





|
|||
La pandemia e la famedi Silverio Lamonica . Da circa un mese stiamo seguendo con ansia e trepidazione i dati che la Protezione Civile, alle ore 18, ci fornisce con una puntualità implacabile. Dati impressionanti, soprattutto per quanto riguarda l’incremento di nuovi contagiati e nuovi morti. Un vero e proprio bollettino di guerra. “Siamo in guerra” è la frase ricorrente che dai social, dai media, dalla stampa ci sentiamo ripetere ogni giorno. Non mi soffermerò sui rimedi per combattere un tale flagello. Non è la mia materia. Ma voglio parlare dei suoi effetti: una quarantena lunghissima che vedrà molte classi lavoratrici inoperose, in modo particolare gli artigiani, i lavoratori delle piccole e medie imprese che hanno dovuto cessare la loro attività, per cause di forza maggiore e chi, non compreso nelle suddette categorie, si ingegna a “sbarcare il lunario” in qualche modo; penso a quel padre di famiglia siciliano, “parcheggiatore abusivo” che, recandosi “al lavoro” con una delle “Certificazioni personali”, mutanti più del Covid-19, lo aveva messo nero su bianco ed esibito, in buona fede, si in buona fede a mio avviso, alle forze dell’ordine che – credo a malincuore – lo hanno dovuto sanzionare. Purtroppo, per sopravvivere, in tanti debbono ricorrere agli “espedienti”, in questa Repubblica “fondata sul lavoro”. Un caso ben diverso da chi, al supermercato, riempie il carrello con i prodotti più costosi, senza pagare. E in tale circostanza la punizione deve essere esemplare. Ma questi sono i segni di un gravissimo problema, più che disagio, che bisogna affrontare per tempo: la fame. Siamo in guerra.
Ma intanto la quarantena, con permanenza obbligata in casa, durerà alcuni mesi, se tutto andrà bene. Qualche esperto afferma che dovrebbe durare addirittura due anni! Cerchiamo di non essere tanto catastrofici, però prima della fine del prossimo maggio o giugno non credo che si possano fare previsioni certe, anche perché occorre prevenire l’epidemia “di ritorno”. Ma restare senza lavoro per un periodo così prolungato, per tanti, è tragico. E’ notizia di questi giorni che il nostro Governo è impegnato in un duro “braccio di ferro” coi “partner” europei per ottenere da questa Europa, che non smette di mostrarsi matrigna verso chi ha dato un contributo decisivo a fondarla (pensiamo al “Manifesto” di Ventotene di Altiero Spinelli) un aiuto equo, per far sì che si rimetta in moto l’economia, una volta passata la ’a burriana e per aiutare – nel frattempo – le classi più disagiate. Però occorre tempo. Intanto, a distanza di circa un mese dall’inizio della “quarantena”, già si notano segnali di insofferenza, tanto è vero che la Croce Rossa Italiana ha fatto un drammatico appello Io penso che per l’immediato occorre seguire questa linea: spesa solidale per i meno abbienti e per chi è rimasto improvvisamente senza risorse, come del resto – ordinariamente – si fa in occasione delle principali ricorrenze, Natale e Pasqua soprattutto. Ma là dove non può operare la Croce Rossa, deve operare la Protezione Civile, cioè Enti ed Organizzazioni serie, tali da assicurare la massima trasparenza ed affidabilità. Tra i redattori di Ponzaracconta, c’è un autorevole componente della Protezione Civile, Sandro Romano. A lui rivolgo questo appello: si organizzino coi volontari della Protezione Civile le “spese solidali”, coloro che fanno la spesa per la propria famiglia, di solito comprano ben volentieri dei prodotti da destinare a chi si trova – suo malgrado – in condizioni precarie. Ieri sera anche io ho assistito al discorso del Presidente della Repubblica che invita tutti alla cooperazione e alla cerimonia religiosa di Papa Francesco in Vaticano che ha illustrato un suggestivo passo del Vangelo: “La Tempesta Sedata”, per dire: “Siamo tutti sulla stessa barca in un mare in tempesta, abbiamo fede in Dio e aiutiamoci”. Per “associazione di idee” ripenso a quel “liberty” inglese che in quel fatidico 5 marzo 1944, partendo da Ischia, portò i viveri a Ponza in un mare in tempesta, grazie all’ardimento di Totonno Primo il quale, durante la traversata, infondeva coraggio al comandante Simpson e ai marinai.
L’immagine in alto nell’articolo, una dottoressa in mascherina che culla l’Italia, diventata virale sul web, è dell’illustratore Franco Rivoli (NdR) Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone |
Commenti recenti