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Tenimmece a distanza ‘i sicurezza

di Silverio Lamonica

 

La faccenda del Coronavirus (o Covid-19 che dir si voglia) in Italia sembra diventata abbastanza seria, tanto è vero che – dopo un breve tira e molla – le scuole e gli atenei resteranno chiusi fino al 15 marzo. Così ha disposto il Consiglio dei Ministri.

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Tra le varie raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico, c’è quella di “mantenere le distanze”, non nel senso: “Mi dia del lei, perché lei non sa chi sono io!” ma di rimanere a distanza l’uno dall’altro per almeno un metro e mezzo o due. Se una prescrizione del genere può andar bene camminando per la strada o entrando nei locali pubblici, diventa alquanto problematica tra le pareti domestiche, specie se si vive in due o più persone in un monolocale (e i casi non sono pochi). Come si fa: uno sta dentro e l’altro fuori al balcone, col rischio del raffreddore? Siamo ancora a marzo. E per dormire? Lei a letto e lui sul divano, magari col gatto accanto?

Situazioni paradossali, illustrate nel sonetto in vernacolo che segue… tanto per stemperare la tensione.

 

Tenimmece a distanza ’i sicurezza
ce dicene accussì ’n televisione
per evitar del virus l’infezione
e rimanere sempe ’nda salvezza.

Ce n’amma sta pe na metrata e mezza
luntano io e te pe’ l’occasione
e si a casa è petta, ce sta ’u bbalcone,
però llà fora oje né, che brutta brezza!

Cu ’stu catarro ca m’ aggio pigliato
me teneno luntane tutte quante;
’a nanz’ e ’a reta mo’ m’hann guardato;

pe’ sta tranquillo un po’ n’ce stanne sante!
Lei dint ’u lietto e ie  m’aggio cuccato
’n’copp’ ’u divano cu a jatta accante!

***

Appendice del 6.03 h 14,30 (Cfr. Commento)

Silverio Lamonica si chiede cosa direbbe il compianto Eduardo De Filippo in questa situazione, e propone un brevissimo filmato dal web.

Anche la redazione aggiunge una scritta di commento in dialetto napoletano:

[3]