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Perfettamente convinta che di come stia vivendo questo periodo io, in quanto ponzese, non interessi a nessuno, procedo comunque con il mio racconto, sostituendo volentieri i titolari di questa rubrica, Martina e Enzo. Latina è una città del Centro Italia con tendenza al sud, dove vivono molti ponzesi. Però non è di questo che voglio parlare. Volenti o nolenti, voi, vi dirò come me la passo in questo periodo d’emergenza: e non vorrei trovarmi in nessun’altra città, tranne naturalmente a Maputo (capitale del Mozambico) dove avrei dovuto raggiungere mio marito sabato 21 marzo per rimanere fino a Pasqua: avevo anche anticipato l’epicrisi per questo motivo! Meglio non pensarci e tirare dritto, come i cavalli con i paraocchi.
Non vivo in centro e quindi per fortuna non devo assistere quotidianamente allo spettacolo di strade e piazze vuote: ville e palazzine basse intorno a me hanno parchi e giardini, più animati del solito, ma anche terrazzi stranamente frequentati non solo per stenderci i panni. Mi ricordano un periodo di coprifuoco a Tripoli, decine di anni fa, quando ci si vedeva e salutava solo così, da un terrazzo all’altro: ma lì la cosa era durata solo qualche giorno, mentre qui…
Adotto un personale manuale di sopravvivenza: solo due Tg al giorno, alle 13.30 e alle 20, rigorosamente su RaiUno, quella nazional-popolare; poi guardo qualche programma in prima serata a piacere: per il resto della giornata tutto spento, anche la radio. I social non li frequento proprio, e mi sembra anche eccessivo tutto ciò che tra messaggi, foto e video, mi arriva tramite whatsapp.
Pensate che mi annoi? Non credo proprio, anzi vivo abbastanza ‘serena’ tra pc, giornali, riviste e libri, di cui ho un’ampia scorta. In effetti verso i primi di marzo, quando già si cominciavano a avvertire le prime avvisaglie negative, ne ho acquistato qualcuno in più, scegliendo anche opere di autori mai frequentati finora, come ad esempio “Il gioco del mondo. Rayuela” di Julio Cortàzar, di cui confesso di non aver mai letto nulla: tra l’altro è un testo di oltre 600 pagine.
In quello stesso periodo, proprio per un innato istinto di sopravvivenza (o resistenza?), ho comprato in farmacia una crema antirughe, ma non una qualunque: un “instant wrinkler corrector” che distende un po’ la pelle ogni volta che lo applichi al mattino. Chi avrebbe immaginato di dover girare, per quel poco che si può e si deve, con la mascherina coprifaccia? A questo proposito, ho dietro la porta d’ingresso un piccolo tavolino dove di solito metto “i generi di prima necessità” prima di uscire, occhiali da sole, chiavi: ebbene da quando c’è il Covid-19 l’ho dovuto attrezzare diversamente, con tanto di mascherina e guanti monouso, per non dimenticare niente.
Raramente vado in centro, dove in pochi metri si concentrano diversi servizi essenziali come banca, tabacchi, edicola, alimentari e supermercati. Dato che non guido prendo il bus, come ho sempre fatto: solo che ora, che tra l’altro hanno giustamente ridotto le corse, arriva puntuale, anzi in anticipo. Di solito oltre al conducente ci sono solo io: sabato che era “affollato” eravamo in tre. Ieri a Latina è stata la prima domenica con il nuovo orario dei supermercati aperti solo fino alle 15: come speravo non c’era molta fila, solo che una volta dentro invitavano ad essere veloci negli acquisti. Speriamo che la smettano: di ansia ne abbiamo già abbastanza. Nel frattempo però, proprio per evitare le file, ho scoperto i piccoli negozi con produzione propria di frutta e verdura: hanno cose più fresche, usano le buste di carta, e non è vero che hanno prezzi più alti.
Parlando di altri aspetti legati all’emergenza, stamattina ho dato un’occhiata al taccuino in cui segno tutti i film che vedo, divisi per mese: ho verificato così che l’ultimo, visto prima del 20 febbraio, è stato “Il concertone ritrovato”, che non è neanche un vero film, con Fabrizio De André e Pfm. Banale dire che sembra un secolo.
Oggi è il compleanno di una carissima amica, senza poterle mandare i fiori come tutti gli anni: niente è più necessario delle cose ritenute “superflue”!
Ma questo pensiero mi riporta per antitesi a riflessioni più dure e alla drammatica cronaca di oggi sul fronte coronavirus a Latina e provincia. La prima pagina di Latina Oggi titola infatti: “Il virus cala al nord ma non da noi. Allerta Lazio”. I casi nei comuni pontini sono 183, con 8 decessi, dopo che per diversi giorni quest’ultima cifra era rimasta ferma a 6. Il maggior numero di casi di contagio vedono come sempre al primo posto Fondi con 55 persone, seguita da Latina con 42.