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Oggi è il 24 marzo, anniversario della strage delle Fosse Ardeatine

di Tano Pirrone

 

Tra l’8 settembre 1943 e il 4 giugno 1944 Roma fu occupata dalle truppe naziste. I mesi più terribili della storia della città di tutto il Novecento.
Due date di quei mesi resteranno incancellabili per sempre: il rastrellamento al Portico d’Ottavia, il 16 ottobre del ’43, e la strage delle Fosse Ardeatine, il 24 marzo del ’44.
In risposta all’attentato di via Rasella nel quale furono uccisi in un atto di guerra partigiana 33 soldati tedeschi, le autorità naziste uccisero 335 italiani. In teoria uno ogni dieci, in realtà 5 in più anche di questo conto barbarico. Tra essi antifascisti, ebrei, militari, insegnanti…
I romani lo seppero da un manifesto affisso dai nazisti che si concludeva con queste parole: “L’ordine è già stato eseguito”.

[1]

Noi non dimentichiamo quel sacrificio.

Dalle donne e dagli uomini della Resistenza è nata la Repubblica democratica. E’ nata quella che ancora oggi è una delle più belle Costituzioni del mondo.
La Costituzione è figlia appunto di una tragedia enorme: la seconda guerra mondiale, i campi di sterminio, il razzismo e l’antisemitismo, uomini armati gli uni contro gli altri.

Eppure queste settimane, anch’esse tragiche e terribili, ci raccontano che siamo una sola Umanità e che il diritto alla vita, alla salute, alla dignità umana non conosce confini né differenze. Oggi è evidente anche a chi non vuol vedere che ci si salva tutti insieme, non ognuno da solo, per citare don Lorenzo Milani ed Enrico Berlinguer.

Dalla tragedia che stiamo vivendo usciremo grazie alle organizzazioni internazionali, alla solidarietà mondiale ed europea, grazie al sistema sanitario pubblico e universale. Sapete quando fu istituito il Servizio Sanitario Nazionale? La legge è del 23 dicembre 1978 e il Ministro che la propose si chiamava Tina Anselmi. O, meglio, la Ministra: la prima donna ministra della storia d’Italia.

Restiamo a casa fino a quando il governo e le autorità sanitarie non daranno indicazioni diverse.

Un abbraccio a tutti.
Tano

 

Nota della Redazione.
Sul sito leggi, per la stessa ricorrenza, nel 2014, un articolo di Franco Ferraiuolo [2]