





|
|||
Nello sguardo di un gatto. Se è vero che un’opera rimanda ad un’altra opera, che un testo conduce ad un altro testo e spesso anche ad un film, l’articolo “La porta sull’estate” di Sandro Russo [Ponzaracconta (1) e (2)] e soprattutto, l’immagine del gatto nero affacciato sull’azzurro mi hanno fatto ricordare i gatti, dagli occhi perversi e dilatati, e gli altri bizzarri animali che ci osservano sugli azulejos che ornano i giardini e le terrazze di una “quinta”, ovvero di una villa di campagna portoghese: la quinta de La Fronteira. Questa residenza secondaria del XVII secolo, appartenuta alla nobile famiglia Mascarenhas, si trova oggi praticamente in città, sulla collina boscosa del parco di Monsanto, a Lisbona. In un altro gioco di rimandi, i gatti e altri animali influenzano le pagine del romanzo breve di Pascal Quignard, autore francese contemporaneo; il romanzo si intitola, appunto, “La Frontière”. È evidente che Quignard si ispirò al giardino tappezzato da curiose maioliche della Fronteira per imbastire la trama del suo racconto. Ma, curiosità e stranezza, decise di attribuire alla storia che aveva inventato la presenza delle strane figure che evolvono imprigionate nello smalto delle mattonelle. Osserviamo dunque, prima di passare alla storia, gli azulejos del grande e articolato giardino e della villa. La parola “azulejos” deriva dall’arabo “al-azuleique” che indica una mattonella di ceramica, spesso smaltata e decorata con forme geometriche. Importate, fin dal XIV secolo, in Spagna, in Italia ed in Portogallo, è soprattutto in quest’ultimo paese che le mattonelle diventarono un elemento architettonico di decorazione; fino alla metà del XVII secolo, come rivestimento delle pareti esterne ed interne delle chiese, in seguito come rivestimento dei palazzi importanti. Ma il dettaglio, se di dettaglio solo si tratta, che colpisce di più il visitatore della Quinta, sono i temi e le pose dei personaggi nonché degli animali rappresentati: bizzarre, burlesche, perfino lascive. Ed ecco che strani uomini dalle facce tonde si tuffano dalle loro imbarcazioni e nuotano nel mare portando grandi occhiali rotondi. Altri, con il volto di una scimmia, si toccano il sedere. Ci sono carri trainati da cani o da gatti che tengono in bocca un uccello. C’è un’intera scena, sul lato di una vasca, dove assistiamo ad una lezione di musica tenuta da un maestro scimmia che batte il ritmo davanti al suo spartito ed ai suoi allievi, due gatti dagli occhi sgranati. Accanto, nella bottega di un barbiere, un’altra scimmia, infermiera questa volta, cura la zampa di un gatto, mentre un secondo micio si fa radere! L’antropomorfismo non è certo una rarità: ha una lunga tradizione nelle religioni e nella cultura. Chi non conosce Esopo, Fedro, La Fontaine, Lewis Carroll, Kipling, Orwell e Beatrix Potter? I fumetti? Topolino e Paperino? Ma nessun animale risulta così strano, neppure il gatto dello Cheshire che sorride ad Alice, quanto i gatti e gli animali rappresentati sugli azulejos di La Fronteira. Sono queste le figure che ispirarono la storia, altrettanto strana, raccontata da Quignard. Questa storia di amore e di vendetta ha come punto di partenza l’apparizione di una bella fanciulla nobile, Luisa d’Alcobaça, durante una notte di festa, nel giardino della residenza di campagna dei Marchesi Mascarenhas. Monsieur de Jaume, terminato il periodo di lutto, diventerà il secondo marito di Luisa che scoprirà con lui una sessualità sfrenata e la sua vera natura nascosta. Ma il primo marito le apparirà nel sonno per rivelarle la realtà dei fatti. Scoperto l’inganno, la donna troverà la sua vendetta evirando Monsieur de Jaume dopo averlo drogato. Rivelerà la verità al suo casato prima di suicidarsi. – È per questa ragione che il parco è popolato di uomini che si suicidano, di danzatori che cadono; che gli animali sugli azulejos hanno preso il viso degli uomini. È per questa ragione che nell’angolo degli affreschi, nell’angolo dei muri, si vedono figure accovacciate che alzano le loro gonne ed espellono nell’ombra – ci viene spiegato alla fine del romanzo. Questo forse ci suggeriscono gli occhi dei gatti di La Fronteira: non siamo noi, umani, così diversi da loro, così lontani dagli istinti degli animali, anche se portiamo dei vestiti di seta blu cobalto.
Appendice del 18 giugno (Cfr. Commento di Sandro Russo) Tutte le mattine del mondo (Tous les matins du monde) è un film del 1991 diretto da Alain Corneau, tratto dall’omonimo romanzo di Pascal Quignard, adattato per il cinema dall’autore stesso insieme al regista. 1 commento per Nello sguardo di un gattoDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: |
Patrizia, il tuo racconto è delizioso e, come altri tuoi, allo stesso tempo straniante e familiare, perché utilizzi un immaginario inconsueto e elementi noti. Il risultato è pregevole.
Qualche nota cui accennavi già tu:
– Pascal Quignard (1948, vivente) l’Autore di La Frontière, è conosciuto soprattutto, grazie ad un film, con i Depardieu padre e figlio come attori.
Locandina film nell’articolo di base.
Tutte le mattine del mondo (Tous les matins du monde) è un film del 1991 diretto da Alain Corneau, tratto dall’omonimo romanzo di Pascal Quignard, adattato per il cinema dall’autore stesso insieme al regista.
– Gli azulejos sono già noti ai lettori di Ponzaracconta, per la citazione che ne ha fatto Antonio De Luca in: Lisbon story. Omaggio a Wim Wenders