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L’infezione da Coronavirus (per neofiti e curiosi)

di Roberto Pedicino (1)

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Riceviamo da Roberto Pedicino, medico (pediatra), amico e cinefilo –  e volentieri pubblichiamo. Le notizie riportate sono certificate serie e attendibili.

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Il Coronavirus è un agente infettivo già conosciuto, ma non nella forma attualmente epidemica.
Queste righe servono a fare un po’ di chiarezza, e sono da utilizzare per agire con buonsenso, senza eccedere né nell’allarmismo, né con atteggiamenti di sufficienza.

Passiamo al dunque: ad oggi (seconda metà di marzo) sono abbastanza chiare le modalità di azione del virus ed è abbastanza chiaro quali sono i soggetti a rischio e quali quelli con un rischio molto basso.

Al contrario è molto meno facile prevedere per quanto tempo dovremo convivere con il rischio di infezione, perché gli elementi che lo determinano sono variabili non prevedibili: presenza del virus e sua aggressività in relazione all’umidità e alla temperatura ambiente, allo smog, all’eventuale mutamento genetico del virus che potrebbe renderlo più inoffensivo, per dirne alcuni.

Questi punti, intendo le difficoltà di previsione, rendono evidente il perché delle discordanze tra medici, biologi, virologi udite nei media. Infatti la medicina non è una scienza (chi la fa passare per tale mi fa orrore), ma una somma di conoscenze, spesso rivedibili, esperienza, buon senso da cui derivano proposte diagnostiche e terapeutiche, che possono mutare nel tempo per effetto di altre ricerche e altri approfondimenti.

Per tornare a noi, come agisce il virus? La superficie del virus è fatta di “spunzoni” (concedetemi di esprimermi in modo ”volgare” per essere più comprensibile) che si attaccano alla superficie di alcune cellule polmonari (ma sembra che siano coinvolte anche cellule del fegato e di altri organi), impedendo a queste cellule di regolare alcune funzioni vitali (es. la pressione del sangue). Questo è il meccanismo iniziale (che avviene ovviamente dopo il contagio da una persona infetta), successivamente si scatena una reazione infiammatoria gravissima a carico del polmone: la polmonite. Questa reazione infiammatoria è la causa dei decessi perché nelle persone più fragili (anziani e debilitati da malattie invalidanti) si sviluppa in modo inarrestabile senza alcuna collaborazione da parte dell’organismo del paziente (ricordatevi che quando guarite da una malattia infettiva, non è solo il medico ad avervi consigliato la terapia corretta: è anche il vostro organismo ad aver reagito in modo decisivo).

La trasmissione avviene con le goccioline emesse con la tosse e la saliva da parte di una persona contagiata (non importa se sia malata o meno, ma è chiaro che le persone che tossiscono di più emettono più virus e sono più contagiose).

A questo punto siete abbastanza pronti per comprendere dove e per chi risiede il rischio:

  1. Ciò che è certo è che i bambini ed i neonati si ammalano quasi per niente, mentre gli anziani sono ad alto rischio. Paradossalmente i neonati si ammalano poco perché hanno un sistema immunitario immaturo. Ve lo mostro con un disegno:

Come si può vedere nell’adulto l’incastro tra virus e cellula può avvenire (se volete un termine più appropriato parliamo del contatto tra antigene virale e recettore cellulare), nel neonato e nei bambini ciò è quasi impossibile. Nei bambini il virus, non trovando una residenza (il recettore cellulare appunto), può venire progressivamente eliminato senza danni.

Postilla al punto a): questa è una semplificazione estrema del processo, in realtà le cose non sono così semplici e per la verità anche poco note. Tuttavia anche qui accontentatevi o iscrivetevi a Medicina. Se però insistete nel saperne di più leggete le poche righe aggiuntive al termine dello scritto.

  1. Perché questa infezione rischia di diventare così grave? L’abbiamo già accennato: molte persone (non tutte per fortuna) presentano una polmonite (coesistenza di infezione, presenza del virus, ed infiammazione, reazione scatenata dall’organismo del malato in risposta alla presenza del virus) che dura parecchi giorni, che non risponde agli antibiotici e che proprio per la sua durata mette a dura prova la stabilità degli anziani (capacità cardiaca, funzioni del metabolismo, riserve respiratorie, ecc.).
  2. Alcuni persone relativamente giovani si ammalano e non sopravvivono (ma sono comunque poche) perché, e qui vado a buon senso ed esperienza, hanno già presentato problemi cardiaci e polmonari cronici e comunque non risolti oppure non sono consapevoli di averli “in incubazione”, oppure per loro caratteristiche genetiche particolari (la genetica di ognuno di noi nelle malattie c’entra sempre). Un dato che dovrebbe essere ben chiaro è che abitudini di vita errate (es. il fumo) rappresenta un elemento che determina quasi sempre una malattia polmonare particolarmente grave. Anche la durata dell’esposizione al virus e la dose di virus inalati determinano la gravità della polmonite: ne è esempio il medico cinese che per primo ha dato l’allarme, che è deceduto probabilmente perché esposto per tanti giorni a tanti pazienti e a quantità eccessive di virus.

Dopo aver smontato alcune vostre certezze sul fatto che avere un sistema immunitario maturo sia sempre un vantaggio (quanti di voi imprecano quando “la creatura” si ammala con troppa frequenza?), sarei molto soddisfatto se d’ora in poi vedeste le cose con occhio più… umile? ponderato? rispettoso? rispetto alle capacità della natura di proteggere i nostri piccoli.

La resistenza dei bambini al Coronavirus dimostra infatti come, a volte, avere un sistema immaturo sia vantaggioso per la sopravvivenza della specie.

Nel momento in cui scrivo siamo tutti inondati di notizie vere e false, tra le quali è difficile orientarsi. Pertanto aggiungo a quanto sopra alcune considerazioni personali:

  • Siamo inondati da numeri (malati, deceduti, guariti, ecc.): il punto è che il numero dei malati e dei deceduti da Coronavirus non è attendibile, per come ci viene proposto, perché in ogni regione si usano criteri diversi per scegliere i soggetti da sottoporre a tampone (quindi ovviamente chi ne ha fatti di più trova più positivi), perché il numero degli anziani presenti in un territorio influenza di più la mortalità (più anziani vuol dire più deceduti) e così di seguito. Informazioni molto più utili verrebbero dal confronto tra deceduti a marzo nel 2019 con quelli deceduti quest’anno nelle regioni epicentro dell’infezione: la differenza darebbe (per approssimazione) i numeri relativi a quanti sono verosimilmente morti per il Coronavirus. Oppure se i giornali si decidessero a pubblicare la mortalità per fasce di età: quanti deceduti nella zona ”X” tra gli over 70, quanti tra 50 e 70…
  • L’ambizione ad eseguire il tampone al minimo sintomo di mal di gola, per quanto comprensibile, non è utile, né consigliabile: se infatti è vero che qualcuno potrebbe essere trovato positivo, è anche vero che anche se il tampone risultasse negativo la stessa persona potrebbe essere contagiata dopo qualche giorno. E comprendete bene che non sarebbe possibile essere esaminati ogni settimana. Più intelligente e fattibile è stare comunque separati dalle persone a rischio di ammalarsi gravemente, perché chiunque potrebbe essere un portatore (cioè non avere alcun sintomo) e diffondere inconsapevolmente il virus.
  • Quando finirà l’emergenza di questo periodo, e sarà disponibile effettuare il test specifico su sangue (ora disponibile solo in alcuni laboratori, ma non ancora attendibile), sarà opportuno verificare chi ha sviluppato gli anticorpi anti-coronavirus per stabilire quanti non possono più ammalarsi, né contagiare gli altri. Questo dato ci sarà utile sicuramente soprattutto per organizzare in futuro i presidi sanitari, meglio di quanto sia stato possibile fare ora.

Termino con pochi suggerimenti:

  1. Proteggete i nonni, gli ultra 60enni e i familiari con malattie croniche evitando, quando possibile, di frequentarli.
  2. Le cose fondamentali da fare sono: 1) quando uscite toccate meno oggetti possibile; 2) lavatevi le mani al rientro a casa con particolare scrupolo; 3) state a distanza di circa due metri dagli altri (personalmente quando incrocio altri per strada cambio marciapiede). Sulle mascherine chirurgiche sono profondamente perplesso perché: 1) non proteggono dal contagio (se le metti per evitare di contagiare gli altri (in effetti potresti essere tu il contagiato) sappi che è sufficiente stare a distanza); 2) chi non è abituato ad indossarle di solito le tocca continuamente e quindi andrebbero cambiate ogni 10 minuti. Tuttavia, se le indossi per non essere trattato da untore va bene, basta sapere che stai prendendo in giro te e gli altri.
  3. Usate rispetto per gli altri (che potrebbero avere in casa soggetti rischio),
  4. Rispettate le norme indicate dal Consiglio dei Ministri, anche se vi possono sembrare a volte incongruenti
  5. Non pensate di dover eseguire il tampone se solo avete tosse o febbre, ma affidatevi al vostro medico di famiglia oppure al numero di consulenza istituito dalla Regione Lazio per l’emergenza Covid-19 che è: 112 (per chi ha prefisso 06) oppure 800.118.800.

Poche righe aggiuntive

Se vi piace immergervi nel magico mondo del sistema immunitario, eccovi serviti:
Ogni organismo umano produce sostanze che stimolano i processi infiammatori e che fanno parte integrante del sistema immunitario.
Contemporaneamente lo stesso organismo produce sostanze che limitano e si oppongono ai processi infiammatori.
L’equilibrio tra sostanze pro ed anti infiammatorie è fondamentale per un corretto agire del sistema immunitario ed è caratteristico delle persone giovani e sane.
Con l’avanzare degli anni questo equilibrio tende alterarsi, quasi sempre a favore delle sostanze pro infiammatorie, in modo tanto più grave quanto più vi si sovrappongono fattori patogeni quali virus, batteri, dieta ricca di grassi animali, inalanti nocivi, ecc. La esagerata risposta infiammatoria è proprio ciò che avviene nella polmonite da Coronavirus ed è il motivo principale della maggior parte dei decessi che determina.

Avete presente ciò che avviene in guerra quando parte delle truppe attacca il nemico senza coordinarsi con il resto dell’esercito? Ecco è più o meno ciò che accade nell’infezione da Coronavirus in un individuo debilitato: la sconfitta è quasi certa.
Nei bambini più piccoli, dotati di un sistema immunitario non maturo, la produzione di sostanze pro ed anti infiammatorie è invece scarsa o assente e di conseguenza la battaglia non inizia neppure.

Si potrebbe addirittura parafrasare la situazione sostenendo che i piccoli siano pacifisti e gli anziani guerrafondai. Ma non eravamo convinti che i giovani fossero aggressivi e i vecchi saggi? Mah, vacci a capire qualcosa!

Ma Totò a Peppino l’aveva detto «…questo è il mondo!» (cfr. “Letto a tre piazze, Steno (1960)”, scena della condivisione del letto tra i due).

Sperando di esservi stato utile.

(1) – Roberto Pedicino, medico.
Specializzazioni: Pediatria, Neonatologia. Campo di interesse: Infezioni neonatali
Ruoli professionali: Dirigente medico della Clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I; consigliere del gruppo di studio di Infettivologia della Società Italiana di Neonatologia.

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