di Giuseppe Mazzella di Rurillo, a cura della Redazione
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In onore di Mario Corso – figura mitica del calcio italiano che il prossimo 25 agosto avrebbe compiuto 79 anni – deceduto ieri, dopo giorni di ricovero in ospedale, pubblichiamo un breve articolo di Giuseppe Mazzella di Rurillo e – in file .pdf – un più lungo e dettagliato tributo che gli ha dedicato Gianni Mura (1945 -2020) – su la Repubblica del 23 agosto 2011 – in occasione del suo 70° compleanno
Addio a Mariolino Corso
Era il ruolo indefinito il suo. Il calcio è il gioco della vita. Ecco perché è il più seguito. É un gioco di squadra non singolo. Si perde o si vince in 11 messi in campo nel modo migliore. Cogliere le capacità di ognuno. Trovare il modulo giusto per fare gol e non subirne è la capacità dei grandi tecnici che siedono in panchina. Debbono avere i nervi saldi e la capacità di conoscere la loro “squadra” e quella avversaria. Si gioca solo di piedi e di testa. Non si può toccare con le mani la palla con la sola eccezione del portiere. Ma non può uscire fuori dalla sua area. É un gioco di enorme intelligenza. Coordinarsi con altri 10 compagni con la stessa maglia in mezzo al campo è prova di intelligenza e di maturità.
Mario Corso cosa era? Una mezz’ala o un’ala sinistra? Non si è mai saputo. Doveva avere il 10 sulla maglia o il numero 11 che prese perché Suarez meglio governava il centrocampo?
Resta il ricordo di un ruolo mai visto prima. Un modo di giocare con un sol piede, il sinistro e in uno spazio che non era il suo.
Addio Mariolino.
Giuseppe Mazzella
Direttore de Il Continente
Mario Corso a 70 anni
Gianni Mura. I 70 anni dell’insolente Mariolino, il sinistro che creò la foglia morta.pdf
Note al file .pdf (a cura della Redazione)
(*) – Gianni Brera (1919 – 1992), è stato un giornalista e scrittore italiano Il maestro (riconosciuto) di Gianni Mura. La letteratura (anche quella sportiva), si nutre di rimandi e citazioni
(**) – La mano sinistra di Dio. Titolo di un film (The Left Hand of God, del 1955) e di due romanzi (del 2005 e del 2010). Nel calcio il termine Mano de Dios (spagnolo per Mano di Dio) indica la rete segnata di mano, quindi irregolarmente, da Diego Armando Maradona nei quarti di finale del Mondiale 1986, il 22 giugno 1986, ai danni dell’Inghilterra. L’Argentina vinse la partita, disputatasi allo Stadio Azteca di Città del Messico
(***) – Le bras d’honneur est un geste qui marque la dérision, une manière impolie et obscène de marquer sa réprobation. Il consiste à se taper d’une main le pli du coude de l’autre bras que l’on plie alors en dressant verticalement l’avant-bras avec le poing serré (ou parfois en faisant un doigt d’honneur).
(****) – Foglia morta: questo termine è entrato nel gergo calcistico soprattutto per i calci piazzati da fermo.
Più precisamente: “la punizione a foglia morta”. Si tratta di un tiro battuto in modo non violento, ma con il pallone che, ad un certo punto, per l’ “effetto” impresso ad esso, cambia direzione e spiove in porta, appunto, come una foglia morta.