Ambiente e Natura

Il Flegetonte… e gli altri

di Silverio Guarino

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Me li ricordo ancora, avevano i nomi di fiumi: Sesia (grande affluente piemontese di sinistra del Po, 139,6 km di lunghezza), Tànaro (grande affluente piemontese di destra del Po, 276 km di lunghezza), Frigido (piccolo fiume della Toscana, 17 km di lunghezza) e, per finire, Flegetonte (quest’ultimo fiume di fuoco e di sangue dell’Averno descritto anche da Dante Alighieri nel Canto XII e XIV dell’Inferno).

Erano le navi militari “cisterna”, che trasportavano l’acqua potabile dalla terraferma all’amato scoglio negli anni ’50 e ’60, se ben ricordo. Arrivavano spesso di sera tardi, attraccavano alla “punta del molo” e i militari provvedevano al trasferimento del prezioso liquido.

Non era una manovra semplice, quella di far arrivare l’acqua, in quanto era necessario utilizzare delle “manichette di gomma-tela impermeabilizzata” lunghissime che venivano attaccate le une alle altre collegandole con sistemi metallici, fino a giungere all’imbocco dove l’acqua veniva immessa nel circuito del paese; davanti al negozio di De Luca, all’inizio di via Pisacane.

Ad ogni attacco delle manichette, lì dove c’era una “giuntura”, si verificava pressoché costantemente uno zampillìo di acqua, in quanto la chiusura non era mai perfettamente sigillata.

Durante tutta la nottata si provvedeva allo scarico dell’acqua; lentamente gli scafi delle navi cisterna si sollevavano per la perdita del carico; la linea di galleggiamento arrivava decisamente in alto tanto che la nave stessa perdeva il suo consueto aspetto “acquattato” ed usciva fuori dai flutti.

Così, costantemente, queste navi (grigie color militare) hanno portato l’acqua alla nostra isola, prima che le attuali navi cisterna (le “bettoline”), non più “militari” succedessero nell’impegno trasportatore.

La nave-cisterna Cesare ancorata a Calinferno, in un periodo successivo a quello cui lo scritto si riferisce

Ma la mia curiosità non si è fermata ed è andata, grazie al web, a vedere un po’ di più e meglio chi fossero queste navi. Leggete un po’ e strabiliate: le ho ritrovate tutte e quattro!


Il Frigido al molo S. Vincenzo di Napoli

Dal sito della Marina Militare Italiana: Elenco delle navi “cisterna” in disuso

Flegetonte: origine USSYW-83-Sudtirol America (A5371), dislocamento 1.517 tonnellate, in servizio dal 1948 allo 01/08/1974. Lanciato come USSYW-95

Tànaro: origine USSYW-83-Sudtirol America (A5376), dislocamento 1.517 tonnellate, in servizio dal 1948 al 1986. Lanciato come USSYW-95

Sesia: origine Italia (A5375) dislocamento 1.460 tonnellate, in servizio dal 1934 al 1972.

Frigido: origine Giappone (!), dislocamento 405 tonnellate, in servizio dal 31/01/1931 al 1975. Per quest’ultimo, la seguente nota: Lanciato nel 1916 in Giappone (banchine Shirato Zozemsho – Osaka) come Takin Maru, distribuito nella Regia Marina Italiana come dragamine G.5. Dal 21/07/1921 trasformata in nave cisterna acqua come Frigido.

Si è appurato quindi che: Flegetonte e Tànaro erano “gemelle” e di origine USA; un po’ più piccola Sesia, nata in Italia; più piccola ancora il Frigido che era stato costruito nel paese del sol levante e che da lì fino da noi era venuto…

Una nave cisterna ancorata al molo, insieme ad un postale (il Margellina?); dall’assenza di prolungamento della banchina, si deduce l’epoca: anteriore a quella delle altre foto. Si può vedere la Caletta, com’era prima che la distruggessero!

Ricordate il Frigido con quel suo curioso e persistente sbuffare quando scaricava l’acqua, che è stato interpretato onomatopeicamente dai ponzesi come: “t’un fizz’, t’un fizz’, t’un fizz’, t’un fizz…”, cui corrispondeva una risposta di un altro natante: ’nt’i pacch’, ’nt’i pacch’, ’nt’i pacch’, ’nt’i pacch’…”.
Il Frigido portava sul fumaiolo uno strano copricapo che assomigliava molto al coperchio di una pentola che bollendo, lo faceva sobbalzare ritmicamente, ricordate?

E mi fermo qui. Per ora.

***

Integrazione del 20 maggio 2020 

Del “Frigido” e di come avvenivano le operazioni per lo scarico dell’acqua dalla nave cisterna alla piscina della Dragonara recuperiamo, su segnalazione di Isidoro Feola, un bel racconto di Silverio Schiano pubblicato sul sito il 22 giugno 2011
all’interno dell’articolo Nostalgia di Ponza

3 Comments

3 Comments

  1. silverio lamonica1

    20 Maggio 2020 at 19:19

    Quando arrivarono a Ponza le prime navi cisterne, primi anni ’50, avevo una decina d’anni ed abitavo nella “Padura”, proprio dove c’era una delle mense dei confinati durante il regime fascista. Facevo parte della banda di ragazzini di Sant’Antonio e tutti noi, con grande interesse, assistevamo agli interminabili srotolamenti delle manichette, con cui le navi cisterna fornivano l’acqua anche alle case private ( ogni abitazione era munita di una cisterna). Di tanto in tanto, dalle manichette fuoriuscivano zampilli e ciascuno di noi avvicinava la bocca a bere. Se lo zampillo non era forte, allora con un chiodo allargavamo il foro …. miracolosamente non ricevemmo mai una sculacciata, per quel che riesco a ricordare, sebbene la meritavamo eccome!
    Bisogna ricordare che l’acqua a Ponza e nelle altre isole minori italiane si ebbe grazie alla Legge n. 307 del 9/5/1950 denominata la Legge degli ex confinati politici i quali, assieme alle popolazioni, soffrirono della carenza d’acqua, come ci ricorda anche il Prof Impagliazzo in un suo articolo di 5 anni fa, proprio su questo sito:
    http://www.ponzaracconta.it/2015/03/03/acqua-potabile-ai-cittadini-delle-isole-minori-un-contributo-da-ventotene-1/

  2. Biagio Vitiello

    20 Maggio 2020 at 19:39

    Ho letto con molto interesse l’articolo di Silverio e a proposito del Frigido ricordo che, quando le piogge erano scarse, questa nave militare veniva utilizzata anche per portare l’acqua al faro della Guardia.
    Ricordo che c’era un tubo zincato da tre pollici che partiva dal faraglione Pallante in prossimità del quale ormeggiava il Frigido per pompare acqua fino al pozzo situato sul piazzale del faro e accadeva che, dato il forte dislivello, spesso le manichette si rompevano.
    Il Frigido forniva l’acqua pure al faro di Zannone. Ricordo anche che tutte le navi cisterne militari menzionate, spesso venivano utilizzate per portare dei pezzi di ricambio o per la manutenzione dei fari di Ponza.

  3. la Redazione

    20 Maggio 2020 at 19:42

    Su segnalazione di Isidoro Feola ricordiamo che il 22/06/2011 Silverio Schiano ha scritto un curioso quadretto sull’arrivo del Frigido a Ponza per scaricare l’acqua.
    Riportiamo il link di quanto segnalato in calce all’articolo di Silverio Guarino.

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