Ambiente e Natura

Interno ponzese, girone di ritorno

di Federico Menichelli e Silveria Aroma

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La primavera dev’essere bellissima là fuori.

Girovagavo per la Costiera Amalfitana quando una scritta sul piazzale di una chiesa mi colpì, ammoniva: È vietato giocare a pallone. Il mio pensiero volò subito a casa dove i miei figli erano avvezzi a farsi passaggi fra le pareti domestiche con il pallone ufficiale della Champions League.

Ti ricordi, Fede?! C’era il campionato di serie A, la Champions, gli stadi con il pubblico, e avrebbero dovuto esserci gli Europei di calcio e noi a competere con una nazionale vincente per giunta. Adesso si discute se confermare o meno le Olimpiadi in Giappone mentre la fiamma prosegue il suo percorso.

Fotografai la scritta e, una volta stampata, l’appesi in casa. Fu un motivo per ridere fra noi. I calci rallentarono per due, forse tre giorni poi riprese il torneo con vari cambi di maglia.

Quattro eravamo in famiglia, tifosi di quattro squadre diverse, tre italiane e una inglese (e già perché il signorino tifa Chelsea), il panorama dei colori era ricco.

A interrompere il torneo casalingo fu il mondo esterno.

Ti ricordi il mondo esterno?! Quello in cui si incontravano gli amici, si poteva andare a cena fuori, bere un caffè al bar, baciare la fidanzata, l’amante, zumpa’ d’a fenesta, dichiarare di essere un tecnico Ikea all’interno di un armadio…

Tutti hanno più o meno rilevato l’abbassamento dell’inquinamento. E quello delle corna?! Che siano impegnate in una dimensione reale o in quella virtuale questi sono tempi veramente duri per le coppie clandestine; anche a volersi vedere in videochiamata o farsi due effusioni in chat la cosa risulterebbe ardua e ben poco hard. Questa forzata, costante, coabitazione potrebbe mettere a repentaglio una serie di relazioni (ufficiali e non) e spostare il picco delle separazioni italiane dalla fine dell’estate alla fine della quarantena. Bisogna sperare non ci sia un aumento delle violenze domestiche; in questo senso, purtroppo, un qualche allarme è già scattato.

Senza contare il crollo verticale dell’occupazione delle cartomanti in questo momento di catarsi obbligatoria. Siamo alle prese con una quaresima davvero rigorosa.

Tornando a casa nostra, il pallone venne dimenticato, almeno all’interno fra mobili e vetri.

Trascorsero anni di tranquillità finché una sera, rientrando dal lavoro, notai una strana cosa attaccata alla trave del soppalco: un canestro, piccolo ma canestro. Avevamo cambiato sia sport che palla.

Al tempo del Covid-19 si gioca in casa ma non con il pallone no, con il rotolo della carta igienica. Si chiama toilet-paper challenge.
Messi (calciatore argentino più volte vincitore del Pallone d’oro) pare sia un numero uno anche in questo nuovo sport domestico. Si palleggia, ci si riprende con una videocamera e si posta il tutto su una piattaforma social. Poteva sottrarsi il nostro eroe?!

– E basta, tu e stu challenge i soreta, ch’ ’nn’a tien manch’!

Ricordo, e anche bene, specialmente il sabato, quando l’unica frase che dicevi tutto il giorno era: – Ma dopo ci sono altre partite?
E io prontamente rispondevo: – Ovvio, perché non vai a fa’ due fotografie?!
Adesso io non ho partite da vedere e tu fotografie da fare, 1 a 1 palla al centro.

Credo che i zompa fenest’, come li chiami tu, non esistano più dai tempi della spagnola, adesso – signora Silvia – se non te ne fossi accorta siamo nel tempo del Covid-19, dove i tradimenti sono fatti di storie su Instagram nelle quali si sorride con orecchie da cane e, soprattutto, per evitare l’entrata di mosche e zanzare in estate, alle finestre sono state montate reti con buchini fitti, noi le chiamiamo zanzariere. Gli armadi antichi poi, erano talmente capienti che l’amante si poteva trovare a condividere lo spazio con tutti gli scheletri nascosti ed anche con il signor Tumnus (personaggio tratto dalla serie di Le cronache di Narnia di C.S. Lewis) e giocare a tressette a perdere. Adesso invece c’è giusto lo spazio per una giacca e un maglione, e il legno non è abilitato ai viaggi nel tempo.

La scrittura per noi sta diventando un punto in comune, almeno rende meno pesante il dover vedere sempre la stessa faccia da quando ci si sveglia a quando si va a dormire, almeno tu hai la fortuna di vedere la mia, io, io… no!

Ho sempre amato i supereroi come Batman, ma in questo periodo mi sto rendendo conto che gli eroi non hanno bisogno di una maschera, che ci sono persone pronte ad uscire di casa tutti i giorni, con la faccia di sempre, per fronteggiare i problemi che ci colpiscono, brindo a loro, guerrieri silenziosi che son pronti alla morte e noi altri possiamo aiutare facendo una semplice cosa, stringendoci a coorte e restando a casa.

L’Italia chiamò… SÌ!

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