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Salutiamo Luis Sepulveda, un grande combattente

di Sandro Vitiello

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E’ di questa mattina la notizia della scomparsa di Luis Sepulveda in Spagna, nell’ospedale di Oviedo.
Aveva contratto, insieme alla moglie Carmen Yáñez il Coronavirus a fine febbraio in Portogallo, ad un festival letterario.
Aveva compiuto settanta anni in ottobre.

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Era nato in Cile nell’ottobre 1949, a Valparaiso, da una famiglia di origini spagnole, con un nonno ed uno zio che lo avevano cresciuto nel mito dell’anarchia.
La maggior parte di noi lo conosce come scrittore, come un grande scrittore.
In tanti abbiamo letto Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Il mondo alla fine del mondo, Un nome di un torero, Diario di un killer sentimentale, Le rose di Atacama e soprattutto Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.

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E tanti altri ancora.
Sepulveda era molto di più di uno scrittore militante; lui era un moderno rivoluzionario che nella pratica quotidiana individuava i mali del nostro tempo e li combatteva con tutti gli strumenti che aveva a disposizione.
Era poco più che un ragazzo quando faceva parte della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende ed era nel palazzo della Moneda quando l’esperimento del governo di Unidad Popular guidato dal leader socialista venne abbattuto dalle armi del criminale dittatore Augusto Pinochet.

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Sepulveda, ferito, venne arrestato e torturato in prigione per diversi mesi fino a quando non venne liberato grazie ad un movimento internazionale di pressione sulla dittatura cilena.
Dopo pochi mesi venne riarrestato e condannato all’ergastolo ma venne liberato perché la Svezia gli offrì asilo politico.
Non arrivò in Svezia; mentre scendeva da un aereo in Brasile riuscì a dileguarsi per tentare di ritornare nel suo paese a salvare i suoi compagni.
Non ci riuscì ma rimase in America latina continuando in tutti i modi ad impegnarsi per denunciare la barbarie del regime cileno.
Era in Nicaragua a fianco dei Sandinisti in lotta per liberarsi del regime sanguinario di Noriega nel ’79.

Quell’anno si trasferì in Europa; Germania prima, Francia dopo.
Entrò a far parte dell’organizzazione Greenpeace e partecipò a diverse spedizioni su una delle sue navi, in giro per il mondo.
Il suo impegno a tutela dell’ambiente e degli stili di vita più naturali lo troviamo anche nella partecipazione alle iniziative di Slow food, a fianco di Carlo Petrini.
Senza dimenticare la sua forte denuncia nei confronti di un sistema economico mondiale che aveva ispirato una cinquantina di anni fa il golpe in Cile ed oggi aveva favorito il disastro economico del sud America.
I carri armati sono tornati in piazza l’autunno scorso nel suo Cile e lui aveva letto e condannato questa situazione.
Un regime democratico mai si concilia con l’uso della forza.

Oltre ai suoi libri – tanti, come dicevamo -, ci lascia la testimonianza di una vita impegnata a difendere questo nostro pianeta e gli uomini, tutti gli uomini, che lo abitano. E tutti gli esseri viventi, di qualsiasi razza essi siano.
Grazie Luis, perché come ci insegna Zorba – il gatto della Gabbianella – “È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo.”

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A Sepulveda. La vignetta di Mauro Biani su Repubblica on line