Ambiente e Natura

Fatti e misfatti dei cambiamenti climatici

di Adriano Madonna

 

Nessuno mi convincerà mai che questa aggressione al mondo da parte del Coronavirus non sia, direttamente o indirettamente, correlata con i cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta, ma in seguito, speriamo di no, forse avremo nuovi e ben altri problemi, in particolare a causa dell’aumento di temperatura che sta comportando lo scioglimento dei ghiacci dei Poli e delle terre limitrofe.

Il surriscaldamento della terra

Purtroppo, già in un recente passato lo scioglimento dei ghiacci ha comportato guai seri che non potranno che peggiorare con il perdurare del fenomeno. Ad esempio, nell’agosto 2016 emerse dal permafrost ghiacciato di un paese della Russia occidentale la carcassa di un alce, che infettò con il batterio del carbonchio (o antrace), una brutta malattia, un bambino di dodici anni, che in breve morì. Contemporaneamente, il batterio infettò tutte le alci della zona e le persone che erano a contatto con questi animali. In seguito si scoprì che l’alce, morta di antrace, era sepolta nel ghiaccio da più di settant’anni, ma in seguito allo scioglimento del permafrost era tornata alla luce con il suo batterio. Furono condotti, dunque, studi in tal senso, mirati al fenomeno di molti virus e batteri che restano inattivi sotto il ghiaccio per tornare in attività nel momento in cui tornano alla luce, cioè in seguito allo scioglimento dei ghiacci. Questo fenomeno sarà sempre più frequente poiché, come è noto, i ghiacci dei poli continuano a sciogliersi a causa del riscaldamento della Terra, a sua volta provocato da un eccessivo effetto serra.

Ghiacciai che si sciolgono

Nel 2007 fu ritrovato il virus della tristemente nota influenza spagnola, che in tutto il mondo uccise milioni di persone tra il 1918 e il 1920. Il virus venne fuori da alcuni corpi seppelliti in una fossa comune nella tundra dell’Alaska: fino a che la coltre di ghiaccio restò integra non ci furono problemi, poi il ghiaccio si sciolse e ricomparve il virus.

Altri agenti patogeni furono trovati in Messico, incastonati in cristalli di selenite nella Grotta dei Cristalli di Naica. In ogni caso, nei ghiacci sono imprigionati virus e batteri risalenti anche a centinaia di milioni di anni fa, quindi addirittura ad epoche lontane della storia geologica del nostro pianeta, con cui l’uomo non ha mai avuto contatti essendo comparso sulla Terra solo 250.000 anni fa o giù di lì.

Grotta dei Cristalli di Naica

Questi sono i problemi più gravi ed estremi causati dai cambiamenti climatici. Quelli di tutti i giorni sono più visibili ma ugualmente importanti. Durante il mio ultimo viaggio di studio in Patagonia, un anno e mezzo fa, ho trovato una situazione climatica preoccupante: ad esempio, l’innalzamento della temperatura comporta, laggiù, ad un passo dal Circolo Subpolare Antartico, frequenti e forti precipitazioni. L’acqua allaga i nidi dei pinguini (semplici buche scavate nella terra), dove sono deposte le uova, e i pulcini muoiono. Ugualmente, l’acqua bagna i nuovi nati, che non hanno ancora un piumaggio definitivo con la sua tunica cerosa di protezione secreta da una ghiandola di cui sono dotati gli uccelli acquatici e che prende il nome di uropigio o ghiandola uropigea, e soccombono.

Pinguino della Patagonia

In sintesi, il trenta per cento circa dei pinguini di Punta Tombo, nella Patagonia Argentina, è morto.

Altri problemi ho osservato nel Golfo Nuevo, che si apre nella penisola di Valdés, dove ogni anno confluiscono circa duemila balene con i nuovi nati. Dovrebbero restare nel Golfo Nuevo fino a che l’acqua all’esterno si raffreddi, per iniziare le loro migrazioni, ma l’acqua resta abbastanza calda da mettere questi cetacei in grosse difficoltà e probabilmente di qua a breve non entreranno più nel Golfo Nuevo oppure non ne usciranno, poiché, tra l’altro, la temperatura dell’acqua non consente la produzione di krill, costituito da piccoli crostacei planctonici, il cibo delle balene.

Il mondo sta cambiando ed è cambiato male, ma solo e soltanto per colpa nostra.
Termino con una frase che ho letto in un libro di biologia qualche anno fa e che mi è rimasta impressa: “…Nonostante l’uomo sia stato uno degli ultimi animali a comparire sulla Terra, eppure è riuscito a cambiare questo nostro pianeta secondo i suoi desideri, le proprie esigenze e la propria follia”. 
E non mi sembra che vi sia altro da aggiungere.

1 Comment

1 Comment

  1. silverio lamonica1

    18 Maggio 2020 at 17:55

    Gentile Professore, grazie per le sue considerazioni illuminanti. Purtroppo siamo quasi rassegnati ad assistere allo scempio che l’uomo non si stanca di perpetrare ai danni della natura. E la natura, di conseguenza, si ribella. Ultima catastrofe voluta dall’uomo è la deforestazione della foresta vergine del Brasile per consentire agricoltura ed allevamenti. Io credo che un fattaccio del genere contribuirà all’effetto serra e quindi al disgelo dei ghiacciai che lei ha così bene illustrato.
    L’uomo finora, ha creduto di essere il padrone assoluto dell’universo, il “maestro” del progresso “U mast”. Mi permetto di citare un proverbio napoletano a proposito: “Chi se fa mast’, va dint’ ‘u mastrille” (chi si crede onnipotente finisce in trappola). E, in seguito a questo Covid19, emblematiche sono le foto che ci arrivano da Amsterdam, dove per andare a cena fuori (si fa per dire) si finisce chiusi in una specie di gabbia di vetro. Per l’appunto “dint’ ‘u mastrille! ” https://living.corriere.it/tendenze/food/coronavirus-bar-ristoranti-riapertura/

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