di Francesco De Luca
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A – E’ passata la festa.
B – Passata? E come l’hai passata?
A – Ho riletto la Costituzione.
B – E la chiami festa?
A – Certo… ritornare alla fonte della nostra libertà civica … beh, è come tornare alla fonte in cui trovare ristoro.
B – Ristoro? E come..? Parli come se la vita politica fosse un gioco..!
A – E’ vero… non è un gioco anzi è un impegno faticoso… anche solo mantenersi ai margini dell’informazione. Perché è subissata da immagini fuorvianti, da slogan, da frasi altisonanti ma vuote.
B – Come vuote?
A – Vuote sì, perché la vita politica, quella nazionale e no, tratta dell’esistenza dei cittadini, della vita vera, della quotidianità dei rapporti…
B – E invece i politici nei talk show avviliscono con stupidità altisonanti… che appaiono e non hanno consistenza.
A – Mentre la nostra Costituzione, quel piccolo concentrato di lungimiranza politica, tocca tutti gli aspetti del vivere reale, e ne traccia i percorsi secondo regole di libertà, di giustizia, di rappresentanza, di solidarietà…
B – E si potrebbe continuare… perciò è rilassante, è tonificante avvicinarsi al cibo della nostra vita sociale.
A – Pura festa, vera festa.
B – Altro che… la vorrebbero cambiare… i nani di oggi.
A – La nostra Costituzione ci protegge contro i rigurgiti di quello che è il rischio perenne di ogni libertà. Ci sarà sempre chi vorrà superare in potere il libero pensiero dell’individuo. In politica come in ogni espressione umana, ma in politica soprattutto il rischio è più vicino e presente. La nostra Costituzione è il faro sicuro della nostra navigazione. Ieri 25 aprile del 1945 si gettò il seme di quella pianta che due anni dopo fiorì e concretizzò la nostra Costituzione.
Io l’ho festeggiata rileggendola nella solitudine, nel silenzio e nella concentrazione cui la pandemia ci sta relegando.
B – Alla faccia di chi ci vorrebbe nel silenzio eterno… a noi …
A – Come nel silenzio eterno…
B – Eeh… questa pandemia ci sta togliendo il terreno sotto i piedi a noi vecchi.
A – Ma noi resistiamo… come possiamo. Anzi… sai che ti dico?
B – Cosa dici?
A – Dico che di errori ne abbiamo fatti tanti e di colpe i nostri figli hanno ragione di addebitarcene però…
B – Però…
A – Però lasciamo loro la nostra Costituzione repubblicana come un regalo con cui poter far festa ogni volta che vogliono dar valore al giorno che nasce.
Appendice del 28 aprile (cfr. commento di Sandro Russo)
Articolo da la Repubblica del 24.04.20: M. Serra. Il 25 Aprile e la Liberazione che verrà [3]