Ambiente e Natura

Un enorme squalo preso nel mare di Ponza

Inoltrato alla Redazione da Paolo Iannuccelli

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La motobarca degli armatori fratelli Morlè – Maria Madre – ci ha riservato ieri una sorpresa nel mare di Ponza.
Massimo Vecchione lo ha postato su Facebook: lo vediamo qui ritratto in foto con accanto uno squalo di profondità, innocuo, di cinque quintali.


Purtroppo ancora oggi gli squali non godono di una particolare simpatia nella cultura occidentale e un quarto dei 500 tipi di squali conosciuti è a seria minaccia di estinzione. Cattiva reputazione ingiustificata se pensiamo che in un anno nel mondo meno di 10 persone sono state uccise dagli squali, mentre i coccodrilli uccidono più di 2000 persone, i serpenti 100.000 e le zanzare 800.000 (mentre l’uomo uccide 100 milioni di squali ogni anno).

4 Comments

4 Comments

  1. Luisa Guarino

    25 Marzo 2020 at 17:36

    Povero squalo! A chi dava fastidio? Sembra un povero vecchio sdentato. Chissà cosa ci faranno con la sua misera carcassa.

  2. Emilio Iodice

    31 Marzo 2020 at 11:58

    Brava Luisa: Sono sorpreso che altri lettori non abbiano commentato questa sciocca tragedia. Come hai detto, lo squalo era innocuo e tuttavia vittima dell’ignoranza. Ora, cosa accadrà con il pesce? Qualcuno lo mangerà, chi ne ha bisogno o, come è probabile, potrebbe essere un trofeo o una carcassa in mare. Che peccato.

  3. isidorofeola

    31 Marzo 2020 at 17:40

    Il problema è uno soltanto: il selacio (pesce cartilagineo cui appartengono anche gli squali)in questa circostanza è stato catturato con una rete a strascico (‘a paranza ‘i cianfòn’).
    Ogni cala della paranza può durare anche più di tre ore, soprattutto se si pesca in profondità: quando la rete viene tirata a bordo e si apre il “sacco” (la parte terminale della rete dove si accumula tutto ciò che è stato “strascicato” sul fondale), i pesci risultano tutti morti, soprattutto quelli che pesano diversi quintali, come lo squalo in questione; quindi non vi è nessuna possibilità di ridare la libertà alla preda catturata accidentalmente.
    Quel tipo di squalo, pur se commestibile, non ha un grosso valore commerciale; si racconta che una volta veniva venduto come palombo (questo sì di buon valore commerciale). Attualmente, con la questione della tracciabilità degli alimenti, dubito che vi possa essere ancora tale “scambio” come avveniva in passato.

  4. Luisa Guarino

    1 Aprile 2020 at 18:40

    Non avendo la minima conoscenza dei sistemi di pesca, ignoravo la condizione in cui in una rete si vengono a trovare i pesci dopo un tempo di “cala” così lungo, e in particolare un animale come lo sfortunato squalo, che pesava diversi quintali. Riconosciamo quindi che la colpa non è dei pescatori. Però la foto ricordo a mo’ di trofeo si poteva evitare. Vabbè, diciamo che anche in questo caso la colpa non è dei pescatori… ma dei social. In ogni caso, povero squalo.

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