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L’isola che abbiamo dimenticato: la Galite (4)

di Biagio Vitiello

 

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per la terza parte (leggi qui [2])

 

dal libro L’ile de la Galite di Achille Vitiello (quarta parte)

Nicola Vitiello. Un’altra storia per dormire di botto … 

Torniamo a Ponza, su per giù nella stessa epoca. Nicola Vitiello, già da diversi anni, è sposato con Filomena Scotti, hanno otto figli: Francesco, Filippo, Luigi, Andrea, Giuseppe, Michele, Antonio ed Achille, oltre ad un figlio che morirà giovanissimo, annegato in una cisterna.
Il padre di Nicola morì mentre la sua vecchia madre sta con lui. Come ho già detto, è un uomo agiato, non ha mai fatto il pescatore, vive solo col terreno e la caccia. Tra l’altro, è un ottimo cacciatore ed ha attaccato al muro di casa un fucile sempre carico. Un giorno, una tortorella venne a posarsi su un mandorlo, proprio davanti alla porta di casa. Uno dei suoi figli, d’una decina d’anni, prende il fucile all’insaputa del padre,  per sparare alla tortorella.  Un piccoletto della sua età, vicino di casa, si mette davanti al fucile a distanza di tiro. Voleva vedere il piombo che usciva dal fucile… il figlio di Nicola spara e il piccolo vicino di casa rimane ucciso (1)
Nicola Vitiello ha problemi a non finire con la legge. Le autorità dell’isola e il sindaco che è suo cugino, gli consigliano di andare via da Ponza. Nicola Vitiello pensa al suo compagno d’infanzia, Silverio Mazzella che sta a La Galita. In settembre s’imbarca su un veliero in partenza per La Calle. Là trova una fattoria da gestire, ma prima di tornare a Ponza a rivedere la sua famiglia, parte per La Galita per trovare il suo compagno. A causa del maltempo, resta bloccato nell’isola per tutto l’inverno. La moglie e i figli lo danno per disperso. Ancora una storia per dormire di botto!

Filomena Vitiello è disperata, per cui si rivolge ad una maga di Ponza ( ‘Na Ianare ) per avere notizie di suo marito. Durante la notte, quello sarebbe andato proprio a la Galita e l’indomani quella avrebbe detto a Filomena di non allarmarsi:  l’avrebbe sorpreso in trance, a giocare a carte con Silverio Mazzella.

Nel mese di maggio Nicola ritorna a Ponza, dona la casa e i terreni al suo cugino più prossimo, a condizione che si occupi di sua madre. Quindi parte con la famiglia per La Calle. Là si stabilisce in una fattoria, ma questa vita non piace affatto a sua moglie. Verso il 1880 parte per raggiungere il suo compagno a La Galita. Occupa una grotta  al di sopra di quella in cui già si è stabilito Silverio Mazzella, all’inizio del canale di Mansour. In quell’epoca, mio nonno Achille Vitiello aveva dodici anni. Nicola Vitiello ed i suoi nipoti si mettono fin dall’inizio, a dissodare la terra. Non è un pescatore e  in effetti,  non farà mai la pesca a La Galita.

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Le principali famiglie fondatrici

Tra il 1880 e il 1900, epoca in cui i francesi prendono possesso di La Galita,  arriva Silverio Vitiello il quale avrebbe un legame di parentela molto lontano con Nicola Vitiello. Circa il soprannome U Squarcione, di certo è perché si vanta di essere celibe;  sposa Carmen, una figlia di Antonio D’Arco.  Vennero inoltre a stabilirsi sull’isola un fratello di Marianna ‘a Rossa, Domenico Conte e sua moglie Vincenza, ed anche un altro Antonio D’Arco, un cugino molto lontano del primo Antonio D’Arco, che, non  destinato a venire sull’isola, partì per l’America dopo una permanenza di cinque anni. Durante tutto questo tempo, non inviò mai un centesimo a sua moglie rimasta a Ponza che, per sopravvivere, dovette ipotecare tutti i beni  che avevano.  Ella pensava che sarebbe tornato con dei soldi, coi quali avrebbe potuto rimborsare i creditori. Malauguratamente, tornò senza un centesimo, s’era mangiato tutto. Allora si separò dalla moglie e, con quattro figli, Francesco, Andrea, Lucia e Giuditta, andò a vivere a La Galita.

Sull’isola si stabilirono inoltre Carmelo Vitiello, venuto dalla Sardegna, con sua moglie e i due figli. Conosco solo il nome di una figlia, Vincenza, che sposerà il figlio di Nicola Vitiello, Giuseppe, detto Giacchettone (grossa giacca). Carmelo, sua moglie e i figli non restarono a lungo sull’isola, partirono per vivere a Ferryville. Sono queste le principali famiglie che in quell’epoca fondarono La Galita. I loro figli si sposarono tra loro. Nel 1903, quando la Francia arrivò sull’isola, c’erano 150 abitanti. Nel 1958 eravamo circa 200.

 

(1) Suo fratello, Silverio Vitiello detto U Squarcione, verrà più tardi a stabilirsi a La Galite

 

[L’ile de la Galite (quarta parte) – continua]