Ambiente e Natura

Caccia no, caccia sì… perché?

di Biagio Vitiello

 

Sono medico e cacciatore, studioso e appassionato di Botanica. Mio padre era guardiano dei fari, ma non praticava l’attività venatoria. Sono diventato cacciatore d’istinto; all’età di 19 anni (50 anni fa) feci l’esame per ottenere la licenza per la caccia, per poi conseguire il porto d’armi (sono stato il primo ponzese a sostenere e superare l’esame per svolgere l’attività venatoria). Purtroppo ho dovuto aspettare la maggiore età (che all’epoca si raggiungeva a 21 anni) per avere il porto d’armi, in quanto i miei genitori non erano consenzienti. A me piace solo la caccia  col cane, mi piace soprattutto vederlo scovare la selvaggina. Sparo agli uccelli solo per mangiarli, possibilmente con gli amici.

Questa mia passione forse è sortita per il fatto che a Ponza non vi era alcuna struttura sportiva, c’era solo un campo di calcio rabberciato. Di cacciatori a Ponza ce n’erano  e ce  ne sono ancora tanti; ma sebbene sia uno sport  che da sempre ha avuto un numeroso seguito, nessuna Amministrazione ha mai pensato di fare un poligono di tiro. Chissà, forse poteva nascere senz’altro un campione.

Attualmente, per lo sport isolano, abbiamo una tenso-struttura per il basket, ma non abbiamo una squadra formata da Ponzesi; abbiamo anche un campo da tennis, ma non abbiamo chi lo utilizza; abbiamo poi un campo di calcio, ma non abbiamo  una squadra che partecipa a qualche torneo.

Noi cacciatori siamo da sempre il gruppo sportivo isolano  più numeroso, ma non abbiamo nessuna struttura, menomale che abbiamo la bellissima natura ponziana che apprezziamo tantissimo.

Io, grazie a questo sport, conosco ogni luogo delle isole del nostro Comune e ad esso devo molto se mi sono appassionato alla fotografia e alla botanica “in tempi non sospetti” (circa 40 anni fa, perché oggi è facile fare l’ambientalista senza fare qualcosa per  l’ambiente).

Per questa mia passione per la botanica, durante la prima Amministrazione Ferraiuolo e senza percepire alcun contributo, realizzai la “Mostra Fotografica  sulle Orchidee delle Isole Ponziane”, di cui conservo ancora le foto, scattate con una “macro economica”,  invertendo l’obiettivo. Prima di fare questa mostra, feci uno studio e la catalogazione delle specie arboree ed arbustive delle isole Ponziane; seguirono poi quello sulle orchidee e i corsi nelle scuole elementari di educazione ambientale. Queste mie ricerche non le ho mai voluto pubblicare, anche perché in quel tempo non suscitavano alcun interesse; chi aveva queste passioni, a Ponza era malvisto.

Negli anni  ‘80 ho iniziato a costruire il mio Giardino Botanico su terreni di proprietà della mia famiglia. Questo che ho creato, altro non è che un “serbatoio genetico”: un areale dove sono presenti tutta la flora sparsa nelle isole Ponziane e tutti gli alberi da frutto e i vitigni importati dagli antichi coloni.

Il mio giardino è ubicato sulla collina retrostante  la chiesa di Ponza porto; all’estremità di essa, l’ultimo governatore borbonico  (D’Ambrosio), nel 1855 costruì un manufatto in stile neoclassico a pianta esagonale, simile ad un tempietto greco, con un’apertura per ogni lato, chiamato Belvedere  (ci sono fondati motivi che l’abbia ideato il Carpi) e con una visuale bellissima a 360 gradi.

Nel giardino, di circa 14.000 mq, vi è un piccolo vivaio di piante autoctone e un centro di recupero per gli animali in difficoltà, autorizzato dall’Amministrazione Provinciale di Latina nel 2003.

Questa mia attività è stata  riconosciuta solo dalla prima Amministrazione Ferraiuolo, successivamente dalla provincia di Latina, ma per la Regione Lazio il mio Giardino Botanico non è mai esistito (sebbene finanzi sempre attività ambientali nelle isole, molto discutibili). Tengo a precisare che non mi è stato mai accordato alcun contributo.

Prima di concludere, voglio rivolgere un plauso al giovane (che non conosco) il quale ha scritto un articolo sulla caccia, e mi fa meraviglia che non ci sia stato il “niet” del solito censore anticaccia.

Noi Ponzesi generalmente prestiamo poca attenzione alle problematiche ambientali, forse perché  abbiamo un patrimonio ambientale inestimabile, poco o affatto valorizzato, soprattutto Zannone. Forse perché questa isola, da quando fa parte  del Parco del Circeo, ha subito un degrado pauroso: la Villa Comunale è diventata un rudere  e la stragrande maggioranza dei ponzesi dà le colpe all’ Ente Parco (non può esserci un colpevole ignoto: o è l’Ente che gestisce il Parco o è il Comune di Ponza). E il danno di tutto ciò è stato fatto alla collettività isolana che è proprietaria in enfiteusi dell’isola.

Nota
Il cane è una Setter Inglese di nome Cristal, ha il pedigree, ed è figlia di campioni europei di bellezza.
Tutte le foto sono di Dimitri Scripnic

3 Comments

3 Comments

  1. Luisa Guarino

    3 Marzo 2020 at 17:12

    Caro Biagio,
    le foto di Dimitri sono splendide, e Cristal è un animale magnifico. La frase “Sparo agli uccelli solo per mangiarli” è agghiacciante: come se non ci fosse altro cibo da consumare al mondo, o a Ponza. Ti complimenti con chi qualche giorno fa ha scritto sul sito un articolo sulla caccia, e ti stupisci “che non ci sia stato il ‘niet’ del solito censore anticaccia”: non so se ti riferisci a qualcuno in particolare, comunque anche io sono contraria alla caccia e alla pesca ‘sportiva’ (sportiva per chi?). Ciononostante siamo abituati a rispettare le idee degli altri, a meno che siano farneticanti, e a ospitare tesi che non condividiamo.
    La caccia è sempre stata un nervo scoperto per i ponzesi. Ricordo, ma forse l’avrò già detto in altre occasioni, che l’unica volta in cui delle persone mi hanno fermata a Ponza è stato mi pare negli anni ’90, per alcuni articoli scritti su Latina Oggi proprio contro i cacciatori.
    Ai quali so però perfettamente che si deve la scoperta della nostra isola negli anni Cinquanta e l’inizio del turismo.

  2. Gennaro Di Fazio

    3 Marzo 2020 at 21:13

    A Biagio e a tutti i cacciatori
    Premesso che non è mia intenzione offendere nessuno, ma Vi vorrei proporre di provare a sostituire il fucile con una telecamera: chissà che non avvertiate emozioni più intense di quelle procurate dal colpo di fuoco e dalla correlata preda. Magari si riuscirà anche ad organizzare una rappresentazione dove proiettare le vostre riprese.

    Gennaro Di Fazio

  3. Biagio Vitiello

    5 Marzo 2020 at 16:22

    Non tutti sanno che la caccia è atavica. Molti (anticaccia) pensano che al cacciatore piace solo uccidere; non si tratta affatto di questo, perché allora non si dovrebbero uccidere più gli animali come il gallo, l’oca, il bue, il maiale ecc. Tutti dovremmo essere vegani?
    La caccia fa parte della vera tradizione e della cultura Ponzese, e mi meraviglio che qualche ponzese non residente non lo capisca.
    Se Gennaro avesse letto con più attenzione quello che ho spiegato, senz’altro sarebbe stato in grado di dimostrare di saperne più di me, soprattutto in merito al mio “naturalismo”, e non mi avrebbe chiesto di sostituire il fucile con la telecamera.
    Mi aspettavo da Gennaro una riflessione, o una osservazione più profonda, su quanto ho scritto; mi sembra troppo banale sostituire il fucile con la telecamera (“mettete i fiori nei vostri cannoni”: Ballata di Pace).
    Mi aspettavo una risposta da Amministratore, del tipo: “Visto che a Ponza ci sono tantissimi iscritti a questo sport, proporrò la costruzione di un poligono per il tiro al piattello o con l’arco, da far gestire alle associazioni o ad una cooperativa istituita ad hoc”.
    Mi spiace per gli anticaccia, a me la selvaggina piace mangiarla e con gusto, come pure un bel gallo ruspante, una costoletta di maiale, un’oca ecc., ma (ahimè!) non mi capita spesso.

    P.S. – Forse deludo qualcuno se ribadisco che non sono figlio di cacciatore, né ho un figlio cacciatore (hanno provato i miei due figli a venire a caccia con me, ma vi hanno rinunciato dopo pochissimo tempo perché è molto faticosa, ma molto faticosa!).

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