di Rosanna Conte
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Domani è festa!
Sembra un controsenso parlare di festa nelle condizioni di isolamento in cui siamo costretti a vivere, perché la festa è sempre un momento di gioia collettiva, di assembramenti allegri, di voglia di vivere che accomuna più persone. Questo può spingerci a pensare che non ci sia festa se non si sta insieme fisicamente.
Eppure, complice l’anomalia dei nostri giorni, possiamo pensare che, pur stando così lontani fra noi, possa esserci festa se condividiamo le sue ragioni.
E domani è una festa che accomuna gli italiani che hanno il senso della patria, dell’appartenenza alla propria nazione e che ritengono la libertà un valore inalienabile di ogni uomo a qualsiasi patria appartenga.
La Festa della Liberazione, perché così si chiama, corrisponde pienamente all’evento che ricorda.
Liberazione dall’occupazione nazista, ma anche dal liberticida fascismo e dalle persecuzioni, torture, uccisioni che si era portati dietro dalla sua nascita, come il suo alleato tedesco, fino alla guerra massacrante che si stava svolgendo.
La loro sconfitta fu determinata dalla collaborazione di forze interne ed esterne: i partigiani che agivano nella Resistenza armata supportati dai civili sui cui territori agivano; gli eserciti alleati – in Italia ci furono le forze anglo-americane – e quella parte dell’esercito italiano che, dissolto dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, recuperò, con un altissimo numero di militari che mai si arresero ai tedeschi, la propria dignità nazionale.
E’ stato uno sforzo immane, e menomale che hanno vinto!
Domani dobbiamo fare festa – in casa ovviamente – perché va rispettato e valorizzato il grande sacrificio di coloro che consapevolmente hanno sofferto e sono morti per conquistare la libertà per sé e per i propri figli: non festeggiare è come non ringraziare chi ci ha fatto un regalo.
Tutti coloro che hanno sopportato carcere, confino, percosse, torture e morte per conquistare la libertà per sé e per gli altri italiani, l’hanno fatto convinti che ne valesse a pena: la vita propria per la libertà, libertà per sé e per gli altri.
E allora la nostra festa sia per ringraziare i tanti che nelle tante Ville Tristi sparpagliate nella repubblica di Salò venivano torturati mentre a tutto volume il grammofono diffondeva le note di “La strada nel bosco” per coprire i loro urli, e non hanno ceduto per non far scoprire i compagni che potevano ancora agire all’esterno.
Per ringraziare i tanti che hanno sofferto il freddo, la fame, il dolore per le ferite fisiche e quelle dell’animo, spostandosi in montagna o in pianura per combattere, senza mai arrendersi, chi non li voleva uomini perché negava loro la libertà.
Per ringraziare le tante giovanissime staffette che hanno rischiato e perso la vita, hanno subito violenze e mutilazioni, senza mai tradire, per sostenere chi combatteva per la libertà.
Per ringraziare quei soldati italiani che per salvare il suolo della patria hanno combattuto contro i tedeschi e non hanno ceduto alle loro pressioni preferendo la prigionia in un lager al combattimento nelle file di coloro che occupavano e distruggevano la loro Italia.
Ovviamente, i nostri ringraziamenti vanno anche ai soldati degli eserciti alleati che hanno potuto schierare ingenti risorse contro il nazi-fascismo, mostruoso regime totalitario che annientava gli individui. E’ pur vero che le violenze al suolo e ai civili italiani sono giunte anche da loro: ogni terreno di guerra è stato ed è sempre campo di violenza anche gratuita e questo è uno dei tanti orrori delle guerre.
E’ per questo che bisogna tener cara la libertà conquistata: quando la si perde, bisognerà passare attraverso nuovi orrori, nuove sofferenze, nuovi immani sacrifici, per ridiventare persone libere.
Allora, festeggiamo la nostra libertà consapevoli del fatto che ci può essere sottratta anche con la nostra approvazione: stiamo bene attenti a non cedere, come dice Stefano Massini (*), nemmeno un briciolo di quanta ne abbiamo, anche se ci viene promessa una sicurezza materiale di cui abbiamo disperatamente bisogno.
Lo dobbiamo ai tanti, troppi che si sono sacrificati per darcela, specie se non sono riusciti a vedere il giorno della liberazione. Proviamo a ricordare, in ordine alfabetico, coloro che sono caduti prima della fine della lotta limitandoci solo a quelli più vicini a noi come Walter Busi, marito di Silvia Vitiello, Silvio Campanile, marito di Maria Bosso, Antonio Camporese, marito di Carolina Guarino, Carlo Fabbri, marito di Giuseppina Bosso, Mario Magri, marito di Rita Parisi, e ai loro compagni passati per Ponza Luigi Abbiati, Giuseppe Bentivogli. Giovanni Bidoli, Roberto Conti, Giovanni Domaschi, Mario Maovaz, Placido Martini, Giuseppe Srebernic… e ancora tanti altri. Senza contare coloro che sono morti dopo, ma per cause legate alla loro lotta, come Pietro Ratti, marito di Romilda Vitiello, Vincenzo Capuana, marito di Rachela Coppa, e Mario Monti, marito di Maria Migliaccio. L’elenco è abbastanza lungo e chi vuole può aggiungere.
In loro onore, domani, dal chiuso dalle nostre case, cantiamo tutti insieme Bella ciao! partecipando al flash-mob lanciato dall’ANPI per le ore 15.00 (leggi qui).
Che il nostro canto sia loro gradito!
(*) Appendice del 24.04 h.9.20 (a cura della Redazione)
Nel corso di Piazzapulita su La7, Stefano Massini racconta il suo breve incontro nel 2018 con Luis Sepúlveda: “Te ne sei andato nel modo forse peggiore, con questa porcheria di virus però ci hai lasciato questo grandissimo insegnamento sull’inattaccabilità e inviolabilità della libertà di ciascuno di noi. Grazie, la libertà che ci hai insegnato è davvero come una gabbianella che continua a volare e guai a tagliare le ali”.
Il ricordo del grande scrittore cileno è l’occasione per una riflessione profonda sulla libertà, ceduta molte volte – nei momenti di emergenza – per aggiudicarsi uno straccio di illusoria sicurezza.
Avvenne così dopo le Torri Gemelle, o in Francia dopo Charlie-Hebdo. E noi, adesso, sotto i droni, rischiamo di scordare il valore essenziale della nostra libertà, affidata a progetti di tracciamento sanitario. Massima attenzione occorrerà: la libertà non è in vendita.
17 aprile 2020
Aggiornamento del 25 aprile h 9:00 (a cura della Redazione)
Qui di seguito si riportano i manifesti prodotti per la ricorrenza del 25 aprile dai comuni di Ponza e Ventotene ed il messaggio (riprodotto in immagine) che il sindaco Francesco Ferraiuolo ha, nell’occasione, affidato alla sua pagina Facebook
Cliccare sull’immagine per ingrandire
Sandro Vitiello
25 Aprile 2020 at 08:40
La libertà non è un bene negoziabile.
Per questo principio sono morte migliaia di persone e oggi, a 75 anni di distanza, noi continuiamo a conservarne memoria.
Qualche anno fa scrivevo che per me il 25 aprile è la Pasqua della civiltà e del diritto contro la barbarie del fascismo.
Non è retorico ricordarlo perché non è un principio scontato.
Mi capita di leggere sui social network alcune considerazioni fatte da fenomeni da tastiera che prendono in giro questa data e quanti la festeggiano. Voglio solo ricordare che se loro oggi hanno la possibilità di scrivere simili fesserie è perché qualcuno ha ridato all’Italia la libertà.
E quel qualcuno porta un nome preciso: Partigiani. Senza distinzione di colore politico ma con l’idea precisa di riconquistare alla libertà l’Italia tutta.
Peccato non aver trovato queste due parole – libertà e antifascismo – nel manifesto prodotto dal comune di Ponza.
La nostra isola che è stata luogo di confino, in giornate come queste dovrebbe essere un punto di riferimento per rilanciare con forza questi valori ma forse per quelli che comandano adesso non sono più di moda.
La Redazione. I manifesti
25 Aprile 2020 at 09:13
I manifesti per la ricorrenza del 25 aprile prodotti dalle Amministrazioni comunali, rispettivamente di Ponza e Ventotene, sono stati acclusi all’articolo di base
Rosanna Conte
25 Aprile 2020 at 10:37
Chi voglia seguire il programma di oggi, che inizierà alle 14,30 con l’inno nazionale, può accedere alla pagina fb: 25 aprile 2020 – Io Resto Libero.
francesco ferraiuolo
25 Aprile 2020 at 13:06
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1568936299930727&id=100004431169420
NB – A cura della Redazione il testo posto dal Sindaco sotto l’immagine precedentemente pubblicata, è visibile nell’articolo di base (per coloro che non hanno un account Facebook e non possono aprire il link)