a cura della redazione
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Riceviamo in redazione da Umberto I.
Sono un geologo e mi è stata richiesta una consulenza per una ricerca idrica in una proprietà privata dell’isola di Ponza. Se fosse possibile vorrei parlare telefonicamente con qualcuno della vostra associazione per avere notizie generali sulla situazione delle falde locali.
Grazie
Risposta
Gentile Umberto
la cosa migliore che possiamo fare è metterla in contatto con “uno dei nostri”, geologo e gran conoscitore dell’isola che però attualmente è in Mozambico.
Giriamo anche a lui la risposta in copia nascosta con il suo indirizzo di posta (oltre a leggerla sul sito), in modo da comunicare tra voi e nel caso di sentirvi a voce.
Nel frattempo si faccia sul sito un’idea della peculiare situazione idro-geologica di Ponza, dotata di una falda di acqua dolce ad una delle estremità dell’isola – detta appunto Cala dell’Acqua -, che gli antichi romani (e forse anche prima i Greci) ben conoscevano, tanto da costruirvi un acquedotto da un capo all’altro dell’isola per l’approvvigionamento delle navi della potente flotta romana di base a Capo Miseno. Tanto sono stati importanti la sorgente e l’acquedotto che fino agli anni ’50 del secolo scorso l’isola era autosufficiente (anche e soprattutto grazie ad un sistema di raccolta delle acque piovane di cui ogni casa era dotato).
Gli stolti tempi moderni – con il non trascurabile contributo dell’attività estrattiva di una miniera di bentonite (nel ventennio e nel primo dopoguerra) che ha dissestato le falde freatiche e anche per il disuso del sistema di recupero dell’acqua piovana -, hanno reso l’isola completamente dipendente dall’apporto dal continente (fino ad oggi con il dispiego di una flottiglia di navi cisterna), nelle more di un efficiente e sicuro impianto di dissalazione.
Cerchi nel sito “Impianti idraulici romani” (più di una decina di articoli) e per autore, gli articoli di Leonardo Lombardi, Enzo Bonifacio e Dante Taddia.
Rimaniamo in contatto per gli sviluppi futuri.
Cordiali saluti
La Redazione