti d’Italia ci sono troppi esempi negativi. Ma io non condivido quest’idea consolatoria che il mondo gira così e noi non ne siamo estranei. Io mi rifiuto di pensare che non si possa coniugare buona amministrazione con la crescita economica e sociale di una comunità.
Si può fare, si deve fare.

[11]

Vincenzo Ambrosino, a seguire, ci ha girato lo scritto di Vigorelli, [12] firmato anche dai consiglieri comunali d’opposizione, che aggiunge le sue critiche all’operato dell’amministrazione ma, per dirla in ponzese, ammesca aleghe e pisce.
Come si dice, “cerca la preda grossa” che stavolta per lui è Gennaro di Fazio.

Gennaro ha raccolto tanti voti, Gennaro è un medico autorevole, Gennaro anche se non fa niente è un punto di riferimento.
Perché sarà pure vero che in questa amministrazione ha un ruolo più defilato ma questo non significa granché agli occhi dell’ex sindaco.
Che parte da Carlo Marx, cita Berlinguer si dimentica di Craxi e della Milano da bere che lui  -Vigo – conosceva bene, per poi infilarci dentro i fratelli Lamonica.
Chiude con Trilussa chiedendo sostanzialmente a Gennaro di dissociarsi pubblicamente dall’operato di questa amministrazione.
Silverio Lamonica ha risposto, Gennaro direi di no.

Staremo a vedere.
Comunque stavolta non ci ha chiamato “Ponza racconta balle“.

Aggiungiamo alle vicende locali quella relativa a cala Fonte che ha visto alla luce un altro capitolo.
Ne parliamo con un mio scritto [13], e speriamo bene.

Ritorniamo a San Silverio per segnalare lo scritto di Enzo di Fazio [14].
Un ragazzino che costruisce un salvadanaio in legno dove raccoglie le mance per poi portare tutto quanto dal parroco, don Luigi Dies.
E mi vengono in mente i racconti di mio padre quando parlava della nassa di San Silverio.
I pescatori ponzesi, quando arrivava la stagione delle aragoste, in qualsiasi parte del mondo si trovassero conservavano l’abitudine di mettere da parte i ricavi dell’ultima nassa salpata durante la giornata lavorativa.
Era “la nassa di San Silverio”; il guadagno che se ne aveva veniva portato alla parrocchia dove il prete avrebbe provveduto a distribuirlo tra le famiglie bisognose.
Era la civiltà del nostro mondo. E così facevano pure i corallari. Quante bellissime schiante dell’oro rosso dei nostri mari venivano appese al collo del santo?
Tante.
Oggi farebbe un po’ sorridere l’idea di oggetti preziosi associati ad una figura sacra.
Una volta non era così.

[15]

Biagio Vitiello ci segnala l’iniziativa, portata avanti con Pallone (alias Salvatore Rispoli), di addobbare la statuina del santo sopra Punta Incenso [16].

Silverio Lamonica, grazie ad alcuni doumenti forniti da Biagio Vitiello,  ci ricorda la tradizione di festeggiare San Silverio a Frosinone [17] già nella metà dell’800.

Silveria Aroma ci racconta [18] del lavoro fatto da Francesco Ambrosino sulla spiaggia di Sant’Antonio: bravo!

[19]

Sempre molto molto ben documentati i racconti di Admeto Verde sulle navi e sugli uomini che hanno solcato i nostri mari per servizio pubblico. Li troverete a questi due link: il primo [20] e il secondo [21].

E’ sempre un piacere segnalare i lavori del professor Arturo Gallia, grande amico della nostra isola. Raccontiamo la sua ultima fatica [22] con una bella intervista.

Biagio Vitiello ci segnala inoltre lo stato di grave degrado del ponte romano di Chiaia di Luna. [23]

Vogliamo ricordare due grandi sportivi.

Ci ha lasciato Mario Corso “il mancino di Dio” [24] il più bravo in una squadra di campioni qual’è stata l’Inter di Helenio Herrera.
Eravamo ragazzini e quasi tutti si recitava a memoria la formazione: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Domenghini, Suárez, Corso. Allenatore Herrera.

[25]

Ne ha scritto sul sito Giuseppe Mazzella di Ischia e per l’occasione la redazione fa tirato fuori dagli archivi (de la Repubblica) un ricco articolo di una decina di anni fa di Gianni Mura, grande giornalista sportivo, anche lui da poco scomparso.

[26]

Ancora una volta, ieri, la mala sorte si è accanita contro Alex Zanardi. E’ andato a sbattere contro un camion, in Toscana, dalle parti di Pienza. Sta lottando per salvare la sua vita in ospedale a Siena.
Mi ha molto colpito la frase di Roberto Vecchioni: “Lo porterei su Marte per dire agli alieni cos’è un uomo”.
Zanardi ci ha insegnato che anche quando la vita ti taglia le gambe, nulla riuscirà a fermarti. Se lo vuoi.

Chiudiamo questo scritto con un po’ di leggerezza raccontando della mascherina griffata Ponza [27], opera della stilista Ludovica L’Amante. Crediamo che quest’estate sarà molto apprezzata, anche come souvenir.

[28]

Un saluto e buon San Silverio a tutti, anche se appena passato.

P. S.  – Da questa settimana la nostra Rassegna Stampa cartacea subirà delle variazioni. Anche per l’onerosità dell’impegno che comporta,  non potremo riportare i file .pdf estratti dal giornale. Riprenderemo solo i titoli che specificamente interessano la nostra isola,  anche in relazione ai progetti  di restyling in corso sul sito.