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Epicrisi 270. Quando racconteremo di questi giorni…

di Sandro Vitiello

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Un giorno quando tutto questo sarà finito dovremo raccontarle bene queste giornate, queste settimane…
E quando i nostri nipotini ce lo chiederanno parleremo di un male subdolo, invisibile che è entrato nelle nostre vite nel giro di pochi giorni e ha cambiato tutto il nostro mondo, le priorità, i bisogni.

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Io – inguaribile ottimista – dico che forse non tutti i mali vengono per nuocere.

Partiamo da un dato di fatto: i periodi storici che hanno seguito le peggiori guerre o le più maledette pestilenze sono stati ricordati come esempi di progresso e di benessere per l’umanità.
La peste nera – circa nel 1350 – viene ricordata come punta di partenza per quello che è poi stato il Rinascimento. Ne parla un importante saggio di Klaus Bergdolt sintetizzato da Stefano Testa su Latina Oggi e riportato sul sito anche qui [2].
L’esplosione del vulcano Tambora nel 1815 nell’arcipelago della Sonda, in Indonesia, portò a un cambiamento climatico in tutto il pianeta tanto che numerosi animali usati per il lavoro non sopravvissero. Venne inventata la bicicletta per sopperire ai mezzi di trasporto e la rivoluzione industriale già in atto trovò ulteriore linfa nella meccanizzazione dei mezzi di trasporto.

Che dire poi della seconda guerra mondiale? Il periodo di maggiore crescita per il nostro Paese – il miracolo economico – è avvenuto grazie alla determinazione dei nostri connazionali a ridare speranza al nostro Paese, ai suoi figli.

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Capiamoci bene!
Qua non ci stiamo augurando le peggiori disgrazie per trovare la speranza di un futuro migliore. Stiamo facendo ragionamenti ad capocchiam perché in queste giornate, chiusi in casa, di questi ragionamenti se ne fanno tanti.
Mica possiamo passare tutto il tempo a scambiarci con WhatsApp le vignette ironiche? Non so a voi ma a me il telefono ha ripreso a squillare come non mai.

Abbiamo ritrovato il piacere del dialogo, siamo diventati più attenti ai sentimenti degli altri, ci sentiamo come non mai una nazione.

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E’ bello, è commovente vedere come in tante parti della nostra Italia spesso maltrattata da quelli che “non va bene mai niente” ci siano queste espressioni di comunità, di vicinanza, di solidarietà.

Perché alla fine – quando andremo a ricordarci di questi giorni pesanti – racconteremo di quegli infermieri e medici e personale ausiliario che hanno messo da parte le proprie famiglie per dedicarsi completamente a chi è stato colpito da questa subdola malattia.
Ce li dobbiamo ricordare bene, questi uomini e queste donne, perché se avremo qualche possibilità di uscirne bene – e così deve essere – sarà grazie a loro e al loro impegno che ad oggi è già stato segnato da tanti caduti nell’adempimento del proprio lavoro.
E dovremo ricordarci di chi, ai massimi livelli dello Stato, ha trovato la forza e la determinazione di imporre a questo paese, dove non siamo capaci neanche di metterci le cinture in auto, l’obbligo di starsene a casa.

[5]

Bisogna stare a casa, adesso come non mai.
Non si muore se non si fa la passeggiatina, se non si va tutti i giorni a fare la spesa o a trovare chissà chi.
Verrà il tempo in cui questo tempo sarà ricordato come un brutto sogno ma adesso ci siamo dentro e dobbiamo tirare fuori la parte migliore di noi stessi.
I nostri singoli comportamenti potranno decidere quanta gente morirà e quanti ce la faranno.
Perché noi italiani siamo gente seria e non lasciamo al caso la possibilità di vivere o morire come hanno scelto di fare gli inglesi o gli americani.
Da quelle parti chi ha i soldi si salverà, gli altri non si sa. Da noi quel poco o tanto che abbiamo lo spartiremo senza distinzione.

Bisogna solo fare in modo che gli ospedali non vadano al collasso, dobbiamo dilazionare la propagazione del virus.
Verrà il tempo in cui tutto sarà solo un ricordo da raccontare ma non sarà passato invano questo tempo se sapremo fare tesoro di questa lezione.

[6]

Primo fra tutti il principio che la sanità deve essere pubblica.
Sono i nostri medici della mutua che ci salvano la vita. Che prendono le decisioni importanti.
Sono loro la prima linea di fuoco contro il Covid 19; così si chiama la bestia.
Poi ci sono i medici e gli infermieri degli ospedali che, senza più orari, stanno lì a salvare tutti quelli che riescono a essere salvati.
Se questo avviene è perché abbiamo, malgrado tutto, conservato l’idea che gli italiani tutti meritano attenzione.

La solidarietà tra noi italiani sta trovando le forme più originali e concrete per manifestarsi.
Da ogni parte si organizzano raccolte di fondi a favore degli ospedali o dei servizi necessari e se il sistema tiene è perché c’è anche un alto livello di efficienza.
Bisogna contribuire e chi ha tanti soldi deve dare il suo importante apporto perché non c’è bisogno di scomodare Manzoni per ricordare che il popolo inferocito dà l’assalto ai forni.
Veniamo a noi.

[7]

Settimana pressoché monopolizzata dagli scritti sull’attualità.
Grazie a Martina Carannante e a Enzo Di Giovanni tutti i giorni viene pubblicato una sorta di diario ponzese dove insieme a considerazioni a largo raggio viene raccontato come la nostra isola vive l’isolamento.
Questi gli scritti dei giorni scorsi:
Cronache da Ponza ai tempi del Covid-19 (1) [8]
Cronache da Ponza ai tempi del Covid-19 (2) [9]
Cronache da Ponza ai tempi del Covid-19 (3) [10]
Cronache da Ponza ai tempi del Covid-19 (4) [11]

Dobbiamo ringraziare il dottor Gennaro Di Fazio che dalla sua linea del fronte – Gennaro è primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale Dono Svizzero di Formia e di altri ospedali della zona – ci ha raccomandato [12] tutte quelle buone pratiche che dobbiamo rispettare per evitare il contagio.
Importante anche il contributo del dr. Rinaldo Fiore [13] che ci racconta con la giusta pacatezza quanto avviene o potrebbe avvenire negli ospedali se la situazione diventasse ancora più critica.

Noi della Redazione facciamo la nostra parte con questa raccolta di articoli [14] ripresi dai media, cercando di scegliere e proporre il meglio di quel che leggiamo. Cerchiamo le informazioni come si cerca il pane ma dobbiamo stare attenti. Ci sono “sciacalli” che in varia maniera e con diverse finalità mettono in giro informazioni assolutamente false.
Facebook sta incominciando a far rispettare un decalogo che obbliga a non diffondere fake news; anche perché da qualche mese è molto attiva un’associazione che denuncia e porta in tribunale quanti scrivono fesserie.
Le fesserie fanno del male a tanta gente ed è ora che chi le mette in giro e chi le condivide se ne assuma la responsabilità. Bisogna tirare fuori tanti soldi dopo la condanna. Invitiamo tutti a stare molto attenti.
Alcuni credono di cavarsela usando i messaggi vocali di WhatsApp: stessa cosa. Statene alla larga. Sono quasi sempre delle bufale.

[15]

Anche se qualche sana risata ce la possiamo comunque fare.
Ci aiutano questa piccola raccolta [16] e la poesia di Dante Taddia [17].
E ci aiuta anche l’amico Franco de Luca. [18]

Segnaliamo i contributi della “Compagnia delle cape fresche” che ci raccontano storie interessanti, come quelle legate alla riscoperta di Ercolano e Pompei dopo secoli di oblio: il primo [19] e il secondo capitolo [20] sono di Paolo Mennuni.
E segnaliamo anche i due contributi cinefili: uno di Sandro Russo, collegato alle pandemie,  [2] e l’altro di Gianni Sarro, di tutt’altro genere. [21]

 

[22]

Ci è molto piaciuta la dedica a Maddy di Silveria Aroma [23] in “Una canzone per la domenica”, e il successivo contributo della stessa Maddalena [24]: una “istituzione” per quanto riguarda la musica ponzese.

[25]

Ovviamente in questi giorni convulsi e pieni di tensione non mancano gli appelli delle istituzioni presenti sul territorio.
Abbiamo pubblicato l’appello dei sindaci della provincia di Latina [26] e quello del sindaco di Ponza [27].
In queste tristi giornate ci ha lasciato Rita Di Lorenzo [28]. Alla famiglia le condoglianze della redazione.

[29]

C’è anche qualche bella notizia: è ripassato su Geo il documentario realizzato a Ponza nella primavera 2018.
E’ sempre un piacere vedere la nostra isola “in spolvero”. Poi se ci sono pure io è meglio (!?): ne scriviamo in due contributi, di Renzo Russo [30] e mio [31].

Senza dimenticare il lavoro di Francesca Bellino dedicato a la Galite [32] – Jalda.

[33]
Chiudiamo con una segnalazione che è un messaggio di speranza, di futuro.
L’Amministrazione comunale ha iniziato l’iter per le iniziative della  stagione estiva. [34]

Il futuro ci appartiene.
Buona domenica a tutti.